Le amministrazioni uscenti e le elezioni comunali 2022 Mappe del potere

Il 12 giugno si terrà il primo turno delle elezioni amministrative 2022. Quasi 9 milioni di italiani saranno chiamati al voto per eleggere il sindaco e il consiglio comunale. Al voto andranno anche vari capoluoghi tra cui 2 dei 6 alla cui guida si trova una donna.

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Il 12 giugno in diversi comuni italiani si terrà il primo turno elettorale per il rinnovo del consiglio e della giunta comunale. Dopo 2 settimane, nei comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti, in cui nessun candidato avrà ottenuto la maggioranza assoluta, si terrà un secondo turno in cui si confronteranno i due candidati che hanno ricevuto più voti.

I comuni al voto

Anche se altre tornate amministrative hanno coinvolto un maggior numero di territori, non sono pochi i comuni che tra pochi giorni saranno chiamati al voto. Tra questi per altro non mancano alcuni grandi centri. Inoltre le elezioni amministrative sono sempre un’occasione importante per i partiti per misurare nelle urne il proprio consenso elettorale.

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978 i comuni al voto il 12 giugno.

Si tratta di poco più del 12% dei comuni italiani tra i quali si trovano grandi città, capoluoghi di provincia o di regione, ma anche moltissimi piccoli comuni. Oltre il 78% dei comuni al voto infatti ha una popolazione inferiore ai 10mila abitanti.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell'interno
(ultimo aggiornamento: martedì 17 Maggio 2022)

Il quadro cambia tuttavia se invece che il numero di comuni si guarda al numero di elettori. In questo caso infatti i residenti dei comuni con popolazione inferiore ai 10mila abitanti rappresentano il 26,5% dei quasi 9 milioni di elettori che saranno chiamati alle urne.

8,89 milioni gli elettori che saranno chiamati al voto il 12 giugno per il rinnovo della giunta e del consiglio comunale.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell'interno
(ultimo aggiornamento: martedì 17 Maggio 2022)

Il 35% del corpo elettorale invece esprimerà la propria preferenza in città di medio grandi dimensioni (più di 50mila abitanti). Ma l'importanza di un comune non risiede solo nel numero dei suoi abitanti ma anche nelle funzioni amministrative che svolge. Tra i comuni al voto infatti 26 sono capoluoghi di provincia e tra questi si trovano 3 città metropolitane (Palermo, Messina e Genova) e 4 capoluoghi di regione (Catanzaro, Palermo, Genova e L'Aquila).

Quanto alle regioni, quelle maggiormente interessate al voto risultano essere la Sicilia con 1,5 milioni di elettori, la Lombardia con un milione di elettori e il Veneto con 996mila elettori.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell'interno
(ultimo aggiornamento: lunedì 16 Maggio 2022)

Ma non tutti i comuni andranno al voto per la scadenza naturale del mandato. In alcuni casi infatti le elezioni possono essere indette per ragioni diverse, di solito a seguito di commissariamenti dovuti magari alle dimissioni del sindaco o a un voto di sfiducia.

68 i comuni al voto per ragioni diverse dalla scadenza naturale del mandato.

La situazione nei comuni capoluogo

Dei 26 capoluoghi di provincia al voto sono 4 quelli commissariati: Barletta e Taranto in seguito a un voto di sfiducia, mentre Messina e Viterbo a causa delle dimissioni del sindaco. A Messina peraltro il sindaco Cateno De Luca, dopo le dimissioni, ha annunciato la propria candidatura alla presidenza della regione.

I capoluoghi con amministrazioni ordinariamente in carica dunque sono 22. Di questi 16 sono amministrati dal centrodestra (Alessandria, Asti, Catanzaro, Como, Frosinone, Genova, Gorizia, L'Aquila, La Spezia, Lodi, Monza, Oristano, Piacenza, Pistoia, Rieti e Verona), 4 dal centrosinistra (Cuneo, Lucca, Padova e Palermo) e 2 da coalizioni civiche (Belluno e Parma).

FONTE: openpolis
(ultimo aggiornamento: lunedì 16 Maggio 2022)

I sindaci che si ripresentano per un secondo mandato

In vari casi i sindaci uscenti si ripresenteranno alle elezioni cercando una riconferma. Il testo unico sugli enti locali (articolo 51) tuttavia prevede i sindaci dei comuni sopra i 5mila abitanti possano svolgere solo 2 mandati consecutivi.

7 i sindaci di comuni capoluogo al secondo mandato che non potranno ripresentare la propria candidatura.

Per quanto riguarda il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, si tratta in effetti del quarto mandato, mentre per quello di Palermo, Leoluca Orlando, del quinto. Un'eventualità possibile perché i mandati non si sono svolti consecutivamente.

Tra i 15 sindaci in carica che si apprestano a concludere il loro primo mandato comunque non tutti si ricandideranno, per scelta loro o della loro maggioranza. Tra questi il sindaco di Como, Mario Landriscina, quello di Oristano, Andrea Lutzu, e quello di Rieti, Antonio Cicchetti, tutti di centrodestra.

14 i sindaci di comuni capoluogo che ripresenteranno la propria candidatura, inclusi 2 sfiduciati dal proprio consiglio comunale.

Ai 12 sindaci in carica che hanno ripresentato la propria candidatura bisogna poi aggiungere l'ex sindaco di Barletta, Cosimo Damiano Cannito, e l'ex sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. Entrambi hanno cessato il proprio incarico negli scorsi mesi in seguito a un voto di sfiducia da parte del consiglio comunale, ma hanno deciso di ripresentarsi. Melucci si ricandiderà a Taranto sempre con una coalizione di centrosinistra, se pur composta in modo diverso. Cannito, che invece era stato eletto alle scorse elezioni con una coalizione civica, questa volta sarà sostenuto da liste di centrodestra.

Considerando che gli altri 3 sono al secondo mandato emerge che nessuno dei sindaci eletti con coalizioni civiche si presenterà con questa modalità.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell'interno
(ultimo aggiornamento: lunedì 16 Maggio 2022)

Equilibrio di genere

Sul fronte della disparità di genere, come abbiamo avuto modo di rilevare in molte occasioni, sono poche le donne a ricoprire la carica di sindaco. Nel caso delle amministrazioni al voto le donne sono circa il 12% dei sindaci uscenti. Un dato leggermente inferiore alla media nazionale che abbiamo rilevato lo scorso anno (14,86%).

11,87% la quota di donne tra i sindaci uscenti nei comuni al voto il 12 giugno.

Tra i sindaci uscenti, nei comuni al voto con popolazione superiore ai 50mila abitanti, c'è solo una donna.

La quota più alta tra le città al voto si rileva in quelle con popolazione superiore ai 100mila abitanti, ed è pari al 14,3%. Al secondo posto i comuni con meno di 3mila abitanti, dove le donne sindache sono il 13,5%. Si tratta in entrambi i casi di valori piuttosto bassi che tuttavia presentano una differenza importante. Infatti mentre i comuni con meno di 3mila abitanti sono circa 400, quelli con più di 100mila sono appena 7. Tra questi dunque solo a Piacenza si trova una donna al vertice della giunta. Sempre considerando i comuni al voto inoltre non risulta alcuna sindaca uscente nei comuni tra 50 e 100mila abitanti.

FONTE: elaborazione openpolis su dati openpolis e ministero dell'interno
(ultimo aggiornamento: mercoledì 18 Maggio 2022)

Guardando invece ai capoluoghi di provincia sono 2 le sindache uscenti, entrambe di centro destra: Patrizia Barbieri, a Piacenza, e Sara Casanova a Lodi (città che non raggiunge i 50mila abitanti).

2 le donne che ricoprono la carica di sindaco tra le 22 amministrazioni uscenti di città capoluogo.

Anche in questo caso si tratta di un dato molto basso ma rilevante. Ad oggi infatti le donne sindache di capoluoghi di provincia sono solo 6.

Certo se questo dato varierà, in positivo o in negativo, non dipende solo dalla loro rielezione. A Piacenza ad esempio anche il centro sinistra ha sostenuto una candidatura femminile, Katia Tarasconi. Lo stesso ha fatto poi in altri 8 capoluoghi (Barletta, Como, Gorizia, L'Aquila, La Spezia, Cuneo, Pistoia e Viterbo).

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Anche il Movimento 5 stelle ha sostenuto alcune candidature femminili. In vari casi in coalizione con il centro sinistra (come a L'Aquila, Gorizia, Pistoia, La Spezia e Viterbo). In modo autonomo invece a Barletta e Cuneo. Lo stesso vale per Fratelli d'Italia che a Catanzaro e Viterbo sostiene due candidate ma non in coalizione con Lega e Forza Italia.

Quanto al centrodestra inteso come coalizione unitaria invece, a parte le due sindache uscenti, non risultano altre candidature femminili nei capoluoghi di provincia.

Ovviamente poi candidature femminili si trovano anche in molte delle liste presentate da formazioni che non rientrano tra le principali forze politiche nazionali.

Foto: Comune di Catanzaro

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