La cooperazione italiana e la sicurezza alimentare, uno sforzo del tutto inadeguato Cooperazione

Nel mondo è in crescita il numero di persone che soffrono la fame. Un fenomeno molto presente anche nei paesi che la cooperazione italiana considera prioritari. Eppure gli sforzi del nostro paese per affrontare la situazione sono del tutto insufficienti.

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Gli ultimi report delle agenzie delle Nazioni unite segnalano numeri preoccupanti sul tema della sicurezza alimentare. Da anni sono in aumento le persone nel mondo che soffrono la fame, l’insufficiente nutrizione o l’insicurezza alimentare. Una situazione resa oggi ancora più difficile dall’arrivo del coronavirus. Molte popolazioni coinvolte abitano in paesi che la nostra cooperazione identifica come prioritari. Anche per questo è importante che l’Italia aumenti il suo contributo nella cooperazione allo sviluppo concentrandosi in particolare sulla lotta alla fame nel mondo.

Crescono i numeri della fame

Recentemente abbiamo pubblicato un articolo diffondendo i dati del rapporto The State of Food Security and Nutrition in the World 2020 che indicava come nel 2019 ci fossero quasi 690 milioni di persone in una condizione di insicurezza alimentare. Un dato già in crescita anche al netto del coronavirus. Negli scorsi giorni poi è stato pubblicato il Global report on food crises 2021 che propone un’analisi più aggiornata fornendo dati sul 2020.

I dati dei due report non sono perfettamente confrontabili visto che utilizzano metodologie differenti. Il Global report on food crises infatti utilizza una scala chiamata Integrated food security phase classification and Cadre harmonisé (Icp/Ch) e si concentra sulle fasi Icp/Ch 3, 4 e 5 che corrispondono a una situazione di crisi (Icp/Ch 3), di emergenza (Icp/Ch 4) o di carestia (Icp/Ch 5).

155 milioni le persone nel mondo che si trovavano in una condizione di crisi alimentare, di emergenza o di carestia nel 2020.

Un dato in crescita del 14,8% rispetto ai 135 milioni del 2019. Venti milioni di persone in più che soffrono la fame a causa di conflitti, siccità e crisi economiche presenti già prima della pandemia, che tuttavia complica la situazione in ogni settore sia direttamente che indirettamente.

FONTE: Global Report on Food Crises - 2021
(ultimo aggiornamento: martedì 18 Maggio 2021)

La Repubblica democratica del Congo è il paese con il più alto numero di persone che soffrono la fame nel mondo. Si tratta di un territorio molto vasto e differenziato in cui il 33% della popolazione si trova in una condizione di questo tipo. In altri paesi il numero assoluto di persone in una situazione critica è inferiore ma rappresenta in realtà la maggioranza della popolazione o quasi. Si tratta di casi come la Siria (60% della popolazione) o il Sud Sudan (55%), ma anche dello Yemen e dello Zimbabwe (entrambi 45%).

Oltre a questi casi più estremi sono molti i paesi in cui sono in corso o stanno emergendo situazioni di crisi alimentare destinate a peggiorare se non si interverrà in maniera decisa.

55 i paesi in cui nel 2020 si riscontravano situazioni di crisi alimentare, di emergenza o di carestia.

La crisi alimentare nei paesi prioritari della cooperazione italiana

Tra questi 55 territori, 17 si trovano nella lista dei 22 paesi considerati prioritari dalla cooperazione Italiana.

Per avviare o proseguire processi di sviluppo in queste zone dunque è fondamentale che l'Italia aumenti il proprio impegno nella lotta alla fame e nella costruzione di sistemi di approvvigionamento agroalimentare resilienti che possano sostenere la popolazione locale e resistere agli shock derivanti dal coronavirus o da altri fattori critici.

E questo senza considerare che il documento triennale di programmazione già identifica il tema della sicurezza alimentare come una priorità tematica. Può essere utile dunque concentrare l'attenzione sui paesi prioritari per la nostra cooperazione in cui è in corso una crisi alimentare.

56 milioni le persone che nel 2020 si trovavano in una condizione di crisi alimentare, di emergenza o di carestia nei paesi considerati prioritari dalla cooperazione italiana.

FONTE: Global Report on Food Crises - 2021
(ultimo aggiornamento: martedì 18 Maggio 2021)

Quasi il 68% delle persone indicate in questo gruppo si trovano nei 4 stati più colpiti: Afghanistan, Sudan, Etiopia e Sud Sudan. Territori in cui ancora oggi insistono conflitti violenti e in cui quindi è prioritaria un'azione rapida e decisa per evitare una catastrofe umanitaria. Anche negli altri paesi comunque sono milioni le persone che soffrono una situazione di insicurezza alimentare grave.

Per quanto riguarda il Libano, la Giordania e l'Egitto, il fatto che siano i paesi con i numeri meno drammatici in questa triste classifica non deve trarre in inganno rispetto a una situazione in realtà molto difficile. Le persone che in queste zone soffrono di una condizione di crisi alimentare, se non peggio, non sono infatti cittadini di quelli stati, ma principalmente rifugiati siriani. Una situazione che rende difficilissimo se non impossibile per le popolazioni coinvolte sfuggire dalla fame, se non attraverso gli aiuti internazionali umanitari.

Un impegno insufficiente

La lotta alla fame nel mondo dunque è una delle priorità della cooperazione italiana, oltre ad essere il secondo obiettivo dell'Agenda per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni unite (Sdg 2). Ad oggi i dati sul contributo italiano in questo settore si fermano al 2019. Un anno in cui il problema della fame nel mondo era in crescita ma che ancora non aveva fatto i conti con i drammatici effetti della pandemia, il suo impatto economico-sociale e l'esacerbarsi degli altri elementi di crisi.

Come abbiamo visto in precedenti approfondimenti il volume dell'aiuto allo sviluppo (Aps) italiano nel 2019 è stato piuttosto basso, in particolare per quanto riguarda la componente bilaterale. Si tratta complessivamente di 1.398 milioni di dollari (1.248 mln €) di cui solo il 5,1% destinato al tema della sicurezza alimentare (considerando i codici Dac-Crs 310 e 43040).

$ 33,4 milioni i fondi della cooperazione italiana destinati alla sicurezza alimentare nei 17 paesi prioritari.

FONTE: Ocse - Crs
(ultimo aggiornamento: martedì 18 Maggio 2021)

In media l'Italia fornisce solo 60 centesimi a persona per la sicurezza alimentare nei 17 paesi prioritari.

Uno sforzo inadeguato a contrastare delle possibili carestie in particolare in paesi come l'Afghanistan o il Sudan in cui a fronte di quasi 23 milioni di persone in condizione di crisi alimentare l'Italia ha stanziato meno di un milione di dollari in ciascun paese. Importi del tutto insufficienti affinché l'Italia assuma un ruolo guida nell'affrontare queste crisi alimentari. E questo nonostante il nostro paese concentri in questi 17 territori il 46% delle risorse che dedica al settore.

 

 

Foto credit: Oxfam

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