Le grandi città al voto e il supporto al percorso formativo dei minori Bilanci dei comuni

Quasi un milione di under 17 vivono nelle cinque maggiori città dove, il 3 e il 4 ottobre, ci saranno le elezioni amministrative. Ma quanto si investe nell’educazione e nella formazione dei minori in questi territori?

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Tra pochi giorni prenderà il via un nuovo anno scolastico, il secondo da quando è scoppiata la pandemia.

Anche nel corso dell’estate che volge al termine il dibattito pubblico si è incentrato sulle condizioni di sicurezza a scuola, alla luce dell’emergenza sanitaria in corso. Così sono passati in secondo piano altri aspetti, ugualmente importanti per i giovani e le loro famiglie, che riguardano la qualità dei servizi e delle infrastrutture per l’educazione, temi di cui sono responsabili diverse istituzioni a vari livelli.

Uno di questi è il livello locale. Le amministrazioni comunali, infatti, hanno diverse competenze nell’ambito del percorso formativo dei cittadini di domani.

Per questo, attraverso l’analisi dei bilanci, può essere utile valutare gli investimenti che gli enti comunali sostengono, anche e soprattutto se parliamo dei grandi centri urbani dove a ottobre avranno luogo le elezioni amministrative.

Come abbiamo raccontato in precedenti approfondimenti, infatti, più di mille comuni italiani andranno al voto il 3 e 4 ottobre. Tra questi ci sono le quattro città più popolose (Roma, Milano, Napoli e Torino) e la settima (Bologna). In questi cinque territori vivono 995mila minori con età inferiore ai 17 anni.

I dati mostrano il numero dei residenti al 2020 e il numero dei residenti che hanno un’età inferiore a 17 anni. Sono state considerate le 5 città più popolose dove si svolgono le elezioni amministrative nel 2021.

FONTE: elaborazione openpolis su dati istat
(ultimo aggiornamento: lunedì 6 Settembre 2021)

Su 948mila abitanti, a Napoli sono oltre 168mila i residenti ad avere meno di 17 anni, pari al 17,37% della popolazione, quasi due punti percentuali in più della media nazionale (15,82%). A Roma e Milano i dati sono sostanzialmente in linea con la media nazionale. Nella capitale, infatti, i minori sono 440mila (il 15,68% del totale dei residenti), mentre nel capoluogo lombardo arrivano a quota 212mila (15,12%).

Hanno invece una percentuale di minori al di sotto della media italiana Torino (14,31%) e Bologna (13,98%), che contano 122mila e 55mila residenti con età inferiore o uguale a 17 anni.

Diritto allo studio e infanzia nelle grandi città al voto

La spesa che i comuni possono affrontare per sostenere il percorso formativo dei più giovani va rintracciata principalmente in due voci di bilancio ben distinte: "Istruzione e diritto allo studio" e "Interventi per l'infanzia e i minori e per asili nido".

La prima è un'intera missione (la numero 4). Include diverse voci di spesa: istruzione prescolastica, altri ordini di istruzione non universitaria, istruzione universitaria, istruzione tecnica superiore, servizi ausiliari all'istruzione e diritto allo studio. Nell'istruzione prescolastica, per esempio, sono compresi gli investimenti dell'ente comunale per infrastrutture, attività e servizi per la scuola dell'infanzia, ad esclusione di ciò che riguarda gli asili nido, che come vedremo vengono riportati in un'altra parte del bilancio comunale. Le spese per l'istruzione non universitaria, invece, includono i finanziamenti agli istituti comprensivi e, più in generale, il sostegno all'istruzione primaria. Mentre, come suggeriscono i nomi, l'istruzione universitaria e quella tecnica superiore comprendono le spese relative a queste due fasi del percorso educativo.

Le spese per il supporto al percorso formativo dei minori vengono inserite in diverse voci e missioni di bilancio.

I servizi ausiliari all'istruzione e il diritto allo studio, infine, abbracciano tutti quei servizi e quelle attività collaterali alla gestione diretta dell'istituzione scolastica o prescolastica. Parliamo principalmente dei servizi di trasporto, della fornitura di vitto o alloggio, dell'inclusione per i giovani stranieri, per l'assistenza logistica alle disabilità, per le borse di studio, i buoni libro o le sovvenzioni come forma di aiuto alle famiglie.

Un'altra voce riguardante il percorso formativo dei minori si chiama invece "Interventi per l'infanzia e i minori e per asili nido". A differenza delle precedenti, questa spesa viene collocata all'interno della missione "Diritti sociali, politiche sociali e famiglia". Qui vengono inclusi gli investimenti per l'erogazione dei servizi a favore delle famiglie con minori, come le indennità per i figli a carico, la maternità o i congedi. Ma anche l'erogazione dei servizi per i bambini e le bambine in età prescolare, come nel caso degli asili nido pubblici o privati. È qui che vengono registrate le uscite relative anche alla costruzione e alla gestione delle strutture per l'infanzia.

I dati mostrano distintamente le spese pro capite per cassa riportate nelle rispettive voci di bilancio “Istruzione e diritto allo studio” e “Interventi per l’infanzia e minori e per asili nido”. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Sono state considerate le 5 città più popolose dove si svolgono le elezioni amministrative nel 2021.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

Se guardiamo agli investimenti per l'istruzione e il diritto allo studio, il comune di Milano (206,05 euro pro capite) supera di poco le somme spese rispetto a quello di Bologna (204,30), le uscite a Roma e Torino (a quota 144 euro) si equivalgono e Napoli spende meno delle altre città (51,97).

Se consideriamo invece la spesa per infanzia e asili nido, tra le città considerate è Bologna a spendere di più (122,53 euro pro capite), seguita da Milano (115,94) e Roma (103,33).

Sommando le cifre inserite nelle due parti in bilancio, gli investimenti maggiori si registrano nel capoluogo lombardo.

I dati mostrano la somma di due distinte uscite di bilancio: la missione “Istruzione e diritto allo studio” e la voce “Interventi per l’infanzia e minori e per asili nido”. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Sono state considerate le 5 città più popolose dove si svolgono le elezioni amministrative nel 2021.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2019
(ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

Aggregando le voci sull'istruzione e il diritto allo studio con gli interventi per l'infanzia e sugli asili nido, possiamo valutare l'andamento della spesa, negli anni, nelle cinque grandi città al voto in ottobre.

Notiamo così che dal 2016 al 2019 Roma, Milano e Napoli hanno incrementato gli investimenti, rispettivamente del 5,1%, 5% e del 60,8%. Mentre nello stesso periodo a Torino e Bologna la spesa è diminuita del 3,9% e del 2,4%.

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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

 

Foto credit: comune di Milano

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