Milano si conferma la città che spende di più per i trasporti Bilanci dei comuni

I comuni possono investire parte del loro bilancio per potenziare la rete di trasporto pubblico locale. Una scelta che dipende in gran parte dalle dimensioni dei territori.

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Garantire la mobilità significa anche predisporre servizi capillari ed efficienti di trasporto pubblico. È fondamentale permettere a tutti i cittadini di spostarsi nella loro quotidianità, a un costo accessibile e con mezzi funzionanti. Non solo, offrire una rete di trasporto efficiente scoraggia l’utilizzo di mezzi a motore privati, con notevoli vantaggi in termini di sostenibilità ambientale. Data la prossimità del servizio di trasporto pubblico locale alla vita dei cittadini, garantirlo a livello di mobilità urbana è considerata una delle funzioni fondamentali dei comuni (legge 42/2009).

18,6% popolazione con 14 o più anni che ha usato almeno una volta un mezzo pubblico nel 2021.

Autobus, filobus e tram vengono usati principalmente nei comuni più urbanizzati, dove è circa la metà dei residenti a usufruirne. Nei territori più piccoli, questi valori calano fino a raggiungere il 6,4% dei comuni con meno di 2.000 abitanti. Va sottolineato però che i centri urbani più piccoli solitamente non dispongono di un proprio servizio di trasporto pubblico urbano. Gli spostamenti avvengono perlopiù attraverso un sistema extraurbano, che collega comuni diversi e che non è di diretta titolarità degli stessi. Alla luce di queste differenze, è interessante osservare le uscite di bilancio sostenute dagli enti locali per contribuire o garantire il funzionamento del trasporto pubblico locale.

Le spese dei comuni per il trasporto pubblico locale

A livello normativo, la materia è regolamentata dal decreto legislativo 422/1997. Nel dettaglio, lo stato dispone di un fondo nazionale per il trasporto pubblico locale, che viene suddiviso e distribuito alle regioni italiane. A loro volta, gli enti regionali erogano dei finanziamenti per il sostegno del servizio a province e comuni ma, allo stesso tempo, sono tenuti a garantire un livello minimo di trasporti nei territori comunali. Se questo servizio non è sufficiente, come nel caso di grandi città e centri urbani, sta poi ai comuni sostenere una spesa aggiuntiva per potenziarlo. Una struttura che comunque può variare da regione a regione.

Sono conferiti alle regioni e agli enti locali […] tutti i compiti e tutte le funzioni relativi al servizio pubblico di trasporto di interesse regionale e locale, in atto esercitati da qualunque organo o amministrazione dello Stato, centrale o periferica, anche tramite enti o altri soggetti pubblici, tranne quelli espressamente mantenuti allo Stato […]

La voce dedicata al trasporto pubblico locale è comprensiva delle spese per la costruzione e la manutenzione delle infrastrutture per il trasporto urbano e extraurbano. Nello specifico, si interviene sul trasporto su gomma, autofiloviario, metropolitano, tranviario e funiviario. Sono anche previste in questa voce le spese per la vigilanza dell’utenza e quelle per la gestione e il monitoraggio dei contratti di servizio con gli enti e le società affidatarie.

I dati mostrano la spesa per cassa riportata nella voce dedicata al trasporto pubblico locale. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti non sono disponibili i dati di Palermo perché alla data di pubblicazione non risulta accessibile il bilancio consuntivo 2021.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2021
(consultati: martedì 28 Marzo 2023)

Tra le grandi città, caratterizzate dal maggior utilizzo dei servizi di trasporto pubblico locale, spicca la spesa di Milano con 866,87 euro pro capite. Una cifra che è quasi il doppio di Venezia, al secondo posto con 455,83 euro per abitante. Seguono Roma (322,82) e Firenze (163,84). Sono invece tre i comuni in cui le uscite non superano i 100 euro a persona: Torino (66,3 euro pro capite), Bologna (21,39) e Trieste (0,19).

I dati mostrano la spesa per cassa riportata nella voce dedicata al trasporto pubblico locale. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2016-2021
(consultati: martedì 28 Marzo 2023)

La spesa del comune di Milano è storicamente più alta rispetto a quella di altre zone. Si tratta di uscite in crescita che passano da 690,1 euro pro capite nel 2016 a 866,87 nel 2021. Tra questi grandi comuni, quello che registra la variazione maggiore è però Venezia (+51,42%). Seguono Padova (+42,7%), Milano (+25,61%) e Roma (+15,32%). Firenze invece è l’unica in cui si registra un calo (-32,63%).

Se ampliamo l’analisi a tutti i comuni italiani, la spesa media è pari a 5,15 euro pro capite. Questo valore risente della quantità di piccoli territori presente in Italia. Molto spesso non viene infatti predisposto un servizio di trasporto a livello comunale per centri molto piccoli e periferici. Le regioni in cui le amministrazioni hanno le spese maggiori sono Lazio (19,48 euro a persona), provincia autonoma di Bolzano (17,38) e Valle d’Aosta (15,31). Valori minori invece si registrano per i comuni sardi (1,64) friulani e giuliani (0,81) e calabresi (0,35).

Per sapere quanto viene speso nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

I dati mostrano la spesa per cassa riportata nella voce dedicata al trasporto pubblico locale. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2021
(consultati: martedì 28 Marzo 2023)

Le uscite del capoluogo lombardo sono ingenti anche se messe a confronto con tutti gli altri comuni italiani. Si tratta infatti della quarta amministrazione per spesa pro capite. Quella che spende di più è però Moggio, in provincia di Lecco, con 2.044,20 euro a persona. Seguono Chamois (Aosta, 932,58) e Sestriere (Torino, 898,47). Tra le prime dieci amministrazioni italiane figura un altro grande comune: Venezia.

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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da Openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un’attività di monitoraggio civico dei dati, con l’obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto: Al Emeslicenza

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