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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Pres. del Consiglio   (Partito: PdL) 


 

Vertice sul clima, Berlusconi: pronti al veto sul pacchetto Ue

  • (15 ottobre 2008) - fonte: Rai News 24 - inserita il 15 ottobre 2008 da 100
    Sul clima, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non esita a minacciare il veto. E' lui stesso a riferirlo nel corso di una conferenza stampa nel quale parla "delle preoccupazioni" da lui espresse sulle misure per la lotta ai mutamenti climatici, "preoccupazioni poi espresse dalla Germania e dalla Francia...Io arriverò anche al veto", ha scandito Berlusconi riferendosi al suo intervento in consiglio.

    "E' una clausola ridicola, perché si creerebbe un nuovo mercato economico su titoli derivati che sarebbero tossici. E' un aspetto che abbiamo rifiutato e sul quale c'è la preoccupazione di Paesi come Francia, Germania e Polonia. Ho anche detto di essere pronto a mettere un veto su questa clausola e la Polonia si è subito schierata al nostro fianco".

    Lo scontro sul clima
    Scontro sul piano per la riduzione delle emissioni di gas serra al Consiglio europeo di Bruxelles. Il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, ha avvertito che Varsavia potrebbe usare il suo potere di veto per bloccare il pacchetto clima ed energia varato nella primavera 2007, qualora vi fosse il tentativo di imporre un accordo. Bruxelles ribadisce: intesa a dicembre La presidenza francese ha fatto circolare una bozza di conclusioni che conferma "l'obiettivo" di arrivare a un'intesa per il prossimo vertice di dicembre, imprimendo un'accelerazione.

    Cosa prevede il pacchetto
    Il pacchetto prevede che entro il 2020 l'Ue riduca del 20% le sue emissioni di anidride carbonica, aumenti del 20% la sua efficienza energetica e porti al 20% l'impiego di fonti rinnovabili per il suo fabbisogno energetico. L'ultimatum polacco è arrivato al termine di un minivertice di nove Paesi dell'est tenutosi subito prima del Consiglio europeo e a cui ha partecipato il premier polacco Donald Tusk e quelli dei tre Paesi baltici, la Bulgaria, la Repubblica Ceca, l'Ungheria, la Romania e la Slovacchia.

    I nove hanno chiesto che "la politica ambientale ed energetica dell'Ue concili gli obiettivi ambientali con la necessità di una crescita economica sostenibile" e hanno invitato gli altri partner a "rispettare le differenze di potenziale economico tra gli Stati membri" nella fissazione dei tetti per le emissioni di gas serra. Varsavia, in particolare, soddisfa il 96% del suo fabbisogno di elettricità con fonti legate al carbone e ha chiesto un tetto più alto di emissioni per le sue centrali.

    Berlusconi: si dovrebbe optare per un "momento di attesa" L'Italia, che aveva già lanciato un appello a valutare i costi elevati che avranno gli impegni assunti, ha auspicato che vi sia un approccio flessibile. Silvio Berlusconi ha detto di prevedere che il Consiglio europeo deciderà di "avere una certa 'souplesse' " rispetto al pacchetto. Conversando con i giornalisti poco prima dell'inizio del summit, il premier italiano ha spiegato che si dovrebbe optare per "un momento di attesa" per vedere "come si comportera' l'economia reale a seguito della crisi finanziaria". "E' chiaro" che quello dei cambiamenti climatici "è un problema importante che ci deve preoccupare e deve vederci impegnati affinchè si possano raggiungere i risultati che sono stati previsti" per il 2020, ha premesso Berlusconi.

    "In questo momento è sopraggiunta una crisi che rende molto difficile "sostenere l'impatto estremamente costoso" delle misure adottate, ha osservato il premier. Questo, ha aggiunto, vale "per le ecomie europee, non solo quella italiana", e in particolare per il settore automobilistico e per le piccole e medie imprese. E tanto più ora che le turbolenze finanziarie "allontanano in modo assoluto l'adesione degli Usa e della Cina" alla politica europea contro le emissioni di CO2.

    Il premier britannico, Gordon Brown, ha però avvertito che "non è questo il momento per abbandonare gli impegni sui cambiamenti climatici che sono impoortanti per il futuro".

    Barroso: i cambiamenti climatici non sono un optional
    "E' importante capire che i cambiamenti climatici non sono un 'optional' ", gli ha fatto eco il presidente della Commissione europea, Jose' Durao Barroso, "è una sfida, una vera sfida che non scompare con la crisi economica". Per Barroso "se non si dà ora un segnale che siamo davvero impegnati per farlo, altri non avranno incentivi a farlo". Pressing anche dai Paesi scandinavi: "Non è il tempo per l'Ue di andare indietro, dobbiamo essre l'avanguardia", ha chiesto il premier finlandese, Matti Vanhanen. Il premier francese Francois Fillon ha osservato che nuovi posti di lavoro potrebbero essere creati dalle energie pulite, ad esempio con le auto elettriche, e altri hanno sottolineato l'importanza di ridurre la dipendenza energetica europea da fonti non rinnovabili come gas, petrolio e carbone.
    Fonte: Rai News 24 | vai alla pagina

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