Le aziende sanitarie e ospedaliere commissariate in Italia Asl

Le aziende ospedaliere e sanitarie sono le strutture con cui i cittadini si rapportano per ricevere prestazioni sanitarie. Un loro funzionamento ordinato è quindi molto importante. Talvolta però a capo di queste organizzazioni siede un vertice non ordinario.

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Le aziende sanitarie (Asl) e ospedaliere (Ao) sono le strutture amministrative del sistema sanitario più prossime al cittadino oltre ad essere le realtà che offrono nella pratica quotidiana le prestazioni. Il loro ruolo quindi è sempre fondamentale ma è chiaro che nel corso di una crisi sanitaria diventa ancora più importante che siano poste in condizione di funzionare al meglio.

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Queste strutture dovrebbero essere poste sotto la guida di un direttore generale, nominato dalla regione, coadiuvato da un direttore sanitario, da un direttore amministrativo e in alcuni casi da un direttore sociosanitario. Il direttore generale è l’organo monocratico di rappresentanza legale e di governo dell’azienda, tuttavia a volte al suo posto si trova un commissario straordinario. Le ragioni di un commissariamento possono essere varie: da una gestione poco accorta da parte della direzione precedente a una semplice fase di transizione tra un direttore generale e il successore.

Una materia di competenza regionale

Il sistema sanitario nazionale è stato istituito con la legge 833/1978. Negli anni novanta poi il decreto legislativo 502/1992 ha provveduto a riordinare la materia trasformando le unità sanitarie locali (Usl) in aziende sanitarie (Asl) e valorizzando il ruolo delle regioni quale snodo locale del sistema sanitario nazionale. Questa norma è ancora oggi il quadro di riferimento generale che disciplina la materia sanitaria a livello nazionale.

Spettano alle regioni e alle province autonome, nel rispetto dei principi stabiliti dalle leggi nazionali, le funzioni legislative ed amministrative in materia di assistenza sanitaria ed ospedaliera.

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Proprio in virtù dei poteri attribuiti alle regioni le aziende sanitarie e quelle ospedaliere, tra le altre cose, possono assumere denominazioni differenti a seconda della regione, così come possono essere diverse le norme che ne disciplinano il commissariamento.

Il D.Lgs. 502/1992 infatti stabilisce solo alcune regole comuni per la nomina dei direttori generali, e alcuni casi in cui le regioni devono provvedere alla loro sostituzione. Il decreto legislativo 171/2016 inoltre stabilisce che i direttori generali devono essere scelti tra quelli iscritti all’interno di un elenco nazionale. Dallo stesso elenco devono essere scelti i commissari straordinari nel caso se ne presenti la necessità. Tuttavia a parte questo è lasciato alle regioni un ampio margine di autonomia.

Le aziende commissariate

Ad oggi sono 32 le aziende ospedaliere o sanitarie che al proprio vertice hanno un commissario straordinario. A queste bisogna poi aggiungere due realtà calabresi: l’azienda sanitaria provinciale di Crotone e l’azienda ospedaliera Mater domini. Qui infatti è in carica un direttore generale facente funzioni ma solo perché il commissario si è dimesso e non è ancora stato nominato il suo successore. Infatti stando al nuovo decreto Calabria il nuovo commissario ad acta della regione, Guido Longo, dovrà procedere alla nomina di commissari per tutte le Asl e le Ao della regione, ad esclusione delle due commissariate per infiltrazione della criminalità organizzata.

34 le aziende sanitarie e le aziende ospedaliere commissariate in Italia.

A parte la Calabria in altre due regioni tutte le aziende sanitarie risultano commissariate: la Valle d’Aosta e l’Umbria. La Valle d’Aosta tuttavia è un caso particolare visto che in questa regione esiste una sola azienda sanitaria. In Umbria invece sono commissariate sia le 2 aziende sanitarie che le 2 aziende ospedaliere. I nuovi commissari sono entrati in carica a luglio e dovrebbero mantenere l’incarico fino alla fine dell’anno con lo scopo di dare il tempo alla regione di riorganizzare la sanità umbra. Ai commissari sono state date anche competenze specifiche per affrontare questa fase di transizione, al termine della quale le strutture sanitarie dovrebbero tornare ad essere gestite in termini ordinari.

Il direttore generale è l’organo monocratico di rappresentanza legale e di governo sia delle aziende sanitarie locali che delle aziende ospedaliere. Talvolta tuttavia il direttore generale può essere rimosso prima del tempo oppure può dimettersi per ragioni proprie. In questi casi norme nazionali o regionali stabiliscono la possibilità che al suo posto la regione nomini, in via temporanea, un commissario straordinario. In alternativa, in situazioni specifiche, le regioni possono decidere di nominare il direttore amministrativo o il direttore straordinario quale direttore generale facente funzioni (FF) per il tempo strettamente necessario.

Infine, come nel caso di due aziende calabresi, strutture di questo tipo possono essere commissariate per decreto del ministro dell’interno a causa di infiltrazioni della criminalità organizzata.

FONTE: Openpolis
(ultimo aggiornamento: venerdì 27 Novembre 2020)

I cambi al vertice nel corso dell'emergenza sanitaria

A inizio marzo 2020, quando l'emergenza sanitaria era appena agli inizi, erano 30 le aziende commissariate, contro le 34 attuali. Un aumento che si spiega con alcuni nuovi commissariamenti che hanno avuto luogo in Basilicata, Lazio, Piemonte e Sicilia, nonostante il numero di strutture commissariate sia invece calato in Campania ed Emilia-Romagna.

+4 le aziende ospedaliere e sanitarie commissariate rispetto a marzo 2020.

Più in generale però sono stati molti di più i cambi al vertice avvenuti proprio nei mesi in cui era in corso l'emergenza da Covid-19. Un fatto che in alcuni casi può essere spiegato con la naturale scadenza del contratto del direttore generale in carica. In altri casi invece si tratta di situazioni particolari da analizzare singolarmente. Nel complesso tuttavia si rileva come in circa il 15% delle Ao e delle Asl siano cambiati i vertici in carica proprio nel corso di una fase così delicata.

26 le aziende sanitarie o ospedaliere in cui, da marzo 2020 ad oggi, è cambiata almeno una volta la persona che ricopriva l'incarico di direttore generale o di commissario straordinario.

Da segnalare tuttavia che ben 8 dei cambi al vertice riguardano l'Emilia-Romagna dove i vertici delle strutture andavano in scadenza poche settimane dopo le ultime elezioni regionali.

Un problema di trasparenza?

I dati presentati sono il risultato di un'analisi basata sul monitoraggio dei siti delle Asl e delle Ao. Le informazioni dunque sono quelle presenti sui siti istituzionali. Tuttavia, in alcuni casi, i siti non risultano aggiornati oppure presentano informazioni diverse in pagine diverse.

Una questione che in alcuni casi si manifesta in maniera particolarmente grave ma che, in misura diversa, è presente in molti siti delle aziende sanitarie. La mancanza di informazioni attendibili sui siti di organizzazioni così importanti  è un problema già di per sé oltre che una violazione delle norme sulla trasparenza. È da auspicare tuttavia che questo, al netto dei problemi di trasparenza, non sia in realtà anche l'espressione di una carenza organizzativa. Ciò sarebbe molto più grave data l'importanza di queste strutture per la salute della collettività.

 

Foto Credit: Grande ospedale metropolitano Bianchi Melacrino Morelli

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