Ai paesi a basso tasso di sviluppo è stato consegnato un terzo dei vaccini promessi Cooperazione

All’inizio della pandemia è stata istituita un’alleanza internazionale per il sostegno alle campagne vaccinali nei paesi con economie a basso reddito. Ma, nonostante gli obiettivi iniziali si fossero già ridotti, a oggi sono state consegnate solo 500 milioni di dosi.

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Periodicamente riemerge nel dibattito pubblico la necessità di immunizzare dal Covid-19 anche le popolazioni dei paesi a basso tasso di sviluppo. Ma questo obiettivo è lontano, e i programmi di redistribuzione dei vaccini anti-Covid procedono più lentamente rispetto alle intenzioni iniziali. A due anni dall’inizio della pandemia, infatti, solo un terzo dei vaccini annunciati è stato effettivamente consegnato.

Un acceleratore per la salute globale

Lo scorso novembre, in occasione della scoperta della variante omicron in Africa meridionale, si è tornati a parlare dell’urgenza di proteggere dalla pandemia gli abitanti dello stesso continente africano, oltre che delle altre aree a basso tasso di sviluppo nel mondo.

Già all’inizio dell’emergenza, nel 2020, fu lanciato Act-A, acronimo di Access to Covid-19 Tools – Accelerator, un programma nato sotto l’egida dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) con l’obiettivo di sviluppare, produrre e distribuire in modo equo i test, i trattamenti e i vaccini per il Covid-19.

L’Act-Accelerator è una collaborazione internazionale che tiene insieme governi, scienziati, società civile, imprese e organizzazioni internazionali o filantropiche che si occupano di salute globale, e in particolare della sinergia tra soggetti e continenti diversi per la lotta al Covid-19. Vai a "Che cosa sono il Covax e l’Act-Accelerator"

Del programma sono donatori numerosi paesi ad alto e medio tasso di sviluppo, ma anche organizzazioni private come le fondazioni riconducibili al magnate statunitense Bill Gates, il comitato Unicef e diversi colossi multinazionali.

Act-A è fondato su quattro pilastri. Uno di questi è conosciuto con il nome di Covax.

L’Act-A è fondato su quattro pilastri: diagnostica, terapie, vaccini e sistema sanitario. Ognuno di questi ambiti è fondamentale per il contrasto al Covid. Tuttavia, la maggior parte dei finanziamenti è stato destinato a uno dei quattro, quello sulle vaccinazioni, che ha preso il nome di Covax. Si tratta di un programma che destina dosi di vaccino ai paesi che non hanno sufficienti risorse per l’acquisto e la loro distribuzione. Nello specifico, parliamo di 92 nazioni con economie a basso reddito.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Oms
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Febbraio 2022)

Quasi il 65% dei fondi finanziati con l'acceleratore Act è stato indirizzato al programma Covax. In termini assoluti parliamo di 13,1 miliardi di dollari sui 19,4 totali. Per i pilastri sulla diagnostica e i sistemi sanitari sono state accantonate somme simili (1,8 miliardi di dollari ognuno), mentre una cifra leggermente inferiore è dedicata alle terapie (1,6 miliardi). Attualmente, inoltre, poco più di un miliardo è stato finanziato in Act-A, ma ancora non allocato in uno dei quattro ambiti di intervento.

La stragrande maggioranza dei finanziamenti dell'acceleratore (il 96%) è stata inclusa nel budget 2020-2021, il rimanente (4%) nel budget previsto per il biennio 2021-2022.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Oms
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Febbraio 2022)

Gli Stati Uniti hanno stanziato il 34,3% del totale delle risorse a disposizione dell'acceleratore Act dal 2020 fino all'inizio del 2022. Una cifra pari a 6,6 miliardi di dollari.

La somma raccolta da donatori privati è pari invece a 1,1 miliardi. Il più rilevante è senza dubbio la fondazione Bill & Melinda Gates (449 milioni di dollari di cui 257 destinati alla campagna vaccinale), seguito da Unicef National Committees (209) e Gates Philanthropy Partners, organizzazione che ha donato risorse per 119 milioni di dollari e che è riconducibile sempre al fondatore di Microsoft Bill Gates.

Le promesse mancate

Nonostante l'alleanza internazionale per i vaccini fosse stata già lanciata nella prima parte del 2020, nel tempo le ambizioni delle tante organizzazioni coinvolte si sono ridimensionate. Nel gennaio 2021 l'Oms ha annunciato un nuovo accordo internazionale per Covax, nel quale si affermava che si fosse sulla buona strada per fornire almeno 2 miliardi di dosi di vaccino anti-Covid entro la fine dell'anno.

COVAX is therefore on track to deliver at least 2 billion doses by the end of the year, including at least 1.3 billion doses to 92 lower income economies in the Gavi COVAX AMC

Ma a dicembre questa previsione si è ridimensionata a 1,4 miliardi di vaccini.

Under the most likely scenario, nearly 1.4 billion doses will be available to COVAX by the end of this year.

Nessuno dei due obiettivi è stato raggiunto, a leggere i dati delle dosi consegnate all'Advance market commitment (Amc), un soggetto che media tra chi dona e chi riceve.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Oms
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Febbraio 2022)

Dall'inizio della pandemia da Covid-19 al 4 febbraio 2022 sono state consegnate all'Amc 522,7 milioni di dosi da parte dei paesi che aderiscono ai programma di donazioni dei vaccini destinati alle aree a basso sviluppo.

Secondo l'Oms, erano state complessivamente annunciate dai paesi quasi 1,7 miliardi di dosi: 1 su 3.

31,3% delle dosi di vaccino anti-Covid annunciate sono state effettivamente consegnate, al 4 febbraio 2022.

Sono gli Usa ad aver consegnato più dosi all'Amc (206,3 milioni, rispetto alle 857,5 annunciate), seguiti dalla Germania (86,7) e dalla Francia (55,1). Al febbraio 2022 l'Italia ha consegnato 38 delle 49,8 milioni di dosi annunciate.

Per individuare un paese donatore clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del paese. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

La tabella mostra il numero di dosi annunciate e le dosi complessivamente consegnate all’Advance market commitment (Amc) attraverso o non attraverso il programma Covax, uno dei pilastri dell’Act-A, da parte di ogni paese donatore. L’Act-A (Access to Covid-19 Tools – Accelerator) è un acceleratore sviluppato sotto l’egida dell’organizzazione mondiale della sanità (Oms) con l’obiettivo di sviluppare, produrre e distribuire in modo equo test, trattamenti sanitari e vaccinazioni per il Covid-19. I fondi finanziati nel programma “Covax” corrispondono al pilastro sulle vaccinazioni, uno dei quattro che compongono Act-A. I dati sono aggiornati al 4 febbraio 2022.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Oms
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Febbraio 2022)

Tenendo conto dei numeri assoluti sono gli Usa il paese ad aver consegnato più dosi di vaccino anti-Covid all'Amc. Tuttavia, se analizziamo la relazione tra le dosi annunciate e quelle effettivamente consegnate dopo due anni di pandemia, rileviamo come la Danimarca sia la nazione ad essere andata più vicina all'impegno precedentemente preso. Il paese nordeuropeo, infatti, ha consegnato l'83,1% delle dosi annunciate.

Anche altri paesi hanno un'alta percentuale di dosi consegnate su quelle annunciate: Repubblica Slovacca (78,6%), Italia (76,3%) e Repubblica Ceca (73,7%). Mentre Nuova Zelanda e Hong Kong hanno recapitato meno del 10% dei vaccini promessi.

Ci sono infine alcuni paesi che pur avendo annunciato la donazione di ingenti dosi di vaccino, non ne hanno mai né finanziato né consegnato una. Si tratta di Australia (60 milioni di dosi annunciate), Brasile (27 milioni), Corea del Sud (4,8 milioni), Emirati Arabi Uniti (1 milione) e Macao (400mila).

Foto: Twitter Oms Africa

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