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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI
Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL)
«La partita politica me la gioco in Europa».
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(17 ottobre 2008) - fonte: La Stampa - Augusto Minzolini - inserita il 17 ottobre 2008 da 31
Ma Barroso sul clima lo incalza: "I premier passano, i Paesi restano"
Sentenzia a Bruxelles Silvio Berlusconi: «La decisione di rinviare al consiglio europeo di dicembre le decisioni sul pacchetto clima è un nostro successo.
Con le nuove regole i paesi europei rischiano di essere penalizzati rispetto a paesi concorrenti come Usa, Cína e India. In più va rispettato un principio: se l`Europa deve essere la portabandiera di una politica di riduzione delle emissioni di Cot i costi debbono essere suddivisi tra tutti i cittadini europei in egual misura. Non è ammissibile che un paese manufatturiero come il nostro si addossi costi più alti rispetto ad altri». Ed ancora: «Se gli Usa decidono di investire massicciamente nell`auto non bisogna scandalizzarsi se gli stati europei pensano di dare un supporto al settore. L`aiuto di Stato fino a ieri era un peccato adesso è un imperativo categorico».
Una volta la politica estera della prima Repubblica, quella targata Giulio Andreotti, si concedeva uno strapuntino sul treno franco-tedesco o, al massimo, un po` di piccolo cabotaggio sul fronte arabo. Quella del centro-sinistra aveva più o meno lo stesso schema condito da un atteggiamento ideologico sull`Europa o da suggestioni come l`Ulivo mondiale, Quella di Silvio Berlusconi, con le sue potenzialità e i suoi inconveniente, è animata da un protagonismo a tutto campo e dentro l`Europa.
Una logica che è condensata in una frase che il Cavaliere ripete spesso: «Io sono amico di tutti ma soprattutto degli interessi del mio paese».
E visto che Il premier italiano è guidato da una buona dose di «pragmatismo», cosa che non guasta, gli riescono cose a volte impensabili: è osannato dall`amico George W. Bush, proprio mentre assolveva Putin per l`intervento in Georgia e ripeteva un giorno si e un altro pure che la Russia deve entrare nella Ue. Seguendo sempre la bussola dell`«interesse nazionale» il Premier è stato pronto a rintuzzare i tentativi dei fondi sovrani arabi di impossessarsi di qualche gioiello nazionale (Enel, Eni). E lo ha fatto a modo suo, perché nella sua testa conta l`obiettivo finale:
Berlusconi per intervenire non ha avuto bisogno di aspettare la visita di Franco Frattini nel Bahrein, gli è bastato dare ascolto ad un vecchio amico che ora siede anche in Mediobanca come Tarak Ben Ammar, suggerire agli italiani di comprare azioni dei gioielli nazionali (tra le proteste della sinistra) e assecondare Giulio Tremonti che nel giro di 48 ore ha messo nero su bianco le indicazioni della Ue contro le Opa ostili che Prodi aveva introdotto nella nostra legislazione in misura blanda.
Ma il «protagonismo» berlusconiano ha trovato, soprattutto, nell`Europa allargata il suo habitat naturale. E proprio in una Ue in cerca di un nuovo baricentro che il dinamismo e il pragmatismo del Cavaliere si esaltano: il centrosinistra ha sempre avuto un approccio ideologico all`Europa che lo ha portato spesso a sottovalutare gli interessi nazionali sull`altare dell`Europa; il credo di Berlusconi è l`esatto contrario, la Ue è un mezzo per difendere e magari valorizzare gli interessi del nostro paese.
Uscito di scena ii suo nemico storico Chìrac, Berlusconi ha legato con il presidente francese Sarkozy («abbiamo un rapporto strettissimo») e ha trovato nel ministro dell`economia, Giulio Tremonti, un valido alter ego («siamo una coppia affiatatissima»). Il governo italiano, grazie a Tremonti, prima di altri ha avuto un`idea chiara delle dimensioni della crisi finanziaria. E questo gli ha permesso di immaginare una serie di ricette anti-crisi.
E il «protagonismo» del Cavaliere ha fatto sì che su altri argomenti il nostro paese portasse a casa il suo tornaconto: dal rinvio, appunto, del pacchetto climatico, ai 30-40 miliardi di aiuti della Banca europea alle piccole imprese («il 15-20% andrà alle nostre aziende», ci ha tenuto a precisare il premier). Anche le decisioni della Ue in materia di immigrazione che hanno costretto il governo ha modificare alcuni dei provvedimenti varati di recente, in fondo possono tornare utili al Cavaliere: «Le nuove regole sull`immigrazione valgono per tutti. Saranno identiche per tutti i paesi».
Questo significa che su questo delicato argomento il vero confronto si svolgerà a Bruxelles e Berlusconi non dovrà vedersela più con le polemiche dell`opposizione o della Chiesa. Insomma, avrà un problema in meno.
Uno schema che Tremonti ha riproposto anche sulle politiche che debbono essere adottate per aiutare l`economia alle prese con la crisi della Finanza: «La crisi è globale ha spiegato - per cui le misure di intervento vanno adottate a livello europeo». Certo, com`è naturale, il «protagonismo» ha anche attirato al Cavaliere qualche antipatia. Come quella di un vecchio amico come Barroso. «Silvio e i polacchi - ha confidato il presidente della Commissione - sul clima hanno una politica minimalista. Berlusconi per smarcarsi ha anche ricordato che non era presente quando queste decisioni furono prese. Ma io gli ho risposto:
"I premier passano mentre gli Stati restano"».
Sono bracci di ferro che un capo di governo deve mettere nel conto. E poi è sempre meglio vedersela con Barroso che con «l`inattendibile» Veltroni. A Bruxelles Berlusconi ha saputo dell`ennesimo accordo andato a vuoto conl`opposizione sulla Consulta. L`ha presa con filosofia: «Sono problemi che non interessano agli italiani. E a me solo perché me lo chiedete voi giornalisti». Già, inutile pensare troppo all`opposizione.
«La crisi è globale - diceva giorni fa il Cavaliere - va risolta a un livello più alto, di Stati. Quello che fa l`opposizione in Italia conta poco».
Fonte: La Stampa - Augusto Minzolini | vai alla pagina » Segnala errori / abusi