I crediti d’aiuto nella politica italiana di cooperazione allo sviluppo

Confronto tra i crediti d'aiuto e la componente a dono del canale bilaterale nell'aiuto pubblico allo sviluppo italiano (2006-2022)

Tra 2006 e 2013 i crediti d’aiuto sono stati piuttosto elevati rispetto alla media, raggiungendo un minimo del 5,2% nel 2011 e un massimo del 21,5% nel 2007. Poi tra 2014 e 2019 questo tipo di flusso è rimasto piuttosto basso, raggiungendo al massimo il 9,2% nel 2017. Il dato è tornato ad aumentare nel 2020 quando i crediti concessionali hanno raggiunto il 26,3% dell’aiuto bilaterale, assestandosi poi attorno al 12-13% nel biennio successivo. D’altronde il dato elevato del 2020 è anche frutto di un anno in cui le risorse a dono hanno raggiunto livelli estremamente bassi, aumentando l’importanza relativa dei prestiti.

Non tutto quello che è calcolato come aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) rappresenta un semplice trasferimento di risorse tra paesi. Una parte del canale bilaterale infatti è costituito dai cosiddetti crediti d’aiuto, ovvero dei prestiti che devono però includere una componente a dono, secondo le regole stabilite dal comitato Dac dell’Ocse. Gli importi sono indicati in dollari a prezzi costanti 2021 secondo il metodo gross disbursement.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Ocse
(ultimo aggiornamento: venerdì 22 Dicembre 2023)

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