Le scadenze del Pnrr: una questione politica Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “Come stanno i bambini in un paese in progressivo invecchiamento“.

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le scadenze europee del Pnrr completate tra quelle previste per il terzo trimestre di quest’anno, concluso a fine settembre. I 2 interventi conseguiti sarebbero l’entrata in vigore della riforma del codice della proprietà industriale e l’aggiudicazione degli appalti pubblici per lavori nelle reti di distribuzione dell’acqua. Tra le 4 scadenze ancora da raggiungere 1 è a buon punto: l’aggiudicazione degli appalti per investimenti in infrastrutture idriche, mentre le altre 3 sono in corso. Una prevede il compimento di valutazioni tecniche, economiche ed energetiche su musei e altri siti culturali statali. La seconda riguarda la selezione del progetto di sviluppo di infrastrutture off-shore (in ambiente marino) per la produzione di energia elettrica. L’ultima infine è l’aggiudicazione dei contratti pubblici per la costruzione di nuove scuole. Vai all’articolo.

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scadenze ancora da completare dal primo semestre dell’anno. Alcune sono legate a investimenti sull’idrogeno come vettore di energia rinnovabile, un settore indicato come problematico anche dallo stesso governo. Altre riguardano l’entrata in vigore di riforme e relativi strumenti attuativi, come nel caso della riforma del processo civile e penale. Nonostante i ritardi il governo non sembra preoccupato e ha inviato all’Ue la richiesta per la quarta rata, relativa proprio agli interventi del primo semestre. Vai al grafico.

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le proposte di revisione presentate finora dal governo. La prima era mirata alla modifica di 10 scadenze del primo semestre del 2023 ed è stata approvata dalle istituzioni europee a fine luglio. Sulla seconda sono attualmente in corso le verifiche della commissione. Si tratta di modifiche complessive del Pnrr e dell’integrazione del capitolo energetico RepowerEu. Tra le richieste, molte puntano a ridurre i target previsti dalle misure o a facilitare la capacità di spesa. In altre parole, l’esecutivo spera di ottenere una rimodulazione e una semplificazione del piano e questo spiega almeno in parte perché non è preoccupato dei ritardi. Vai al grafico.

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i finanziamenti destinati al Pnrr italiano sul totale del dispositivo di ripresa e resilienza europeo. Questo ha un peso nel processo di verifica del Pnrr da parte di Bruxelles. Poiché il fallimento del piano italiano costituirebbe un fallimento per l’intero progetto a livello europeo e la commissione in primis ha interesse a evitare questo esito. Ciò si traduce in una valutazione meno tecnica e meno rigida dell’operato italiano in termini di scadenze. Un’evidenza a cui si aggiungono altri fattori prettamente politici: la ratifica del meccanismo europeo di stabilità (Mes), la procedura d’infrazione sulle concessioni ai balneari e, non da ultimo, le prossime elezioni del parlamento europeo di giugno. Vai all’articolo.

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le scadenze europee da completare tra ottobre e dicembre 2023 per poter richiedere la quinta rata. Finché la proposta di revisione non verrà approvata dalla commissione europea, resta in vigore l’agenda attuale. Dunque almeno in teoria, il governo dovrà continuare a lavorare per conseguire i numerosi interventi del quarto trimestre appena iniziato. Va ribadito che tutti questi passaggi e processi avvengono in una totale mancanza di trasparenza. Una conseguenza anche della minor centralità affidata agli aspetti tecnici, in favore di dinamiche politiche, più difficili da monitorare. Vai all’articolo. 

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