Oltre 400 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria Cooperazione

Nel 2023, secondo le ultime stime di Development initiatives, resta elevato il numero di persone che necessitano di assistenza umanitaria. Sono aumentate anche le donazioni, ma restano insufficienti a gestire le numerose crisi in corso.

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Il numero di persone esposte a crisi di natura politica, socio-economica e climatica continua a essere elevato, e molte emergenze in corso si stanno aggravando.

Parallelamente sono aumentati i fondi destinati all’assistenza umanitaria, trainati dalle donazioni all’Ucraina. È quanto emerge dall’ultimo Global humanitarian assistance report, realizzato da Development initiatives, un’organizzazione internazionale che si occupa di dati su povertà, disuguaglianze e resilienza dei paesi colpiti.

Quante sono le persone bisognose di assistenza umanitaria

Nel 2023 le persone esposte hanno superato i 400 milioni a livello globale, secondo le stime ancora provvisorie realizzate da Development initiatives e rilasciate dall’ufficio Onu per gli affari umanitari (Ocha).

Una cifra che è rimasta stabile rispetto al 2022 (quando sono state 406,6 milioni), ma che ha visto un aumento molto marcato negli ultimi anni. Parliamo di un incremento pari al 32% rispetto al 2021, quando sono state 306 milioni. Ancora più pronunciato rispetto agli anni precedenti al 2017, quando la cifra si attestava sotto i 100 milioni.

404,3 milioni di persone necessitano di assistenza umanitaria nel 2023, secondo le stime provvisorie di Development initiatives.

I dati si riferiscono ai primi 15 paesi a livello globale per numero di persone in stato di necessità e quindi bisognose di assistenza umanitaria.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocha
(pubblicati: giovedì 22 Giugno 2023)

L’Etiopia è il primo paese al mondo per numero di persone bisognose: più di 38 milioni, con un incremento del 34% rispetto al 2022. Nel paese del Corno d’Africa infatti ha avuto luogo un conflitto particolarmente duro tra le forze governative e i ribelli della regione del Tigray.

A causare le crisi sono i conflitti, le fragilità economiche, ma anche gli eventi climatici estremi.

Segue, con 28,4 milioni di persone in stato di necessità, l’Afghanistan, che sta affrontando le conseguenze, soprattutto di natura economica, di una guerra durata vent’anni. Al terzo posto, la Repubblica Democratica del Congo, con 26,4 milioni, un paese dove si sovrappongono fragilità economiche, conflitti interni ed episodi di violenza. In totale sono 13 i paesi dove le persone in stato di necessità superano i 10 milioni. Oltre ai conflitti e alle guerre, giocano un ruolo importante le crisi economiche, in molti casi esacerbate dalla pandemia. Ma anche i disastri climatici: è il caso del Pakistan, che è stato teatro di una serie di devastanti alluvioni.

Delle 51 situazioni di crisi identificate nel report (delle quali 23 sono localizzate nell’Africa sub-sahariana), 26 sono stabili. Mentre in 14 casi la situazione sta migliorando (con un contestuale calo delle persone in necessità di assistenza) e in 11 sta invece peggiorando. Sono 32 quelle che si protraggono da tempo. In molti casi si tratta di paesi vulnerabili sotto tutti e tre gli aspetti identificati: conflitti, situazione socio-economica ed eventi climatici.

Cresce l’assistenza umanitaria, ma anche la domanda

Con assistenza umanitaria si intende l’insieme di fondi che vengono destinati ai paesi che stanno affrontando situazioni emergenziali. Si tratta di fondi provenienti sia da fonti pubbliche e istituzionali che da privati.

L’indicatore cerca di stimare il totale dei contributi internazionali destinati all’aiuto umanitario. Per questo vengono considerati sia contributi di governi e delle istituzioni Ue che di privati. Vai a “Che cos’è l’assistenza umanitaria globale”

Nel 2022, l’ultimo anno per cui è disponibile questo dato, si è registrato un marcato aumento nell’entità dei fondi donati. Questo incremento va però ridimensionato alla luce del fatto che a crescere è stata anche e anzi in misura maggiore la domanda. E che, pertanto, è in calo la quota delle richieste di assistenza effettivamente soddisfatte, come si può riscontrare nel caso degli appelli delle Nazioni unite.

I dati si riferiscono ai fondi dedicati all’assistenza umanitaria, da parte di enti istituzionali e privati. I prezzi sono in dollari a pezzi costanti con riferimento al 2021. Il valore del 2022 costituisce una stima provvisoria.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocha
(pubblicati: giovedì 22 Giugno 2023)

Tra 2018 e 2020 l’assistenza umanitaria è rimasta piuttosto stabile, oscillando tra i 32 e i 33 miliardi di dollari. Mentre nel 2021 e soprattutto nel 2022 (nonostante il dato sia ancora provvisorio) si è registrato un aumento piuttosto marcato. Nel passaggio tra 2021 e 2022, pari al 27%.

L’aumento più pronunciato, in termini assoluti, si è registrato negli Stati Uniti: +19,7%, che li ha portati nel 2022 a donare 15 miliardi di dollari. In termini percentuali invece l’incremento più marcato si è verificato in Francia: +119,5%. In Italia, si è attestato al +64,5%.

L’Ucraina è stata il principale beneficiario, con 4,4 miliardi in donazioni. Seguono Afghanistan con 3,9 miliardi e Yemen, Siria ed Etiopia con più di 2 miliardi ognuna.

Rimane tuttavia il problema di come questi fondi vengono poi utilizzati. I dati a riguardo sono pochi e poco trasparenti. Secondo la ricostruzione del report, infatti, appena l’1,2% delle donazioni può essere rintracciato direttamente ad attori locali e nazionali (485 milioni di dollari). Più uno 0,9% arrivato indirettamente (375 milioni). Il finanziamento diretto è considerata una delle modalità più efficaci ed efficienti per fornire assistenza umanitaria.

Foto: Aics Nairobi

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