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Dichiarazione di Roberto MENIA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI)  -  Sottosegretario  Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare (Partito: PdL) 


 

Intercettazioni: Ora Fini e Berlusconi si parlino Politica

  • (05 luglio 2010) - fonte: notizie.virgilio.it - inserita il 05 luglio 2010 da 2313
    Il barometro della politica, lo notano un po' tutti gli osservatori, vira verso il peggio. Fibrillazioni e tensioni nel Pdl aumentano nuovamente e tutto pare ruotare intorno alla vicenda delle intercettazioni. Sinceramente non credo che quest'ultima sia questione di vita o di morte. Né nei tempi, né nei modi, né nei contenuti. Che senso ha questa spirale?". E' quanto chiede in un intervento sul 'Tempo' il sottosegretario all'Ambiente Roberto Menia (Pdl). "Esisterà pure una via di mezzo ragionevole, nel metodo e nel merito?", chiede ancora Menia, spiegando: "Esisterà un punto d'incontro tra il legittimo diritto alla privacy da una parte (e mi pare che pure Fini ne sappia qualcosa a proposito delle sue personalissime vicende) e quello alla libertà d'informazione e soprattutto d'indagine dall'altra? A che serve questo muro contro muro che ha solo l'effetto di creare un fronte compatto contro un governo che pure aveva dato e può dare ancora speranze agli italiani?". Per il sottosegretario, "il Pdl non sarebbe nato se Fini non avesse fatto transitare al suo interno la vecchia AN. Lo ha fatto nel nome di un progetto che morirebbe nello stesso istante in fosse costretto a uscire o a prendere altre strade". "Per questo sono convinto, e ripeto quanto già ebbi a dire nei giorni di quella poco fausta direzione nazionale del PDL, che esiste un solo modo per uscire dall'impasse. Non servono più ambasciatori e pontieri (tutti a vario titolo e modo interessati), non servono nuove intese da ragionieri (20 a me, 30 a te¿), non servono favole sul congresso (2010, 11, 12) ma serve un nuovo patto politico di lealtà e di rispetto. E' questo il mio appello: Berlusconi e Fini si parlino e si dicano una volta per tutte se c'è ancora lo spazio per una politica comune, fatta di progetto, di idee e di concretezza", sottolinea Menia. "Non è per forza un traditore chi dissente, come non è per forza un Cesare cieco chi esercita il comando. Ma il comando deve essere coerente, razionale, coraggioso. Si chiuda una volta per tutte con certe vicende da basso impero, si abbia il coraggio di togliere di mezzo i maneggioni e i furbetti. Le intercettazioni non possono far paura né diventare senza alcun senso la disfatta di un mondo e la fine di un progetto comune".
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