Quanto puntano le amministrazioni comunali su polizia locale, ordine pubblico e sicurezza Bilanci dei comuni

Accertamenti di illeciti e violazioni del codice della strada, ma anche manifestazioni e controlli anagrafici. La spesa dei comuni italiani per l’ordine pubblico e la sicurezza.

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In questi mesi di emergenza in tutti i territori del paese è stata massiccia la presenza in strada delle forze di polizia locale.

Non è un caso, infatti, che già a marzo il capo della polizia Franco Gabrielli abbia emanato una circolare con cui si riconosce l’indennità di ordine pubblico anche per la polizia locale.

Secondo l’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani, nel 2018 erano attivi in Italia oltre 60mila operatori di questo corpo, di competenza degli enti comunali.

L’Anci rileva quattro ambiti principali di polizia: amministrativa, stradale, di sicurezza e giudiziaria. Per presenze e attività le categorie più importanti sono le prime due.

L’Anci ha raccolto dati per il rapporto sulla polizia locale del 2018 facendo riferimento a 157 città italiane (tra cui tutti i capoluoghi di provincia, eccetto Monza e Pistoia che non hanno risposto ai questionari inviati), per una popolazione complessiva di oltre 21 milioni di persone, pari al 34% della popolazione nazionale.

FONTE: Dati Anci - elaborazione openpolis
(ultimo aggiornamento: domenica 31 Dicembre 2017)

Per quanto riguarda la polizia amministrativa, l'attività più importante dal punto di vista quantitativo è rappresentata dai controlli anagrafici (il 64,7% del totale degli interventi). Seguono a distanza gli accertamenti nell'ambito del commercio (20,9%) e ambientali (10,6%). Sono minoritari gli interventi nell'urbanistica (1,6%), nell'anticontraffazione (1,2%) e i trattamenti sanitari obbligatori (1,0%).

Le attività della polizia stradale sono invece quelle che, tradizionalmente, la popolazione lega all'immaginario dei vigili urbani. Si tratta degli interventi di controllo, azioni sanzionatorie, accertamenti di illeciti, rilevazioni di incidenti stradali o il ritiro dei documenti.

La polizia di sicurezza, invece, si occupa principalmente di interventi di ordine pubblico e identificazione dei cittadini stranieri. Quella giudiziaria, infine, si concretizza negli atti formali, come le denunce, gli arresti, le informative ad altre autorità, i sequestri penali e le indagini.

Le spese dei comuni per ordine pubblico e sicurezza

Gli enti comunali indicano le spese relative all'ordine pubblico e la sicurezza in due voci: "polizia locale e amministrativa" e "sistema integrato di sicurezza urbana".

La prima comprende i servizi di polizia municipale e locale, al fine di garantire la sicurezza anche in collaborazione con altre forze dell'ordine. Questo significa che si investe per la prevenzione e la repressione dei comportamenti illeciti - in un ampio raggio di ambiti - sul territorio di competenza dell'ente. Non sono incluse le spese della polizia provinciale.

Il "sistema integrato di sicurezza urbana" include invece le attività a supporto del comparto, come ad esempio i piani e i programmi connessi all'ordine pubblico e sicurezza, la predisposizione e l'attuazione della normativa o la promozione della legalità del diritto alla sicurezza.

I dati che presenteremo rappresentano la somma delle due voci.

I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti, non sono disponibili i dati di Palermo e Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2019.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

Tra i grandi agglomerati urbani, è Firenze la città a spendere di più per l’ordine pubblico e la sicurezza: 147,05 euro pro capite. Dietro il capoluogo toscano Milano, con 143,93 euro. Più distanziate le altre città, tra le quali spiccano Venezia (121,67), Padova (117,16) e Roma (117,04). Chiude la classifica Messina, con 54,71 euro pro capite.

I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Tra le città italiane con popolazione superiore a 200mila abitanti, sono state considerate le 5 città che hanno speso di più per l’ordine pubblico e la sicurezza nel 2019.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2016-2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

Nel periodo dal 2016 al 2019 tutte le città considerate hanno maggiorato le rispettive spese per ordine pubblico e sicurezza. Quella che ha registrato un incremento maggiore è Venezia, passata da 84,19 a 121,67 euro pro capite: il 44,5% in 4 anni (da 22 a 32,5 milioni di euro). A Firenze la spesa cresce del 12,6%, a Padova del 19,6%, anche se scende tra il 2018 e il 2019. Aumenti meno sensibili a Roma e Milano.

Per sapere quanto viene speso nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

I dati mostrano per ogni comune italiano la spesa totale e la spesa pro capite destinata a ordine pubblico e sicurezza urbana. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Non sono disponibili i dati di alcuni comuni perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2019.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

Se consideriamo tutti i comuni italiani, Portofino (Genova) è l'unico a superare i mille euro pro capite per la spesa destinata al comparto sicurezza. In cima alla classifica troviamo altre località turistiche, di montagna o marittime, come Rhemes-Notre-Dame (Aosta) e Roseto Capo Spulico (Cosenza).

Questo può suggerire un investimento maggiore, da parte di alcune amministrazioni, che sottende a una volontà politica di regolare alcuni ambiti della vita pubblica (come la viabilità o i parcheggi) nei periodi dell'anno con maggiore flusso di visitatori.

Un'analisi dei comuni in Valle d'Aosta

La Valle d'Aosta è la regione dove si investe di più nel settore per la polizia locale. I comuni di questa regione, infatti, spendono in media 86,08 euro pro capite. Una cifra nettamente superiore a quelle registrate in tutte le altre regioni. Basti pensare che dietro i comuni valdostani ci sono quelli liguri e siciliani, rispettivamente con 52,60 e 52,26 euro pro capite. La media nazionale è invece 35,34 euro.

I dati mostrano la spesa per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Il dato non è disponibile per i comuni che non compaiono nella mappa.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

Oltre al già citato Rhemes-Notre-Dame, le località a spendere di più in Valle d'Aosta sono La Magdeleine (516,50 euro pro capite) e Emarèse (512,96). Ben 15 comuni spendono più di 100 euro pro capite, mentre il capoluogo Aosta ne investe 69,30. Si tratta, comunque, di una cifra quasi doppia rispetto alla media nazionale.

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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto credit:  Philip Schroeder - Licenza

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