La gestione di Figliuolo e i distinguo da quella di Arcuri Bandi Covid

A inizio luglio il commissario straordinario ha pubblicato i pagamenti per l’emergenza Covid nei primi due trimestri dell’anno. Parliamo di 1,2 miliardi di euro, dai quali però mancano all’appello gli ultimi mesi della gestione Arcuri, da cui Figliuolo si è smarcato anche di fronte la camera dei deputati.

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In circa 17 mesi sono stati messi a bando più di 18 miliardi di euro, per un totale di quasi 15mila lotti di gara indetti con lo scopo di fronteggiare la pandemia da Covid-19 in Italia.

Si tratta di cifre considerevoli, per bandi delle amministrazioni pubbliche in regime di emergenza (proclamato il 31 gennaio 2020), avviati per lo più attraverso procedure semplificate (con l’obiettivo di accorciare i tempi delle forniture) e dalla struttura del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, come abbiamo visto nei nostri precedenti approfondimenti sul tema.

Le spese per l’emergenza.

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La discontinuità marcata da Figliuolo

Negli ultimi giorni il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo ha reso pubblici i pagamenti effettuati negli ultimi due trimestri dalla struttura che presiede. Andando ad analizzare il rendiconto, tuttavia, scopriamo che non si tratta dei pagamenti per le forniture acquistate dal commissario nel primo semestre del 2021, ma solo a partire dal 1 marzo, ossia il giorno in cui Figliuolo ha ufficialmente sostituito il predecessore Domenico Arcuri.

Nonostante le strutture commissariali non debbano garantire per natura (anche giuridica) una continuità amministrativa in senso stretto, è chiaro che Figliuolo abbia voluto marcare una linea con la precedente gestione, iniziando a rendicontare i pagamenti solo a partire dal giorno in cui si è insediato. D’altro canto, le parole pronunciate dal generale nel corso di un’audizione alla Camera nel giugno scorso erano state eloquenti.

Secondo i principi generali dell’ordinamento giuridico, il rendiconto amministrativo inerente al periodo antecedente al 1 marzo 2021 deve essere reso dal commissario e dalla struttura di supporto a suo tempo responsabile.

Nella medesima occasione lo stesso commissario ha riferito di una ricognizione dei contratti operanti, oltre 200, per cui risultano impegni assunti dalla gestione Arcuri, per importi pari a circa 2,2 miliardi di euro: “Sono state avviate diverse azioni volte a esplorare ogni margine di rinegoziazione degli impegni assunti ovvero, ove possibile, a risolvere consensualmente i contratti già stipulati”, ha dichiarato.

I pagamenti nel primo semestre dell’anno

“Nonostante oggi non sia stato ancora effettuato un formale passaggio di consegne con la precedente gestione”, ha detto Figliuolo audito in commissione bilancio “si è provveduto al pagamento di importi pari a oltre 1,6 miliardi di euro”, per lo più riferiti a impegni di spesa assunti dalla gestione Arcuri.

In realtà dalla nostra analisi dei pagamenti pubblicati risultano importi complessivi per 1,2 miliardi di euro, per pagamenti effettuati dal 10 marzo al 28 giugno scorsi. 761,4 milioni di euro è la somma liquidata per l’acquisto di mascherine e altri dispositivi di protezione, 228,3 milioni sono stati pagati per prodotti per l’analisi (come test e tamponi), 151,9 milioni per strumenti per la terapia intensiva e farmaci utili al contrasto del virus.

È doveroso sottolineare che parliamo di somme effettivamente liquidate dal commissario straordinario alle imprese fornitrici, e non di cifre messe a bando o importi di aggiudicazione, di cui ci occupiamo solitamente attraverso i dati dell’osservatorio sui bandi Covid.

I dati mostrano la distribuzione percentuale tra le diverse tipologie di fornitura rispetto ai pagamenti liquidati dal commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo dal 1 marzo al 6 luglio 2021. Si tratta di pagamenti anche riferibili a contratti posti in essere nella precedente gestione commissariale. Le tipologie di fornitura sono categorie individuate da openpolis in base ai bandi di gara indetti dall’inizio dell’emergenza e monitorati dall’osservatorio Bandi Covid. Nella tipologia “altro” sono comprese tutte le forniture non riconducibili alle altre categorie.

FONTE: elaborazione openpolis su dati del commissario straordinario per l'emergenza Covid-19
(ultimo aggiornamento: martedì 6 Luglio 2021)

Il 63,16% degli importi pagati da quando Figliuolo è commissario è stato liquidato per l'acquisto di mascherine e altri tipi di disposizione individuale. Il 18,9% delle somme, circa 228 milioni, è stata invece pagata per prodotti o servizi di analisi (come test e tamponi).

Seguono pagamenti per attrezzature per la terapia intensiva, la rianimazione o i farmaci (12,6%), per infrastrutture e arredi (1,59%) e trasporto o movimentazione (1,23%).

Il grafico mostra le 20 imprese che hanno ricevuto le somme maggiori, dal 1 marzo al 7 luglio 2021, rispetto a beni o servizi acquistati dal commissario straordinario per l’emergenza Covid-19. I pagamenti possono riferirsi alla struttura commissariale di Francesco Paolo Figliuolo o a quella del suo precedessore Domenico Arcuri. Le somme fanno riferimento ai pagamenti effettivamente liquidati, rispetto a contratti posti in essere precedentemente. Gli importi banditi e aggiudicati sono considerati al netto degli accordi quadro, ossia le procedure che prevedono un affidamento diretto all’impresa, ma in seguito alla conclusione di una convenzione con una serie di aziende fornitrici.

FONTE: elaborazione openpolis su dati del commissario straordinario dell'emergenza Covid-19
(ultimo aggiornamento: martedì 6 Luglio 2021)

Nei primi mesi del 2021 è stata FCA Italy, società del gruppo Stellantis, a incassare le somme maggiori per forniture relative all’emergenza sanitaria: 102,47 milioni di euro, parte di un contratto stipulato con la struttura commissariale e che prevede la fornitura di mascherine dal settembre 2020 al settembre 2021, per complessivi 237,4 milioni.

Macron Spa, invece, è stata pagata per 99,5 milioni, un corrispettivo parziale rispetto ai numerosi lotti di gara che l’azienda di abbigliamento sportivo ha vinto per la fornitura di dispositivi di protezione come tute, camici e mascherine. Sempre tute e camici ha fornito la Tessiture Pietro Radici Spa, per importi bandi aggiudicati pari a 182,9 milioni di euro e incassi, nei mesi considerati, pari a 85,7 milioni.

Una trasparenza a metà

Al di là degli elenchi sui pagamenti pubblicati qualche giorno fa, continuano ad esserci criticità che impediscono una compiuta trasparenza della gestione commissariale e, più in generale, delle amministrazioni pubbliche nell'emergenza sanitaria. La struttura di Figliuolo, infatti, ha confermato l'utilizzo la piattaforma di rendicontazione delle spese, lanciata da Arcuri lo scorso autunno.

 

I dati sulla piattaforma del commissario straordinario non sono scaricabili, rendendo impossibile l'analisi.

Come abbiamo già affermato a novembre, il portale continua a presentare diverse criticità: innanzitutto i dati presenti sulla piattaforma non sono scaricabili, rendendo impossibile analisi più approfondite. In secondo luogo vengono riportati solo gli importi relativi ai contratti firmati, ma non ai bandi di gara e alle modalità di assegnazione degli approvvigionamenti.

Risultano infatti 330 contratti firmati (di cui 86 sottoscritti da protezione civile e consip prima della nomina di Arcuri, 215 quando era commissario quest'ultimo e 39 da quando lo è Figliuolo), per importi pari a 4,21 miliardi di euro, dei quali 250 nel periodo di protezione civile e consip, 3,55 miliardi nei mesi in cui a capo della struttura c'era Arcuri e i restanti 412 milioni da quando il commissario è Figliuolo.

Sulla piattaforma non figurano però tra i contratti firmati bandi per le vaccinazioni, come il più importante dal punto di vista di economico, dall'importo di 1,13 miliardi di euro, che riguarda l'acquisto di 78 milioni di dosi di vaccino anti-Covid. Inoltre, continuano a latitare le informazioni di dettaglio sulle aziende vincitrici, come il codice fiscale o la partita iva, che permetterebbero analisi dei dati più complete.

Senza contare che il portale della struttura governativa pubblica solo le spese del commissario, ma non gli acquisti per l'emergenza di tutte le altre amministrazioni pubbliche, che necessiterebbero ugualmente di maggiore trasparenza.

18,42 miliardi di euro messi a bando (al netto degli accordi quadro) per l'emergenza Covid da tutte le amministrazioni pubbliche italiane, al 16 luglio 2021.

A oltre un anno e mezzo dall'inizio dell'emergenza, insomma, c'è ancora molto da fare. La pubblicazione accessibile e in formato riutilizzabile dei dati è infatti l'unico strumento a disposizione per valutare come le autorità pubbliche stanno gestendo l'emergenza sanitaria dal punto di vista economico.

Un aspetto fondamentale, viste le cifre in ballo e l'importanza del tema per il paese, che dovrebbe interessare le istituzioni a tutti i livelli, per un reale e auspicabile controllo dal basso dell'operato della politica e dei decisori pubblici.

Foto credit: governo italiano

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