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Dichiarazione di Arturo Mario Luigi PARISI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

«I RIMBORSI SONO UN IMBROGLIO, MEGLIO IL CONTRIBUTO DIRETTO» - INTERVISTA

  • (13 aprile 2012) - fonte: Il Secolo XIX - Alessandro Di Matteo - inserita il 14 aprile 2012 da 31

    Arturo Parisi da anni litiga, anche con il proprio partito, sull’uso dei finanziamenti pubblici. Ha polemizzato con i Ds, quando lui militava nella Margherita; ha criticato la gestione della Margherita, poi finita sotto inchiesta.

    Pdl, Pd e Terzo polo hanno raggiunto una prima intesa, basterà ad evitare abusi?

    «Da quello che ho letto sui giornali, potrebbe anche attenuare lo sgomento prodotto dagli scandali recenti, se la domanda principale è la tenuta dei conti e la modalità dei rendiconti. Ma io penso che i cittadini non ci chiedano più solo cosa abbiamo fatto dei loro soldi, ma vogliano sapere perché tanti soldi e perché ci vengono dati. Se non riusciamo a dare conto dell’utilità dei partiti per la libertà e la democrazia, anche se gli euro fossero pochi e il loro uso perfettamente documentato, potrebbero essere considerati troppi».

    Ma non è meglio un sistema in cui lo Stato dà ai partiti solo i soldi per l'attività politica, senza consentire che si facciano “utili”?

    «Se fosse per i partiti non basterebbero mai. Se i soldi a disposizione dei partiti sono ancora troppi è perché finora siamo riusciti a limitare le spese ma allo stesso tempo abbiamo distribuito ai partiti risorse troppo superiori alle spese consentite. E questo è accaduto perché facciamo passare per rimborsi veri e propri finanziamenti. E abbiamo dato vita a questo imbroglio per aggirare il divieto che i cittadini avevano chiaramente espresso dicendo no al finanziamento dei partiti. A forza di fare i furbi si son fatte pentole senza coperchio e in esse abbiamo sprofondato i partiti e la democrazia».

    Il caso Margherita è emblematico: la legislatura del 2006 è durata due anni ma i partiti hanno preso rimborsi fino al 2011...

    «Il fatto che i partiti prendano soldi anche da morti e che prendano in un anno due rate annuali, è sempre figlio dello stesso imbroglio. Il guaio è che le spese non sono state fatte o non sono state fatte per il motivo dichiarato, e perciò non possono essere documentate. Ecco spiegati gli accumuli di soldi più facili da rubare che da spendere».

    Bersani dice che si deve scegliere se si vuole avere “il miliardario al potere”...

    «Se la politica coincide con i partiti, e li si vuole finanziare bisogna avere il coraggio di dirlo. La strada maestra è tendere la mano e chiedere ai cittadini in modo esplicito il loro contributo, riallacciando il rapporto con elettori e sostenitori».

    Si arriverà alla riforma del finanziamento ai partiti?

    «Se si apre una questione generale è perché si riconosce che esiste l’esigenza di una riforma che affronta un problema di tutti i partiti. Non vorrei che alla fine si dicesse che le pensioni le abbiamo tagliate in tre giorni, ma per riformare la questione del finanziamento dei partiti ci abbiamo messo trent’anni».

    Fonte: Il Secolo XIX - Alessandro Di Matteo | vai alla pagina

    Argomenti: pensioni, soldi pubblici, costi della politica, rimborsi elettorali, finanziamenti pubblici, finanziamento ai partiti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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