Dichiarazione di Pier Ferdinando CASINI

Un cambio di passo. Questo è quel che serve all'Italia. Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini non rinuncia al suo progetto di larghe intese. Perché il governo è paralizzato. E altra soluzione non c'è.

Quanto durerà la legislatura?

"Non faccio previsioni - risponde Casini, ospite ieri mattina di Repubblica Tv - ma questo esecutivo mi ricorda il partito comunista polacco degli ultimi tempi, quando c'era il generale Jaruzelski, incerto tra il nuovo che non riusciva a costruire e il vecchio che non poteva più difendere".

L'ipotesi delle larghe intese, per la quale lei si batte da tempo, non sembra aver riscosso grande successo.

"La mia proposta viene bocciata pubblicamente, però in via riservata è valutata da tanti. Ormai non c'è equilibrio nella maggioranza. Il rapporto con Fini è saltato, Bossi ha straripato, Tremonti ha spostato il volante da Palazzo Chigi al ministero dell'Economia. Berlusconi è davanti a due strade: o cerca di rimettere insieme i cocci - cosa molto difficile - oppure prova a costruire un equilibrio nuovo".

Non c'è alternativa al Cavaliere?

"No. Nessuna credibile. E invece bisogna muoversi. Decida il Pd cosa vuole fare. Vuole accettare la candidatura di Vendola a leader del centrosinistra? Mi sembra un'ottima soluzione per recuperare voti. Ma il Pd si armi di coraggio pure per abbracciare un governo politico di armistizio tra le parti. Il presidente del Consiglio è stato scelto dagli elettori, deve essere protagonista di questa fase politica.
Ho visto segnali incoraggianti sia da Bersani che da D'Alema".

Intercettazioni: cade il bavaglio ma rimangono i nodi per chi indaga. I magistrati troveranno più ostacoli nell'utilizzare uno strumento investigativo fondamentale.

"La legge è cambiata totalmente ma si può ancora migliorare. Allo stato attuale con tutta probabilità voteremo contro. Pensiamo che con un voto a settembre si potrebbe fare un lavoro migliore, siamo comunque pronti anche per agosto".

Saranno le inchieste o i partiti a definire il nuovo scenario?

"La questione morale esiste, è grande come un macigno ed è peggiore di quella scaturita da Mani Pulite, quando Citaristi (tesoriere Dc, ndr) prendeva soldi per il partito ma non per sé. Oltretutto il malcostume oggi lambisce pure la magistratura".

L'Udc appoggerà la sfiducia al sottosegretario Caliendo?

"Non dobbiamo esercitarci nel tiro al piccione. Senza addebiti chiari non voteremo la mozione. Sono stato colpito dalle parole del ministro Alfano, che ha difeso pienamente Caliendo escludendo responsabilità nell'inchiesta in corso".

E Verdini? E' una faccenda interna al Pdl o no?

"La questione morale impone intransigenza, come ha detto Fini. Ma mi viene maliziosamente da dire che se il partito vuol tenersi Verdini, beh è un problema suo".

Scommetterebbe su elezioni anticipate per il prossimo anno?

"No, credo non ci sia la forza per arrivarci. Quando Berlusconi fa trapelare questa idea in realtà sta mandando un messaggio ai propri parlamentari. E' un invito alla disciplina di gruppo che si rivela come una minaccia con armi spuntate. Ma se il presidente del consiglio cade, una maggioranza alternativa si trova in cinque minuti".

Nel caso, l'Udc con chi si schiererebbe?

"Abbiamo corso da soli una volta, possiamo farlo ancora. Saremmo comunque determinanti, data la debolezza dei due poli".

Fonte: la Repubblica - Laura Pertici | vai alla pagina

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