L’Europa che chiude le frontiere a est e sud Numeri alla mano

|

I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vai a “Oltre i muri, oltre i mari: l’Europa che si difende a est e sud dai migranti“.

523

il numero di km di frontiera serbo-ungherese lungo le quali è stata eretta una barriera di filo spinato e lamette. Fu costruita nel 2015 dal governo ungherese, in seguito alla “crisi europea dei migranti” scoppiata alcuni mesi prima in Europa orientale. Il muro voluto da Viktor Orbán segna per il paese l’inizio di una stagione di politiche repressive nei confronti di richiedenti asilo, rifugiati e migranti.  Vai al primo capitolo.

117

sono le richieste di asilo avanzate in Ungheria in tutto il 2020. Nella vicina Romania sono state oltre 6mila, in Slovenia e Bulgaria più di 3mila per paese. In Italia oltre 26mila. Il numero esiguo di richieste di asilo dipende dalle leggi entrate in vigore negli ultimi anni. Se ci si avvicina al confine, infatti, si viene respinti o arrestati. Basti pensare che in tutto il 2021 solo 42 persone hanno ottenuto l’asilo. Vai al secondo capitolo.

132.036

i respingimenti della polizia ungherese ai confini, tra il 1 gennaio e il 31 luglio 2022. Di fatto, non è possibile entrare in Ungheria per poi dirigersi in altri paesi europei. Chi vuole chiedere asilo deve farlo dall’ambasciata ungherese di Belgrado, in Serbia, attraverso una procedura resa volutamente complessa. Vai al secondo capitolo.

38.385

è il numero di richieste di asilo avanzate in Italia solo nel primo trimestre del 2022. Si tratta di un dato molto più alto rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti, a causa dei profughi ucraini in fuga dalla guerra. Sebbene le politiche di accoglienza in Italia siano meno repressive rispetto a quelle ungheresi (anche per motivi legati alla geografia dei territori), l’approccio al fenomeno è da anni emergenziale, nonostante non vi sia un’emergenza. Vai al grafico.

157.609

i rifugiati e rifugiate ucraine sul territorio italiano che, al 23 settembre scorso, avevano avevano avuto accesso alla protezione temporanea attivata in Ue dopo lo scoppio del conflitto. Si tratta di oltre il 90% dei rifugiati entrati in Italia dopo il 24 febbraio. L’eccezione dimostrata dalle istituzioni comunitarie e dai paesi membri nel caso dell’Ucraina potrebbe aprire un nuovo capitolo nelle politiche migratorie in Europa. Ma, che si consideri i confini orientali (come quello ungherese) o meridionali (come le coste italiane), la direzione che si sta prendendo è opposta. Vai al terzo capitolo.

Ascolta il nostro podcast su Radio Radicale

PROSSIMO POST