Quanta energia elettrica si consuma in Italia Ambiente

L’andamento di produzione, richiesta e consumo di energia elettrica è cambiato significativamente negli ultimi due anni, soprattutto a causa della pandemia. Ricostruiamo la situazione grazie ai dati pubblicati da Terna, rilevando anche le differenze a livello regionale.

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L’energia ha un ruolo fondamentale nel cambiamento climatico. È infatti praticamente impossibile produrla, trasportarla o consumarla senza inquinare l’atmosfera o le acque o produrre rifiuti, come evidenzia la European environmental agency (Eea). Pertanto è importante, oltre a promuovere parallelamente metodi di produzione che utilizzino fonti di tipo rinnovabile, anche agire direttamente sui consumi, per ridurli.

All’interno del segmento energetico, ci sono tre componenti principali: elettricità, trasporti e riscaldamento. Ciascuno può essere supportato tramite un mix energetico di risorse rinnovabili ed estrattive. Vai a “Come funzionano la produzione e il consumo di energia”

Nel corso del periodo pandemico i consumi, così come anche la produzione e la richiesta di energia, hanno subito importanti variazioni. Durante il lockdown infatti molte attività associate a un elevato consumo energetico sono state temporaneamente sospese. Mentre nel 2021 c’è stata una ripresa che ha segnato un marcato incremento della richiesta e dei consumi. Grazie ai dati recentemente forniti da Terna possiamo ricostruire l’andamento, negli ultimi anni, del settore dell’energia elettrica.

Richiesta e produzione di energia elettrica in Italia

Con produzione si intende il processo di estrazione della risorsa e della sua trasformazione in un prodotto utilizzabile – due fasi che non necessariamente avvengono nello stesso stato. Con richiesta invece si intende il fabbisogno registrato.

Nel 2021 la richiesta di energia elettrica è stata pari a circa 320 migliaia di gigawattora (Gwh), registrando un aumento del 6,2% rispetto all’anno precedente, quando si era attestata sui 301mila Gwh circa.

Rispetto al 2020, periodo segnato dal lockdown, nel 2021 sono infatti riprese tutte le attività che erano state precedentemente sospese e questo ha provocato un aumento sia nella richiesta che, conseguentemente, nella produzione. Tuttavia rispetto all’anno precedente lo scarto tra le due è aumentato.

I dati si riferiscono alla produzione lorda di energia elettrica e all’entità della richiesta, in gigawattora (Gwh). Sono considerate tutte le modalità di produzione: ideoelettrica, termoelettrica, geotermica, nucleotermoelettrica, eolica e fotovoltaica.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Terna
(consultati: martedì 9 Maggio 2023)

Sia la produzione che la richiesta di energia elettrica hanno avuto un andamento oscillante nell’ultimo ventennio. La richiesta è sempre maggiore rispetto alla produzione, ma la distanza tra le due è stata più o meno pronunciata di anno in anno. Nel 2021 lo scarto è stato di quasi 31mila Gwh (contro i 20,6mila del 2020). La produzione lorda a livello nazionale ha quindi coperto circa il 90% della richiesta. Una quota che però scende leggermente se consideriamo il dato al netto dei consumi dei servizi ausiliari e dei pompaggi.

86,6% della richiesta di elettricità è coperta dalla produzione nazionale, nel 2021.

Importante è sottolineare che si tratta soltanto di una delle tre componenti del settore energetico, il quale è composto da elettricità, trasporti e riscaldamento. Nel complesso l’Italia è ancora soggetta a una forte dipendenza energetica. A coprire il resto del fabbisogno italiano di elettricità (13,4%) sono state le importazioni dall’estero.

Quanta elettricità si consuma nelle regioni italiane

Nel complesso in Italia sono stati consumati, nel 2021, quasi 301mila Gwh di energia elettrica (300,9 miliardi di kilowattora). Con un aumento del 6% rispetto al 2020, che ha riguardato soprattutto il settore industriale (+8,2%).

Il settore industriale registra i consumi più elevati.

A registrare i consumi più elevati è il settore industriale, che costituisce il 45% del totale. Seguono i servizi con circa il 30% e il settore domestico (22%). Ultima l’agricoltura con il 2%. L’industria è anche il settore che ha registrato il maggior incremento dei consumi tra 2020 e 2021: +8,2%. Al secondo posto agricoltura e servizi, entrambe con un aumento pari al 6,4%. Mentre il settore domestico è ultimo in questo senso con appena l’1,3%, probabilmente per via del fatto che durante il lockdown le persone hanno dovuto trascorrere più tempo in casa ma che, allo stesso tempo, l’inverno del 2020 è stato particolarmente mite.

5.095 kwh pro capite il consumo medio di elettricità in Italia nel 2021.

Rispetto al 2011 il dato è rimasto sostanzialmente invariato, con un calo dello 0,1%. I consumi risultano più elevati al nord e nel centro della penisola (rispettivamente 6.341 e 4.453 kwh) e più bassi al sud (3.756).

Più contenute invece le differenze macroregionali se consideriamo esclusivamente i consumi domestici. In questo caso il consumo medio si attesta su 1.135 kwh per abitante, -0,2% rispetto al 2011. Si rileva un lieve aumento dei consumi al sud (+0,3%) e un calo al nord (-0,3%) e soprattutto al centro (-0,7%).

I dati si riferiscono ai consumi medi per abitante di energia elettrica (in kilowattora) registrati nelle regioni italiane nel 2021.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Terna
(consultati: martedì 9 Maggio 2023)

Il Friuli Venezia Giulia è la regione con i consumi pro capite più elevati (8.556 kwh), seguita dalla Valle d’Aosta (7.608) e da altre regioni settentrionali. Ultima invece la Calabria con meno di 3mila Gwh per abitante. Sotto questo aspetto le differenze da regione a regione sono molto pronunciate.

Per quanto riguarda invece i consumi legati specificamente all’ambito domestico, come accennato, si attenuano fortemente. La prima regione da questo punto di vista è la Sardegna (con 1.475 khw per abitante), seguita da Valle d’Aosta (1.264) e Sicilia (1.240). Ultime Molise e Basilicata con meno di mille Khw per persona.

Foto: Rodion Kutsaievlicenza

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