Rispetto ad alcuni anni fa, il ruolo dei partiti come forti soggetti politici appare ridimensionato, prima di tutto per ragioni di cassa.

Così attività che storicamente costituivano il loro core business, come la definizione di strategia politica e programmi, la formazione del gruppo dirigente, la mobilitazione e la propaganda elettorale, l’organizzazione di manifestazioni ed eventi, vengono portate avanti da strutture e soggetti di natura diversa.

In questo senso appare emblematico il caso del Movimento 5 stelle. L’associazione omonima, che vede Luigi Di Maio come capo politico, presenta infatti bilanci pari a 0.

 

Quello che ci aspetteremmo essere il principale attore politico della galassia 5 stelle, in termini economici è in realtà assolutamente marginale nelle attività del M5s.

Un esempio estremo della pluralità organizzativa verso cui va configurandosi la politica italiana, con attività che vengono portate avanti da tante strutture, con compiti e finalità differenti.

La proliferazione dei soggetti rende più difficile il monitoraggio.

Nel caso del M5s, per ogni elezione viene creato un comitato ad hoc per la raccolta fondi. È stato fatto per le politiche 2013 e 2018, nonché per le europee 2014 e per quelle tenute quest’anno. Strutture che servono da un lato al fundraising, dall’altro a finanziare eventi e materiali per la campagna elettorale. Si tratta di comitati di scopo che non hanno continuità organizzativa, e che di solito vengono chiusi alla fine di ogni evento elettorale. In questa categoria possiamo inserire anche il comitato Italia a 5 stelle, creato per allestire la convention tenuta al Circo Massimo nell’ottobre scorso.

Accanto a questi comitati ad hoc operano le 2 associazioni di riferimento del mondo pentastellato.

FONTE: elaborazione openpolis sui bilanci presentati dalle strutture
(ultimo aggiornamento: giovedì 18 Luglio 2019)

La prima, l'associazione Rousseau, presieduta da Davide Casaleggio, ha un ruolo centrale nella selezione della classe dirigente e nella sua formazione. È lo statuto dell'associazione M5s ad attribuire alla piattaforma Rousseau, gestita dall'associazione omonima, la gestione delle votazioni online che riguardano la vita del movimento. Avendo nei suoi organi direttivi degli esponenti politici, è assimilata ai partiti. Le sue entrate, 1,2 milioni di euro lo scorso anno, si basano anche sul contributo degli eletti (parlamentari e consiglieri regionali) del M5s, che sono tenuti a versare 300 euro al mese per il mantenimento della piattaforma.

5,8 milioni i contributi che i parlamentari del M5s verseranno all'associazione Rousseau nel corso della legislatura se questa durerà 5 anni.

La seconda, l'associazione Gianroberto Casaleggio, si configura come un think tank di area. Organizza un evento annuale (sum), e in generale serve a promuovere attività culturali, di studio e di sviluppo delle relazioni, attraverso convegni e seminari.

La vera cassa è rappresentata dai gruppi parlamentari di camera e senato. Come tutti gli altri gruppi, anche quelli del M5s ricevono un contributo pubblico da parte dei due rami del parlamento, variabile in base al numero di parlamentari. In tutto si tratta di circa 53 milioni di euro; i gruppi dei 5 stelle - essendo quelli più numerosi della XVIII legislatura - hanno ricevuto 13,7 milioni di euro nel 2018.

53 milioni i contributi pubblici annuali che le due camere versano ai gruppi parlamentari.

Si tratta di un finanziamento pubblico che - a differenza di quanto avvenuto per i rimborsi ai partiti - non è sostanzialmente variato negli anni. Nella generale condizione di debolezza dei partiti finora descritta, questo rende sempre più importante il ruolo dei gruppi parlamentari.

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