Le infrastrutture per ricaricare le auto elettriche Innovazione

La sostituzione dei veicoli inquinanti con quelli a basse emissioni è considerata fondamentale per la transizione ecologica, ma presenta alcuni ostacoli. Ad esempio le infrastrutture per ricaricare i veicoli, a oggi ancora diffuse in modo disomogeneo tra nord e sud.

|

Gli obiettivi climatici europei e le auto a basse emissioni

Uno degli obiettivi del green deal europeo, il piano comunitario per raggiungere la neutralità climatica, è quello di ridurre l’impatto dei trasporti, una delle attività umane più inquinanti ma allo stesso tempo imprescindibili.

-90% le emissioni dal settore dei trasporti entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990, uno degli obiettivi del green deal europeo.

Una delle modalità previste è la graduale sostituzione dei veicoli inquinanti (alimentati con carburanti fossili) con veicoli “a basse emissioni”. Tra questi, le vetture elettriche o ibride, che già oggi vantano una diffusione notevole in alcune aree del continente.

Secondo la European environmental agency (Eea), nel 2021 la quota di veicoli elettrici in Europa era pari al 17,8%. Con un aumento molto marcato rispetto agli anni precedenti: si attestava infatti al 10,7% nel 2020 e appena al 2,9% nel 2019. In Italia, è elettrico (o ibrido) il 9,3% dei veicoli.

Le infrastrutture di ricarica, una sfida per le auto elettriche

È importante evidenziare che però anche le auto a basse emissioni presentano degli ostacoli. Ad esempio il problema dello smaltimento delle batterie esauste, visto che esse contengono a loro volta materiali inquinanti. Ma anche la questione della ricarica, le cui infrastrutture sono ancora scarse in Europa, e mal distribuite. Una criticità che ha rilevato la stessa corte dei conti europea.

L’Ue è tuttora molto lontana dall’ambizioso valore-obiettivo stabilito nel Green Deal di un milione di punti di ricarica entro il 2025 e non dispone di una tabella di marcia strategica generale per la mobilità elettrica.

L’obiettivo comunitario sarebbe quello di disporre di un milione di punti di ricarica entro il 2025, ma la realtà è ben distante. Come ricostruisce la corte dei conti, per colmare questo deficit sarebbe necessario istallare 150mila nuovi punti di ricarica ogni anno, ovvero circa 3mila a settimana. Nel 2020 se ne contano infatti appena 250mila in totale, in Ue e nel Regno Unito.

Secondo la European alternative fuels observatory (Eafo), sarebbero circa 33mila i punti di ricarica in Italia, alla fine del 2022.

Stando invece alle analisi di Istat, che rileva quante sono le colonnine accessibili al pubblico specificamente nei territori dei comuni capoluogo di provincia e nelle città metropolitane, nel 2020 (l’ultimo dato disponibile) sarebbero 3.293 le infrastrutture esistenti in ambito urbano, nel nostro paese.

I dati si riferiscono al numero di colonnine ogni 10 chilometri quadrati di territorio, sono riferiti esclusivamente alle città metropolitane, e indicano le infrastrutture (colonnine) di ricarica per veicoli elettrici presenti e funzionanti sul territorio comunale con libero accesso al pubblico (a pagamento, a titolo gratuito e del servizio di car sharing).

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(pubblicati: lunedì 4 Luglio 2022)

Torino è la prima tra le città metropolitane per entità delle infrastrutture per auto elettriche, con circa 47 colonnine ogni 10 kmq di territorio. Seguono Milano (31) e Firenze (17). Mentre l’ultima è Venezia, con appena 0,17 torrette ogni 10 kmq, seguita da Reggio di Calabria e Roma, entrambe con meno di 2.

Ma, sempre secondo le rilevazioni Istat, solo a Torino e a Genova sarebbero presenti colonnine alimentate da fonti rinnovabili, rispettivamente 170 (circa il 28% del totale) e 1 colonnina.

Anche in numeri assoluti Torino è la prima, con 609 torrette disponibili. Segue Milano con 564. A distanza invece la capitale, con appena 215 strutture.

Aumenta la disponibilità, ma prevalentemente al nord

Nel complesso in tutto il paese è aumentata la disponibilità di infrastrutture per ricaricare le auto elettriche, una tendenza certamente positiva. Tuttavia, l’aumento è stato significativamente più marcato nei capoluoghi del nord.

I dati si riferiscono al numero di torrette per ricaricare le auto elettriche, in numeri assoluti, nei comuni capoluogo di provincia e nelle città metropolitane, divisi per macro area, tra 2016 e 2020.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(pubblicati: lunedì 4 Luglio 2022)

Considerando i capoluoghi, dal 2016 al 2020 il numero di colonnine è aumentato in tutte le macro aree. Mentre però al sud e soprattutto al centro l’incremento è stato contenuto (rispettivamente +286 e +244 strutture), al nord ha quasi raggiunto il 250%, passando da 632 nel 2016 a 2.190 nel 2020.

Foto: Michael Fousertlicenza

PROSSIMO POST