I fondi per la rigenerazione urbana e la contrapposizione tra nord e sud #OpenPNRR

Nelle ultime settimane ha destato scalpore l’esclusione dei comuni del nord dai fondi per la rigenerazione urbana. Sono stati messi sotto accusa in particolare i criteri utilizzati per la selezione dei progetti da finanziare. Ma le criticità che emergono sono diverse.

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Alla fine di ottobre un decreto del ministero dell’interno ha reso noti i comuni vincitori del bando 2022 per il sostegno alla realizzazione di progetti di rigenerazione urbana. Tale decreto ha destato molte polemiche. Le risorse assegnate, pari a circa 300 milioni di euro, infatti sono andate quasi esclusivamente a territori del mezzogiorno.

Tra i motivi che hanno portato a questo risultato vi è certamente il fatto che la quota di risorse messe a bando era molto inferiore rispetto alle richieste. Per cui i tecnici del ministero si sono visti costretti ad adottare dei criteri di selezione molto stringenti. In particolare è stato fatto riferimento all’indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm).

L’Ivsm misura la vulnerabilità di un territorio in base alle condizioni sociali e abitative dei suoi abitanti. Vai a “Che cos’è la vulnerabilità sociale”

Nell’analizzare i dati però occorre tenere presente che le risorse assegnate con questo specifico bando sono solo una piccola parte rispetto a tutte quelle dedicate alla rigenerazione urbana. Anche grazie alle risorse del Pnrr che mette sul piatto circa 3,3 miliardi di euro.

Nel corso di quest’anno, ad esempio, sono state trovate le risorse per finanziare tutti i progetti presentati nel 2021 ma che erano rimasti inizialmente esclusi per l’esaurimento dei fondi disponibili. Considerando anche questo aspetto, la situazione appare più omogenea.

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Cos’è successo con il bando 2022

Per capire perché il bando del 2022 abbia avuto un esito così sbilanciato a favore dei comuni del mezzogiorno è necessario ricostruire il quadro d’insieme. Il primo riferimento normativo che incontriamo è la legge di bilancio per il 2020 che stanziava fondi per questo tipo di interventi fino al 2034.

Tali risorse sono poi state integrate dal Pnrr che prevede uno specifico investimento in questo ambito.

3,3 miliardi € l’ammontare destinato dal Pnrr alla rigenerazione urbana.

Questi fondi erano già stati assegnati con un decreto del ministero dell’interno pubblicato alla fine del 2021 (ne abbiamo parlato in questo articolo). Successivamente, il decreto legge 152/2021 (legato anch’esso all’attuazione del Pnrr) ha poi aggiunto ulteriori risorse per questi interventi. Si parla di 600 milioni in totale, di cui 300 per le annualità 2022 e 2023. Che coincidono con le risorse messe a bando dal ministero dell’interno.

Tra gli interventi finanziabili vi sono:

  1. manutenzione e rifunzionalizzazione di aree e strutture pubbliche e demolizione di opere abusive; 
  2. sviluppo dei servizi sociali, culturali, educativi e sportivi; 
  3. mobilità sostenibile.

La principale criticità che emerge analizzando l’esito del bando 2022 è che i fondi disponibili (300 milioni) riescono a soddisfare solo una piccola porzione rispetto alle richieste pervenute. Parliamo infatti di 5.268 istanze presentate per un costo complessivo di oltre 5 miliardi di euro.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell’interno
(pubblicati: venerdì 28 Ottobre 2022)

Per questo motivo i tecnici del ministero si sono visti costretti a operare una selezione piuttosto “radicale” delle opere da finanziare. In particolare, sono state prese in considerazione le sole proposte trasmesse dai comuni potenzialmente beneficiari sulla base dell’Ivsm.

Alla luce di questo principio e date le limitate risorse disponibili, risulta fisiologico che i fondi siano andati a territori del sud, generalmente più deprivati e svantaggiati. In particolare, come vedremo meglio tra poco, i comuni beneficiari del bando 2022 sono in tutto 201 e sono distribuiti tra Campania, Sicilia, Calabria, Puglia e Marche.

Le critiche degli enti locali e l’Ivsm

La questione è stata oggetto di contestazione anche in parlamento. Dove è stata citata più volte durante la discussione sul voto di fiducia al governo Meloni.

Anche l’associazione nazionale comuni italiani (Anci) ha espresso il proprio disappunto. In particolare le critiche si sono concentrate sull’utilizzo dell’Ivsm come criterio per la selezione dei progetti da finanziare.

La graduatoria dei comuni che riceveranno le risorse è stata compilata utilizzando un indice di vulnerabilità sociale che l’Anci ha già più volte segnalato come non rispondente alla realtà dei nostri territori.

In effetti si deve rilevare che i dati con cui viene costruito questo indicatore sono raccolti solo in occasione dei censimenti nazionali, il più recente dei quali risale al 2011. Da questo punto di vista quindi le osservazioni di Anci sono fondate. D’altra parte però si deve anche evidenziare che questo indicatore è stato reso obbligatorio come criterio per la selezione delle proposte dal decreto legge 243/2016. Inoltre è abbastanza probabile che i divari territoriali che caratterizzano storicamente la nostra penisola non siano cambiati di molto rispetto al 2011.

Il problema non sono i criteri utilizzati ma le scarse risorse.

Disparità che peraltro sono unanimemente riconosciute. Tanto che nello stesso Pnrr è stata inserita una clausola per riservare il 40% dei fondi al meridione. Anche se, come abbiamo raccontato, non sempre viene rispettata. Al di là delle considerazioni sull’Ivsm quindi gli aspetti più critici sono da ricercare nel fatto che le risorse disponibili non sono sufficienti a coprire tutte le necessità.

A queste considerazioni se ne deve aggiungere poi un’altra. E cioè il fatto che l’ammontare di questo bando è molto ridotto se paragonato a quello del 2021. In quell’occasione anche i comuni del centro-nord avevano avuto accesso ai fondi e, grazie all’aggiunta di ulteriori risorse nazionali, il bando ha finanziato l’anno dopo anche molti progetti inizialmente esclusi. Se si considera tutto questo, la situazione emersa dal bando 2022 appare meno sbilanciata.

Le risorse per la rigenerazione urbana, un quadro d’insieme

Considerando tutti i fondi assegnati nel 2022 – quindi sia quelli dell’ultimo bando sia quelli derivati dallo scorrimento della graduatoria del 2021 – l’ammontare totale è di circa 1,3 miliardi di euro. La cifra più alta è andata alla Lombardia. Ai comuni di quest’area infatti sono stati assegnati complessivamente oltre 300 milioni di euro (tutti in virtù dello scorrimento della graduatoria del bando 2021). Seguono Veneto (273) e Campania (164).

Nel 2022 il ministero dell’interno ha pubblicato due distinti decreti per l’assegnazione di risorse dedicate a progetti di rigenerazione urbana. Il decreto del 4 aprile ha provveduto allo scorrimento della graduatoria del bando per l’anno 2021, andando a finanziare anche quei progetti che erano risultati ammissibili ma che non avevano ricevuto fondi per esaurimento delle risorse. Il decreto del 19 ottobre invece ha assegnato le risorse per l’anno 2022.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell’interno
(ultimo aggiornamento: venerdì 28 Ottobre 2022)

Come già anticipato invece sono solo 5 le regioni che hanno avuto accesso ai 300 milioni messi a bando nel 2022. Oltre alla già citata Campania, la quota più consistente di risorse in questo ambito è stata assegnata a Sicilia e Calabria.

Nessun comune ha ricevuto fondi da entrambi i bandi.

Da notare che nessun comune tra quelli a cui sono stati assegnati fondi nel 2022 ha ottenuto le risorse di entrambi i bandi. Anche se non sembra espressamente vietato dalle norme, è possibile che l’accesso ai fondi del bando pubblicato nel 2021 abbia comportato l’automatica esclusione da quello 2022. Questo aiuterebbe a spiegare il mancato accoglimento delle istanze presentate dai comuni del centro-nord.

Le risorse assegnate comune per comune

Come abbiamo appena visto quindi, se si considerano complessivamente tutti i fondi per la rigenerazione urbana assegnati nel corso di quest’anno, la situazione tra sud e centro-nord risulta meno squilibrata. C’è comunque da dire che restano totalmente escluse dalle risorse 2022 regioni importanti come il Lazio e la Sardegna. Aree che però hanno visto finanziati i progetti con il bando del 2021 già in prima battuta.

Analizzando più nel dettaglio i dati sul 2022, notiamo inoltre che i 3 comuni beneficiari che hanno ricevuto le cifre più elevate sono tutti del nord. Si tratta infatti di Lodi (circa 21 milioni), Trento (20 milioni) e Verona (18,3 milioni). Questo risultato non deve sorprendere dato che l’ammontare messo a disposizione per lo scorrimento della graduatoria del 2021 è di oltre 900 milioni. Il triplo rispetto a quello messo a bando nel 2022. 

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell’interno
(ultimo aggiornamento: venerdì 28 Ottobre 2022)

Stringendo infine il campo solo a queste ultime risorse (circa 300 milioni), il primo tra i centri beneficiari è Catania (15 milioni). Seguono Casoria (10), Ercolano (5,5) e Manfredonia (5).

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: Flickr – djaderente

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