Come cambierà la sanità nell’Abruzzo che invecchia Abruzzo Openpolis

Nei prossimi anni quasi 4 abruzzesi su 10 potrebbero essere over 65. È perciò strategico utilizzare al meglio le risorse del Pnrr per l’innovazione del sistema sanitario e la medicina territoriale nella regione.

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Con l’aumentare della popolazione anziana, la rete sanitaria sarà sottoposta a maggiore pressione. Questo vale a maggior ragione per l’Abruzzo, dove la tendenza all’invecchiamento è più marcata che nel resto del paese

Per questo il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) destina oltre 87 milioni di euro alla sanità territoriale in regione, prevedendo tra le altre cose 11 nuovi ospedali di comunità e 40 case di comunità.

L’Abruzzo invecchia più dell’Italia

Nei prossimi anni la domanda di sanità è destinata ad aumentare. In particolare in un paese come l’Italia, già oggi primo in Europa per età mediana della popolazione, con 48 anni.

In Abruzzo questo valore sale a 48,8 anni, al di sopra della media nazionale.

48,8 anni l’età mediana in Abruzzo nel 2022. Più elevata di Italia (48) ed Ue (44,4).

Il progressivo invecchiamento della popolazione, con il conseguente aumento dell’incidenza delle malattie croniche, avrà un impatto importante sulla tenuta del sistema sanitario.

Nei prossimi anni la popolazione abruzzese, già mediamente più anziana di quella italiana, vedrà aumentare ulteriormente la quota di residenti di almeno 65 anni. Questi potrebbero passare da essere circa un quarto del totale (24,7% nel 2021, a fronte del 23,5% nazionale) al 37,9% nel 2050.

La previsione relativa alla popolazione è stata effettuata nell’ambito delle statistiche sperimentali di Istat, sulla base dello scenario mediano. Le previsioni sono formulate tenendo come base il numero di residenti al 1° gennaio 2021.

FONTE: elaborazione Abruzzo openpolis su dati Istat
(pubblicati: giovedì 22 Settembre 2022)

Per rispondere a queste sfide serve una sanità più tecnologica e radicata sul territorio.

Una sfida che non riguarda solo la quantità di risorse da destinare al comparto salute, ma l’intero assetto del sistema nei prossimi decenni. E che comporta la necessità di digitalizzare i servizi e sviluppare la telemedicina. Ma anche costruire presidi fisici diffusi sul territorio, che siano punti di accesso al sistema sanitario per la popolazione.

Azioni imprescindibili per raggiungere territori spesso isolati, come quelli dell’Abruzzo interno, dove già oggi abita la popolazione più anziana e quindi potenzialmente più bisognosa di assistenza sanitaria.

Il Pnrr investe su questo fronte in totale quasi 16 miliardi di euro con la missione salute, di cui 7 specifici per la sanità territoriale. Approfondiamo, attraverso i dati presenti nei contratti stipulati dal ministero della salute con l’Abruzzo, cosa si prevede per la regione da qui al 2026.

La sanità nel piano nazionale di ripresa e resilienza

Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è stato concepito nel pieno dell’emergenza Covid, la più grande crisi sanitaria degli ultimi decenni. Non deve quindi stupire se una parte delle risorse del Pnrr saranno focalizzate per rafforzare la sanità, in particolare quella territoriale.

8,2% le risorse del Pnrr destinate al potenziamento del sistema sanitario.

Parliamo di 15,63 miliardi di euro divisi in due componenti. La prima, da 7 miliardi di euro, si concentra sul rafforzamento dell’assistenza sanitaria territoriale. In particolare sulle reti di prossimità, la telemedicina e la cura domiciliare. La seconda, 8,63 miliardi, prevede progetti di digitalizzazione e innovazione del sistema sanitario, insieme ad investimenti sulla ricerca.

La componente rivolta al rafforzamento della sanità territoriale si basa su una strategia in 2 tempi. 

Il primo, è stata l’approvazione di una riforma dell’intero sistema di assistenza, con l’obiettivo di riorganizzarlo, renderlo omogeneo in tutto il paese e stabilire così un nuovo assetto dell’offerta territoriale. Una scadenza prevista per la metà del 2022, attuata nel maggio dello scorso anno con l’approvazione del decreto ministeriale 77/2022.

Il secondo è la sua realizzazione concreta, attraverso contratti stipulati tra il ministero della salute e ciascuna regione per rafforzare la rete presente sul territorio.

Questi contratti sono stati sottoscritti nel giugno dello scorso anno. Nei prossimi mesi, man mano che arriveranno i dati sull’avanzamento dei progetti, sarà interessante monitorarne la realizzazione effettiva. Anche seguendo lo stato di avanzamento dei lavori, se questi dati saranno pubblicati. Tuttavia le informazioni già presenti nei contratti offrono un quadro della nuova rete territoriale prevista per la regione.

La nuova rete di sanità territoriale in Abruzzo

La riforma (Dm 77/2022) ha stabilito una nuova articolazione delle strutture sanitarie sul territorio, basata sull’investimento nella telemedicina, sulla costituzione delle centrali operative territoriali e soprattutto su case e ospedali di comunità. Vediamo di che si tratta e cosa è previsto per l’Abruzzo.

Le case della comunità dovranno essere il punto di riferimento della nuova sanità territoriale.

L’architrave del nuovo sistema sono le case della comunità, presidi fisici ai quali i cittadini possono accedere per i bisogni di assistenza sanitaria. In questi luoghi, facilmente accessibili sul territorio, il paziente potrà trovare servizi come gli ambulatori di medici di famiglia e pediatri di libera scelta. Ma l’obiettivo è soprattutto costruire un’unica sede fisica dove il cittadino possa essere assistito da un’equipe multidisciplinare, in grado di prenderlo in carico nei diversi bisogni.

Si distinguono tra hub – quelle principali che erogano servizi di assistenza primaria, attività specialistiche e di diagnostica di base – e spoke, che offrono unicamente servizi di assistenza primaria.

Alla realizzazione di tali strutture il Pnrr destina 2 miliardi di euro, di cui 58,9 milioni inseriti nel contratto istituzionale di sviluppo previsto per l’Abruzzo.

Altro tassello fondamentale della nuova sanità territoriale è l’istituzione degli ospedali di comunità. Parliamo di piccole strutture (20 posti letto ogni 100mila abitanti) per consentire un’accoglienza intermedia tra il ricovero a casa e quello in ospedale. Il Pnrr stanzia 1 miliardo di euro, di cui 26,2 milioni destinati all’Abruzzo.

I restanti 4 miliardi sono rivolti all’investimento sulla telemedicina, in modo da rendere la casa del paziente un vero e proprio luogo di cura, e alla creazione delle centrali operative territoriali (Cot). Strutture che devono svolgere una funzione di raccordo tra i servizi sanitari e i professionisti presenti sul territorio. Sono 280 milioni di euro le risorse destinate dal Pnrr per la creazione di almeno 600 Cot, di cui 13 in Abruzzo per 2,2 milioni.

87,3 milioni di euro destinati all’Abruzzo per centrali operative, case e ospedali di comunità.

Di fianco a questo investimento sulle strutture fisiche, del valore complessivo appunto di 87,3 milioni di euro, sono previsti altri 1,26 milioni per dispositivi e circa 900mila euro per l’interconnessione aziendale, sempre nell’ambito della realizzazione delle centrali operative.

Saranno però soprattutto case e ospedali di comunità – in quanto presidi fisicamente accessibili al cittadino – a disegnare l’assetto della sanità territoriale da qui ai prossimi anni.

Le case della comunità previste per l’Abruzzo

Le case della comunità rappresentano il vero e proprio fulcro del nuovo sistema, in quanto luoghi fisici di facile individuazione ai quali i cittadini possono accedere per i bisogni di assistenza sanitaria.

In Abruzzo – in base al contratto di sviluppo sottoscritto dal ministero con la regione – arriveranno 58,9 milioni di euro per realizzarle, sui 2 miliardi destinati dal Pnrr. Ne sono previste 40, di cui 14 hub – quelle principali che erogano anche attività specialistiche e di diagnostica – e 26 spoke (65% del totale), che garantiscono solo l’assistenza primaria.

FONTE: elaborazione openpolis – Cittadinanzattiva su dati Cis regionali
(pubblicati: venerdì 24 Giugno 2022)

Sono 6 i comuni in cui – sulla base del contratto stipulato tra regione e ministero – dovrebbero arrivare risorse per oltre 3 milioni di euro per finanziare gli interventi previsti.

Si tratta di Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo, con una casa della comunità hub di nuova costruzione. Un intervento riguardante una superficie di 1360 mq per un finanziamento da circa 3,8 milioni di euro.

40 case della comunità previste in Abruzzo, su 1.430 che si prevede di costituire in Italia.

Seguono Sulmona (L’Aquila), con 3,5 milioni di euro per l’abbattimento e la ricostruzione di una casa della comunità hub, Pescara (3,4 milioni) e Montesilvano (3,4 milioni), entrambe con un intervento ciascuno.

Chieti è il quinto comune con più risorse complessive previste per le case della comunità, però ripartite su due progetti. Uno per una struttura di tipo hub, in via Valignani (2,4 milioni di euro), l’altro per una casa spoke per 810mila euro. Sopra i 3 milioni complessivi anche Teramo, dove è prevista la realizzazione di una casa hub del valore di 3,1 milioni di euro.

I nuovi ospedali di comunità

Sono invece 11 gli ospedali di comunità previsti nella regione, sugli oltre 400 previsti per l’intero paese. Come già visto a queste piccole strutture, intermedie tra il ricovero a casa e quello in ospedale, il Pnrr destina 1 miliardo di euro. Mentre ammontano a poco meno di 26,2 milioni le risorse previste per la regione.

In 8 casi si tratterà di interventi di ristrutturazione, mentre per 3 progetti è prevista una nuova costruzione o l’ampliamento di una struttura esistente.

FONTE: elaborazione openpolis – Cittadinanzattiva su dati Cis regionali
(pubblicati: venerdì 24 Giugno 2022)

L’intervento più corposo previsto dal contratto di sviluppo della regione è quello di Teramo. Oltre 4 milioni di euro per una superficie di intervento di 1.140 metri quadri. Cifra comparabile per l’ospedale di comunità da realizzare a Chieti (3,9 milioni di euro).

Seguono, con oltre 2 milioni di euro ciascuno, gli interventi previsti per ospedali di comunità a Pescina (poco meno di 2,5 milioni), L’Aquila (poco meno di 2,5 milioni), Tagliacozzo (2,2 milioni), San Valentino in Abruzzo Citeriore (2,2 milioni), Atessa (2 milioni).

Poco distante Montesilvano (1,97 milioni di euro), cui seguono Atri (1,7 milioni), San Salvo (1,58) e Città Sant’Angelo (1,53).

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Foto: ospedale “Santo Spirito” di Pescara – RaBoe/Wikipedia (licenza)

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