I costi del protocollo Italia-Albania

Le risorse stanziate dal governo per la realizzazione e la gestione dei centri in Albania, ma anche per le trasferte e per molti altri costi aggiuntivi

La spesa di gestione dei centri, calcolata sui costi storici per la gestione di strutture di questo tipo, dovrebbe aggirarsi interno ai 30 milioni di euro circa in 5 anni (4,4 milioni di euro nel 2024 e 6,5 l’anno tra 2025 e 2028). Rimangono quindi oltre 600 milioni di euro che non riguardano spese di gestione. Alcune di queste voci di costo sarebbero state forse simili se i centri fossero stati costruiti in Italia. Parliamo ad esempio dei costi per la realizzazione e la manutenzione delle strutture. Altre invece sono chiaramente aggiuntive. Si tratta in particolare di 95 milioni di euro per il noleggio delle navi, di quasi 8 milioni di euro di assicurazioni sanitarie per operatori italiani in missione all’estero e di ben 252 milioni di costi per le trasferte dei funzionari del ministero dell’interno, della giustizia e della salute. Su altre voci di spesa infine risulta difficile valutare se e in che misura sarebbero state diverse nel caso in cui si fosse deciso di istituire nuove strutture in Italia.

Il 6 novembre 2023 è stato firmato a Roma il protocollo Italia-Albania per il “rafforzamento della collaborazione in materia migratoria“, ratificato poi dal parlamento italiano lo scorso febbraio. L’accordo prevede l’istituzione di due centri in Albania, uno per la primissima accoglienza (Shengjin) e l’altro con funzioni di Hotspot e centro di permanenza e rimpatrio (Cpr) (il centro di Gjader). Nelle intenzioni del governo queste strutture dovrebbero iniziare ad essere operative a partire dal 20 maggio 2024, anche se inizialmente con una capienza ridotta.

FONTE: elaborazione openpolis su dati relazione tecnica
(ultimo aggiornamento: mercoledì 27 Marzo 2024)

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