La rilevanza dei comuni per il soccorso civile Bilanci dei comuni

L’Italia è uno dei paesi con il maggior numero di aree vulnerabili d’Europa. Sono numerose le attività di prevenzione e ricostruzione che possono essere messe in atto, molte di queste a livello comunale.

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Nella gestione delle calamità, i comuni hanno un ruolo importante. Si parla sia dell’amministrazione del sistema della protezione civile che degli interventi diretti a seguito di eventi climatici estremi.

Come evidenziato dalle ultime ricerche del programma europeo Espon, in Italia sono presenti dei territori che risultano essere tra i più vulnerabili a livello europeo per quel che riguarda i disastri naturali.

22% della popolazione europea vive in una condizione di vulnerabilità elevata o molto elevata (Espon, 2021).

116 dei 528 milioni di abitanti europei vivono in territori che presentano forti fragilità agli eventi ambientali estremi. L’Italia è seconda solo alla Romania per la presenza di abitanti queste aree, seguita da Bulgaria e Grecia.

Uno dei fenomeni che interessa maggiormente il nostro paese è infatti quello del dissesto idrogeologico. Come segnalato da Ispra, l’aumento della popolazione che vive in aree urbanizzate ha determinato uno spopolamento di aree rurali che hanno visto manutenzioni sempre più sporadiche. I due indicatori principali per valutare il rischio di dissesto idrogeologico sono quelli legati alla probabilità di frane e di alluvioni. A livello regionale, lo scenario italiano è particolarmente vario.

Questi due indicatori rientrano all’interno del rapporto bes, con il quale si vuole dare una panoramica dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano il nostro paese. Per pericolosità di frana si tiene in considerazione la probabilità di occorrenza di un fenomeno potenzialmente distruttivo, di una determinata intensità in un dato periodo e in una data area. Sono inclusi gli scenari a probabilità elevata e molto elevata. Per rischio di alluvione invece si considera la probabilità che l’area possa essere innondata. Si considerano gli scenari di pericolosità media, che includono anche quelli a pericolosità elevata.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat.
(ultimo aggiornamento: lunedì 18 Luglio 2022)

La regione italiana a maggior rischio alluvionale è l'Emilia Romagna, con una popolazione potenzialmente esposta pari al 62,5%. Seguono la provincia autonoma di Trento (25,9%), la Toscana (25,5%) e la Liguria (17,4%). I valori minori sono stati calcolati per la Sicilia (2,6%), il Molise (2,3%) e la Basilicata (1,1%).

Per quel che riguarda invece le frane, la Valle d'Aosta risulta quella caratterizzata da un rischio maggiore, con il 12,1% della popolazione che vive in aree critiche. Basilicata (7%), Molise (6,1%) e Liguria (5,9%) riportano i valori più alti. I più bassi invece si registrano in Lombardia (0,5%), Friuli Venezia Giulia (0,4%) e Veneto (0,1%).

Sono numerose le attività di prevenzione del rischio e di ricostruzione delle zone colpite da disastri naturali. Una parte di queste viene direttamente gestita dai comuni, che hanno un ruolo importante in questo data la loro vicinanza ai bisogni diretti delle comunità.

Le spese dei comuni per il soccorso civile

Le amministrazioni possono inserire le uscite per questo specifico ambito in una missione dedicata composta da due voci: "sistema di protezione civile" e "interventi a seguito di calamità naturali".

Nella prima, sono comprese tutte le spese dedicate agli interventi locali della protezione civile. Sono incluse le attività a supporto del volontariato oltre al monitoraggio e al coordinamento degli interventi sul territorio.

Nella seconda invece si considerano tutte le uscite per fronteggiare calamità già avvenute. Si va dalle sovvenzioni per il ripristino ambientale fino alle gestioni dei commissari. Non sono considerati gli indennizzi per il settore agricolo.

I dati mostrano la spesa per cassa riportata nella missione “soccorso civile”. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti non sono disponibili i dati di Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2020.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: lunedì 18 Luglio 2022)

Tra le grandi città, quella che spende di più è Messina con 11,66 euro pro capite. Seguono Napoli (10,29), Genova (9,65) e Venezia (8,14). In coda invece tre città del nord: Padova (1,07 euro pro capite); Verona (0,89) e Trieste (0,19).

A livello italiano, le amministrazioni spendono in media 67,63 euro pro capite per il soccorso civile. Le amministrazioni che riportano le uscite maggiori sono quelle abruzzesi (1186,14), quelle marchigiane (265,18) e quelle altoatesine (119,48). Al contrario, le spese più basse sono state registrate per i comuni della Calabria (5,29 euro pro capite), della Puglia (4,35) e della Sicilia (4,15).

La regione Abruzzo presenta un valore particolarmente alto. Basti pensare che escludendo il dato delle amministrazioni abruzzesi la media nazionale si abbasserebbe a 22,23 euro pro capite. Andiamo quindi ad analizzare questa situazione molto particolare.

I dati mostrano la spesa per cassa riportata nella missione “soccorso civile”. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Il dato non è disponibile per i comuni in grigio.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: lunedì 18 Luglio 2022)

I comuni abruzzesi che spendono di più per questa missione sono quelli della provincia dell'Aquila (3.017,93 euro pro capite di media). Seguono quelli nelle aree di Teramo (613,59), Pescara (264,73) e Chieti (3,03). Scendendo più nel dettaglio, sono 47 i comuni che riportano spese superiori ai 1.000 euro pro capite. Di questi, 36 sono aquilani, 7 teramani e 4 pescaresi. Le quattro amministrazioni che registrano le uscite maggiori sono Villa Santa Lucia degli Abruzzi (38.783,38 euro pro capite), San Benedetto in Perillis (30.950,00), Caporciano (21.474,75) e Sant'Eusanio Forconese (20.675,88).

Come si può anche vedere dalla mappa, quasi tutti i comuni abruzzesi che spendono di più per il soccorso civile sono località particolarmente colpite dai terremoti che hanno interessato il centro Italia nel 2009, 2016 e 2017.

I dati mostrano la spesa per cassa riportata nella missione “soccorso civile”. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: lunedì 18 Luglio 2022)

La quasi totalità dei comuni delle prime posizioni rientra all'interno dei crateri sismici. Oltre ai comuni abruzzesi, si segnalano anche alcuni comuni delle Marche, dell'Umbria e del Lazio che presentano degli importi molto elevati. Sono 78 le amministrazioni italiane che riportano uscite superiori ai 1.000 euro pro capite.

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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto: Christian Bartolone - licenza

 

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