Lo stato dell’arte della transizione ecologica nel secondo report Pnrr Watch Long form

È online “Gli investimenti del Pnrr per la transizione ecologica”, seconda parte dell’analisi condotta da Assonime e Openpolis. Tra progetti a rilento, difficoltà procedurali e lacune nei dati, sono diverse le criticità riscontrate in un ambito fondamentale per la crescita del paese.

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Infrastrutture per l’energia, gestione dei rifiuti, mobilità elettrica, reti idriche ed economia circolare sono tra i principali ambiti del secondo rapporto Pnrr Watch, realizzato Assonime (Associazione fra le società italiane per azioni) e Fondazione Openpolis.

Se nel primo report, lanciato lo scorso marzo, l’attenzione era stata posta sulla transizione digitale, nel dossier online da oggi l’analisi si focalizza sulla transizione ecologica nel piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Parliamo di 9 misure previste dal piano che insieme valgono quasi 12 miliardi di euro.

11,9 mld € il valore complessivo degli investimenti Pnrr analizzati nella seconda uscita di Pnrr Watch.

Tra le misure oggetto dell’analisi quella con l’importo maggiore (4 miliardi di euro) è relativa al rafforzamento della smart grid, ossia della rete elettrica che sfrutta le tecnologie digitali per ottimizzare la produzione e consumo di energia.

Solo per citare i più importanti dal punto di vista economico, nel report vengono approfonditi gli investimenti sulle infrastrutture idriche (2,1 miliardi), sulla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua (1,9 miliardi) e sugli impianti di gestione dei rifiuti (1,5 miliardi).

Emergono ritardi nella realizzazione dei progetti anche nell’ambito della transizione ecologica.

L’analisi argomentata nelle oltre 45 pagine di dossier documenta come permangano le criticità nella fase esecutiva e nella concreta “messa a terra” e nella realizzazione dei progetti, nonostante i traguardi del piano conseguiti sotto il profilo formale.

Questo fenomeno è riscontrabile in diverse misure esaminate, dalla realizzazione degli impianti per la gestione dei rifiuti, ai progetti faro di economia circolare fino alle stesse smart grid, dove secondo la Corte dei Conti a gennaio scorso la percentuale di realizzazione degli investimenti era pari al 21% per la capacità di rete e al 33% per il numero di abitanti da raggiungere. In questo caso la fase di progettazione si è sostanzialmente conclusa ma è la realizzazione effettiva dei progetti a subire ritardi.

Tra le criticità più ricorrenti delle misure analizzate ci sono anche le difficoltà tecniche e procedurali, la complessità degli iter autorizzativi e i numerosi di casi di rinuncia da parte dei beneficiari, talvolta riconducibili alla scarsa sostenibilità economica degli interventi immaginati in fase di strutturazione del Pnrr o alla rigidità dei requisiti e ai tempi stretti richiesti per la rendicontazione o per la realizzazione.

Tra le criticità rilevate anche difficoltà procedurali e molti casi di rinuncia da parte dei beneficiari.

In questo senso è particolarmente significativo è il caso dell’investimento nelle
infrastrutture di ricarica elettrica: nonostante le correzioni normative e accordi straordinari con soggetti pubblici (come Anas e Rfi) poi falliti, si è registrato un numero elevato di rinunce che hanno prodotto una copertura assai inferiore rispetto alle ambizioni iniziali, oltre che un marcato squilibrio territoriale (a svantaggio del Mezzogiorno).

Siamo infine costretti a evidenziare ancora una volta quanto la scarsa qualità e le lacune di completezza dei dati disponibili rendano molto complesso valutare il Pnrr e il reale stato di avanzamento delle opere, oltre a risultare quasi impossibile capire, in queste condizioni di analisi, quale sarà l’effettivo e reale impatto del piano sul sistema paese.

GLI INVESTIMENTI DEL PNRR PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

ENERGIA, RIFIUTI, RISORSE IDRICHE

GLI INVESTIMENTI DEL PNRR PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

ENERGIA, RIFIUTI, RISORSE IDRICHE

Foto: Matthew Henry (licenza)

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