Il ruolo dei comuni nei servizi integrativi all’offerta scolastica Bilanci dei comuni

I servizi ausiliari hanno un ruolo importante nel garantire l’accesso all’istruzione. Attraverso i bilanci, si può vedere quante risorse vengono destinate dai comuni per questo fine.

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Per poter favorire un accesso all’istruzione senza discriminazioni non è sufficiente fornire una copertura scolastica capillare sul territorio. È necessario infatti predisporre dei servizi integrativi all’offerta scolastica per supportare i minori nel loro percorso di studio. Alcuni di questi sono direttamente gestiti dai comuni, con delle uscite che figurano all’interno dei bilanci.

Numerosi aspetti sono di competenza degli enti locali, dall’assistenza ai disabili al trasporto scolastico, passando per il servizio mense. Per quanto riguarda questo ultimo punto, la refezione scolastica fornisce dei pasti sani al minore e garantisce la continuità del tempo pieno a scuola, favorendo ai genitori un’adeguata conciliazione dei ritmi lavorativi e familiari.

Il dato misura il rapporto percentuale tra gli edifici scolastici statali dotati di mensa e il totale degli edifici scolastici statali. Non sono disponibili dati per il Trentino-Alto Adige.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)

Andando a valutare l'offerta delle mense in Italia, i territori che registrano la maggior offerta del servizio di refezione sono situati nel centro-nord. Si tratta di Valle d’Aosta, Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte. Agli ultimi posti invece Campania e Sicilia. Tendenzialmente sono i centri urbani, dove si trova un maggior numero di scuole, a disporre in numero minore del servizio di refezione. I comuni polo, infatti, hanno una media di sole 20,8 scuole su 100 dotate di mensa.

Le aree interne sono i comuni italiani più periferici, in termini di accesso ai servizi essenziali (salute, istruzione, mobilità). Per definire quali ricadono nelle aree interne, per prima cosa vengono definiti i comuni “polo”, cioè realtà che offrono contemporaneamente (da soli o insieme ai confinanti): un’offerta scolastica secondaria superiore articolata (cioè almeno un liceo – scientifico o classico – e almeno uno tra istituto tecnico e professionale); almeno un ospedale sede di d.e.a. I livello; una stazione ferroviaria almeno di tipo silver. Vai a "Che cosa sono le aree interne"

La gestione delle mense rappresenta una delle materie di competenza delle amministrazioni ed è compresa all'interno dei bilanci.

Le spese dei comuni per servizi ausiliari all'istruzione

Queste uscite sono incluse in una missione dedicata all'istruzione e al diritto allo studio. Al suo interno, troviamo una voce dedicata a tutti quei servizi connessi all'educazione.

Sono comprese principalmente le attività di trasporto scolastico per i minori, il sostegno alla frequenza scolastica da parte degli alunni disabili, l'integrazione degli studenti stranieri, l'assistenza scolastica e il sistema di refezione.

I dati mostrano la spesa per cassa legata ai servizi ausiliari all’istruzione. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti non sono disponibili i dati di Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2020.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: venerdì 2 Settembre 2022)

È Bologna la grande città caratterizzata dalla spesa maggiore per tutte le attività integrative all'educazione. Questo valore si assesta a 73,84 euro pro capite. Seguono Firenze (60,97), Trieste (49,12) e Torino (47,12). Al contrario, i comuni che spendono di meno sono Verona (17,79), Palermo (10,79) e Messina (4,59).

I dati mostrano la spesa per cassa relativa ai servizi ausiliari all’istruzione. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: venerdì 2 Settembre 2022)

Durante l'arco di tempo considerato, Bologna ha sempre riportato i valori più alti per questa specifica voce. Seppur con alcune differenze, tutte le città hanno registrato un andamento piuttosto regolare. Un tratto comune è però il calo della spesa tra il 2019 e il 2020, complici forse anche le restrizioni messe in atto durante l'emergenza sanitaria. Il comune che ha riportato il calo più consistente è Bologna che nel 2020 spende il 31,08% in meno rispetto all'anno precedente. Seguono Firenze (-23,2%), Trieste (-14,94%), Roma (-13,77%) e Torino (-11,51%).

Se invece si considera l'intero territorio italiano, il valore medio di spesa comunale è pari a 26,85 euro pro capite. I territori in cui mediamente le amministrazioni spendono di più sono la Valle d'Aosta (92,79), la Toscana (52,87) e l'Emilia-Romagna (46,61). Al contrario, ci sono minori uscite nei comuni pugliesi (14,48 euro pro capite), campani (13,56) e della provincia autonoma di Trento (4,13).

I dati mostrano la spesa per cassa nella voce sui servizi ausiliari all’istruzione. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: venerdì 2 Settembre 2022)

Il comune in cui si spende di più per le attività integrative all'offerta scolastica è Rionero Sannitico, in provincia di Isernia, con 704,22 euro pro capite. Seguono Etroubles (Aosta, 410,59), Urbe (Savona, 354,26) e Montegabbione (Terni, 341,81).

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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto: Kim Deachul - licenza

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