L’inquinamento acustico nelle città italiane Ambiente

L’inquinamento acustico è dannoso per gli ecosistemi e per la salute. Analizziamo i dati raccolti da Istat in riferimento all’anno 2021 sui controlli effettuati, sui relativi superamenti dei limiti e sugli esposti presentati dai cittadini.

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Con inquinamento acustico si intende, secondo la definizione fornita dalla legge 447/1995, rumore di entità significativa prodotto dalle attività umane e tale da creare fastidio e disturbo. Si tratta di un fenomeno significativo e troppo spesso sottovalutato. Esso danneggia gli ecosistemi e la salute di chi li abita, oltre a costituire un fattore di deterioramento dei beni, dei monumenti, e a ostacolare la fruizione degli spazi pubblici. Ricostruiamo grazie alle nuove rilevazioni Istat relative al 2021 l’entità di questo problema nelle città italiane.

Cos’è l’inquinamento acustico e quali sono le sue conseguenze

Come riporta la European environmental agency (Eea), l’esposizione prolungata a rumore forte può causare problemi quali insonnia, stress, difficoltà nello sviluppo cognitivo e patologie metaboliche e cardiovascolari.

12mila morti premature causate ogni anno dall’inquinamento acustico in Ue, secondo l’Eea.

Si tratta di una condizione che colpisce almeno un quinto di tutta la popolazione europea, soprattutto le classi socio-economiche più svantaggiate. A subirne le conseguenze non sono soltanto le persone, ma anche gli animali. In particolar modo quelli che comunicano tra loro attraverso i suoni, come le rane e vari tipi di uccelli. L’inquinamento acustico inoltre non si ferma a livello aereo ma riesce anche a raggiungere gli ambienti acquatici.

A produrre inquinamento acustico sono principalmente i trasporti, come le ferrovie o gli aeroporti, ma anche i cantieri, le industrie e alcune attività commerciali. A risultare maggiormente esposti sono i centri urbani.

Con il piano d’azione Zero pollution, la commissione europea ha introdotto degli obiettivi anche per quanto riguarda l’inquinamento acustico. Specificamente, intende ridurre del 30% il numero di persone che vi risultano cronicamente esposte entro il 2030, rispetto ai livelli del 2017. Un obiettivo che però secondo l’Eea è ancora molto lontano.

I superamenti dei limiti in Italia

In Italia l’inquinamento acustico viene misurato ogni anno da Istat, che rileva sia il numero di misurazioni che vengono effettuate nei vari capoluoghi di provincia o città metropolitana, autonomamente dalle amministrazioni o a seguito di specifica richiesta da parte dei cittadini, che i superamenti dei limiti che vengono riscontrati.

Nel 2021 il maggior numero di controlli è stato effettuato a Milano (per un totale di 127). Segue a distanza Roma con 62. In 14 comuni capoluogo tutte le misurazioni hanno rilevato superamenti dei limiti stabiliti dalla normativa. Tra le altre è il caso di Firenze, prima da questo punto di vista tra i capoluoghi di città metropolitana.

I dati si riferiscono ai controlli del rumore effettuati e ai relativi superamenti dei limiti, su richiesta dei cittadini o su iniziativa dell’amministrazione, nei comuni capoluogo di città metropolitana. Per controlli del rumore si intendono attività di misura effettuate con lo scopo di verificare eventuali superamenti dei limiti fissati dalla normativa. Mancano i dati relativi alle città di Trieste, Cagliari e Bari.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(pubblicati: mercoledì 22 Febbraio 2023)

Nel capoluogo toscano i superamenti ammontano al totale delle misurazioni. Segue Napoli con il 97%. Le quote più contenute si registrano invece a Catania e Palermo, con meno del 30%.

Generalmente la quota di misurazioni che hanno rilevato superamenti è leggermente diminuita tra 2020 e 2021, in modo più marcato al centro del paese, con un calo pari a 5,4 punti percentuali. Fa eccezione in questo senso il mezzogiorno, dove la percentuale è aumentata di 4,9 punti percentuali.

Gli esposti per inquinamento acustico

Oltre al numero di controlli e ai relativi superamenti dei limiti, un altro dato interessante quando si parla di inquinamento acustico è il numero di esposti presentati dai cittadini.

All’esposto seguono la verifica e l’eventuale sanzione.

L’esposto è infatti il principale strumento con cui le persone possono difendersi in queste situazioni ed esigere provvedimenti da parte delle amministrazioni locali. Esso viene presentato al comune territorialmente competente, di modo che l’Arpa (agenzia regionale per la protezione ambientale) possa procedere a una verifica e, in caso di constatata violazione, all’imposizione di una sanzione.

Nel 2021 in Italia Istat ha conteggiato più di 2mila esposti per inquinamento acustico: 12,8 ogni 100mila abitanti. L’incidenza nel 2020 era stata leggermente superiore: 14,4. In generale il ricorso agli esposti risulta maggiore al nord del paese, e soprattutto nell’area del nord-est (18,2 esposti ogni 100mila abitanti) e minore nel mezzogiorno, in particolar modo al sud (4,6).

2.247 gli esposti per inquinamento acustico presentati nei capoluoghi italiani nel 2021.

I dati sono relativi agli esposti presentati dai cittadini in materia di inquinamento acustico, in numeri assoluti e come incidenza rispetto alla popolazione residente. Sono considerati i capoluoghi di provincia e di città metropolitana. Non sono disponibili i dati relativi ai comuni di Agrigento, Trieste, Macerata, Caserta, Foggia, Trani, Matera, Enna, Oristano, Fermo, Rieti, Isernia e Barletta.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Istat
(pubblicati: mercoledì 22 Febbraio 2023)

Sono quattro i comuni capoluogo in cui gli esposti sono stati più di 30 ogni 100mila abitanti nel 2021 e si trovano tutte le centro-nord. Si tratta di Firenze (49), Modena (47,9), Verbania (43,5), Asti (36,5), Mantova (32,9), Pistoia (32,4) e Reggio nell’Emilia (32,5).

Foto: Ant Rozetskylicenza

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