La disaffezione dalla politica e il calo nel numero di schede bianche

Il numero di schede bianche alle elezioni per il rinnovo della camera dal 1948 al 2022.

Il numero di schede bianche è cominciato a crescere già dalle seconde elezioni repubblicane. Questa crescita tuttavia ha seguito un andamento molto più incostante rispetto all’astensione, raggiungendo poi il suo apice nel 2001. Dalle elezioni politiche del 2006 in poi, al contrario, il numero di schede bianche ha subito un tracollo drastico, passando da quasi 1,7 milioni nel 2001 (3,4% del corpo elettorale) a poco più di 400mila nel 2006 (0,9%). Tale cifra è poi rimasta abbastanza costante negli anni successivi e nel 2022 si è collocata intorno a 492mila, ovvero l’1,1% del corpo elettorale e il 2,9% di quello che abbiamo definito partito del non voto. È importante tenere in considerazione tuttavia l’effetto delle leggi elettorali sulla scelta degli elettori. Gli anni del picco nel numero di schede bianche infatti (1994-2001) sono infatti anche gli stessi anni in cui è stata in vigore la legge elettorale nota come mattarellum.

Gli elettori che votano “scheda bianca” rientrano tra quelli considerati “votanti”. Tali schede rientrano tra quelle considerate “nulle” ma sono conteggiate anche separatamente. A partire dai dati delle elezioni 2006 sono considerati solo gli elettori che hanno votato in Italia (e quindi non la circoscrizione estero) a esclusione di quelli della Valle d’Aosta. Al momento della pubblicazione i dati relativi al 2022 per quanto definitivi nella sostanza non sono ancora stati del tutto ufficializzati e potrebbero subire leggere variazioni.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell'interno
(ultimo aggiornamento: lunedì 3 Ottobre 2022)

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