I centri di accoglienza in Italia Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Leggi “Centri d’Italia e la mappatura dell’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati“.

9.138

sono le strutture (centri di accoglienza straordinari, Sprar/Siproimi, centri di prima accoglienza) monitorate nella nuova piattaforma web Centri d’Italia, realizzata da openpolis e ActionAid. Si tratta del primo monitoraggio dettagliato di tutti i centri attivi in Italia nel 2020. L’obiettivo è fornire elementi necessari alla valutazione delle politiche pubbliche sull’accoglienza, e di conseguenza al miglioramento delle condizioni di vita delle persone ospitate. Vai alla piattaforma.

76.236

i rifugiati e richiedenti asilo accolti nei centri al 31 dicembre 2020. Lo stesso giorno del 2018 erano più di 131mila. Tra il 2018 e il 2020 si è registrato un calo del 42% delle persone complessivamente ospitate nel sistema di accoglienza. Su Centri d’Italia viene analizzato il fenomeno e le sue dimensioni quantitative, qualitative e geografiche. Vai alla mappa.

68,3%

delle persone accolte nel sistema al 30 novembre 2021 era ospitato in centri di accoglienza straordinaria (Cas) o di prima accoglienza. Quasi 7 persone su 10, dunque, sono accolte nel sistema di accoglienza straordinario, nonostante non ci sia alcuna emergenza. Con il dimezzamento di sbarchi e persone accolte, infatti, si sarebbe potuto andare verso un sistema ordinario e pubblico, ma ciò non è avvenuto. Vai alla piattaforma.

21.983

posti disponibili in meno, tra il 2018 e il 2020, nei Cas di piccole dimensioni (fino a 20 posti). Si tratta della categoria di centri che perde più posti nel periodo considerato. I posti disponibili nei centri medi (tra 21 e 50 posti) e grandi (tra 51 e 300 posti) diminuiscono rispettivamente di circa 14mila e 20mila unità. Al diminuire delle persone accolte, dunque, aumentano i posti persi soprattutto nei centri piccoli. Vai al rapporto completo.

25%

dei comuni italiani erano interessati dall’insediamento di almeno un centro di accoglienza, alla fine del 2020. Parliamo di 1.975 territori. Nel 2018 erano 3.063, il 38,5% del totale. Alla luce del calo degli arrivi, se nel 2020 si fosse mantenuta una distribuzione geografica simile a quella del 2018, il modello dell’accoglienza diffusa sarebbe stato più omogeneo nel paese, a vantaggio dell’inclusione sociale delle persone accolte e dell’intera collettività. Vai alla mappa dei comuni.

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