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Dichiarazione di Franco MIRABELLI

Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lombardia (Gruppo: PD) 


 

San Raffaele: come sia stato possibile non accorgersi di ciò che accadeva?!

  • (13 aprile 2012) - fonte: Europa - inserita il 13 aprile 2012 da 15492
    "La vicenda del San Raffaele e della Fondazione Monte Tabor che ne ha avuto la proprietà merita una riflessione politica. Lasciamo alla magistratura la verifica delle responsabilità penali e degli illeciti che sono stati commessi come delle eventuali coperture o connivenze di cui avrebbero beneficiato i responsabili. Quello che interessa qui, ed è il mandato che ha ricevuto la commissione di inchiesta regionale, è capire come sia stato possibile non accorgersi che una struttura accreditata col servizio sanitario regionale e riconosciuta dallo Stato come istituto di ricovero e cura di carattere scientifico nonché sede universitaria, abbia potuto per oltre dieci anni accumulare una quantità di debiti spropositata che ha portato a sommare un deficit di oltre un miliardo di euro e al fallimento dell’ente. Capire se ci sono stati mancanze nei controlli e perché, se ci sono lacune normative da colmare per evitare il ripetersi di vicende analoghe. Ci sono almeno tre questioni su cui già ora si può dire che sarà necessario approfondire la riflessione e costruire proposte normative più efficaci".

    Lo scrive il consigliere regionale Pd della Lombardia, Franco Mirabelli, che è anche Presidente commissione di inchiesta sulla fondazione Monte Tabor - San Raffaele, in un articolo pubblicato dal quotidiano Europa.

    "La prima questione riguarda i controlli. Quelli sulle prestazioni erogate a carico del Servizio Sanitario regionale sono via via migliorati nel tempo, ma resta da capire se siano sufficienti non solo per verificare la congruità dei rimborsi ma anche l'appropriatezza delle prestazioni." - prosegue Mirabelli - "La seconda e più corposa questione riguarda i requisiti per l'accreditamento delle strutture. È chiaro che sull’eccellenza sanitaria rappresentata del San Raffaele non c'è alcun dubbio, così come sulla qualità di prestazioni che attraggono pazienti da tutta Italia e sull’importanza della ricerca che lì viene fatta. Il tema è come possa cautelarsi il pubblico? Quali garanzie sulla correttezza del proprio bilancio deve dare una struttura privata accreditata visto che non solo riceve soldi pubblici, ma svolge una funzione di interesse pubblico? In particolare è evidente, da ciò che è accaduto, che i controlli sui bilanci in essere non sono sufficienti. In particolare per ciò che riguarda le Fondazioni come la Monte Tabor, i controlli interni appaiono tali da non garantire la necessaria trasparenza, e la stessa vigilanza che è in capo alle prefetture non ha impedito l'accumularsi di un debito impressionante originato da investimenti scriteriati e da spese faraoniche estranee alle finalità dell'ente. Servono nuove norme per garantire la Regione e lo Stato rispetto all'uso corretto e nell'esclusivo interesse pubblico dei finanziamenti e delle convenzioni".

    "Infine resta un'ultima questione, ma non meno importante, che pure riguarda il rapporto tra regione ed enti accreditati. Da quando nel 1995 sono entrati in vigore i pagamenti a prestazione, molti enti hanno cercato di far risultare prestazioni non effettuate per ottenere rimborsi non dovuti. Il San Raffaele è stato fino al 2005 denunciato dalla Regione più volte per truffa in questo contesto, alcuni processi sono stati prescritti, ma altri hanno portato ad una condanna per danno erariale e alla definizione di un risarcimento di 20 miliardi di lire non ancora completamente versato alla Regione. A fronte di una responsabilità accertata di questo tipo è comprensibile, visto il valore sanitario dell'ente e i problemi occupazionali che si creerebbero altrimenti, continuare a mantenere in essere la convenzione col sistema sanitario regionale. Altro è, come invece è successo, lasciare inalterata la possibilità del San Raffaele di poter accedere ai finanziamenti per la ricerca destinati alle onlus sanitarie o concorrere all’assegnazione di altri fondi regionali. Si tratta di pensare alla necessità di trovare le forme per penalizzare chi ha commesso illeciti riconosciuti ai danni della Regione, creando così un ulteriore deterrente per evitare il ripetersi di fatti analoghi. - conclude il consigliere Pd - Insomma, dopo la vicenda San Raffaele, diventa più urgente intervenire sui controlli ma anche per garantire l'uso trasparente e corretto dei fondi pubblici e degli enti che operano da privati svolgendo una funzione pubblica".

    Articolo "Il San Raffaele e i fondi pubblici" - Franco Mirabelli, Europa
    Fonte: Europa | vai alla pagina

    Argomenti: soldi pubblici, pd, Regione, milano, lombardia, Formigoni, inchiesta, san raffaele, cl | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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