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Dichiarazione di Franco Frattini

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  Affari Esteri (Partito: PdL) 


 

Il pacchetto sul clima va rinegoziato a Bruxelles.

  • (14 ottobre 2008) - fonte: Il Corriere della Sera - Luigi Offeddu - inserita il 14 ottobre 2008 da 31

    Chiesta la valutazione d`impatto ambientale

    BRUXELLES - Quanto costerà alle industrie e alle economie nazionali il piano europeo contro le emissioni di C02, il biossido di carbonio? Forse troppo, soprattutto con la crisi finanziaria che ora sconvolge i mercati, e con la recessione che picchia alle porte un po` dovunque:
    e forse per questo, nella lotta al cambiamento climatico, bisognerà pensare a tempi più lunghi, pur non cambiando gli obiettivi di fondo. Questo dubbio esprime l`Italia, anzi chiede all`Unione Europea una «valutazione di impatto». E la Francia, presidente dì turno della Ue, sembra stare al suo fianco, con il ministro degli esteri Bernard Kouchner che - al vertice appena tenuto nel granducato del Lussemburgo - loda il piano anti-C02 parlando con il suo omologo italiano Franco Frattini, ma si augura anche che sia un progetto «sostenibile», nel senso economico della parola.
    Traduzione: se le industrie già colpite dalla crisi dovranno pagare in soldoni troppi «permessi di emissioni inquinanti», o dovranno imbavagliare troppi tipi di produzione, il piano anti-C02 potrà fare più male che bene. Timore confermato dalle industrie automobilistiche, che chiedono lo stesso tipo di aiuto pubblico già offerto alle banche. «Non sarà facile per i politici - parole del commissario europeo all`Industria, Guenter Verheugen - spiegare ai lavoratori perché centinaia di miliardi siano a disposizione del sistema bancario, ma non avviene lo stesso quando un intero settore industriale è in difficoltà». Risposta degli ambientalisti: la vera emergenza è in ogni caso quella climatica, e la salute umana è più importante dei bilanci aziendali.
    Il perno dello scontro è l`ormai celebre «modello 20-20-20», messo nero su bianco nello scorso gennaio:
    20% in meno di emissioni inquinanti, 20%o in più di efficienza energetica, 20% in più di energia tratta da fonti rinnovabili.
    Su questo crinale, si dipana la schermaglia che sta dividendo tutta la Ue. E «la situazione è fluida», come dice Frattini. II luogo dove molto si decide, è probabilmente Berlino: la Germania, patria, come Italia e Francia, di colossi dell`automobile per ora fa l`osservatore silenzioso.
    Ma prima o poi, dovrà parlare. Spagna, Polonia, Repubblica Ceca e Romania sembrano invece fiancheggiare l`Italia e la Francia.
    A gennaio, anche l`Italia aveva approvato il piano presentato dalla Commissione Europea. Ma oggi, come ha spiegato Frattini, «il mondo è cambiato». Sono saliti i prezzi petroliferi e alimentari; e c`è stata la «tempesta perfetta», negli Usa e in Europa.
    I governi corrono al salvataggio delle banche, ma tutto ciò ha un costo: «Abbiamo appena deciso di drenare centinaia di miliardi di liquidità - ha detto ancora il capo della Farnesina - non possiamo dare con una mano e con l`altra bastonare». Di qui, l`asserita necessità di una valutazione d`impatto: «non per fermare» il piano anti-C02, ma per capire, ad esempio, «che cosa accade se queste misure saranno attuate solo dall`Europa e non dagli altri grandi attori mondiali, Usa, Cina, Brasile, India».

    Fonte: Il Corriere della Sera - Luigi Offeddu | vai alla pagina
    Argomenti: usa, inquinamento, Clima, ambiente, ambientalisti, industria, cina, economia nazionale, unione europea, commissione europea, gas serra | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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