La violenza di genere e l’impatto sui minori Numeri alla mano

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I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vai a “L’impatto delle violenze di genere e familiari sui minori“.

16.272

le chiamate da vittime al 1522 nel 2021. Il 3,6% in più del 2020 e l’88,2% in più del 2019. Nel periodo pandemico si è registrato un picco delle violenze contro le donne in ambito familiare. Su questa crescita hanno influito numerosi fattori, non ultimo la maggiore consapevolezza sul fenomeno e sul servizio stesso, promosso con apposite campagne informative. Allo stesso tempo, l‘istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige) ha sottolineato come durante il lockdown sia incrementato il rischio di violenze intime. Un aumento testimoniato non solo dalle chiamate al 1522, ma anche dai contatti ai centri antiviolenza e dai dati dei pronto soccorso. Vai all’articolo.

94%

le province in cui dopo l’emergenza Covid sono cresciute le chiamate da vittime al 1522. In 4 è più che raddoppiato tra prima e dopo la pandemia. Nelle province di Sondrio, Grosseto, Bolzano e Trento si sono infatti registrati aumenti superiori al 100% tra quanto rilevato nel periodo 2013-19 e in quello 2020-21. Seguono, con aumenti superiori al 70%, Vicenza, Nuoro, Teramo, Potenza, Ferrara, Verona, Bologna, Como e Ravenna. Vai alla mappa.

51%

i casi in cui sono presenti dei figli nel nucleo familiare. Nella maggioranza delle situazioni i minori assistono alle violenze e non di rado le subiscono direttamente. Vivere in questi contesti familiari ha conseguenze traumatiche. Quella più spesso segnalata per i figli che assistono è l’inquietudine (421 casi su 1.602 nel primo trimestre 2022). Seguita dall’aggressività (85 casi), da comportamenti adultizzati di accudimento verso i familiari (76) e dai disturbi del sonno. Vai al grafico.

13%

le chiamate da vittime al 1522 che hanno portato a una denuncia formale alle forze dell’ordine. Quasi 3 vittime su 4 non hanno denunciato e un ulteriore 3% ha successivamente ritirato la denuncia. Per circa il 10% delle vittime non si conosce tale informazione. Tra i motivi addotti più di frequente per la mancata denuncia, vengono segnalati il “non voler compromettere la famiglia” e la paura del violento. Aspetti che fanno comprendere quanto sia importante un cambio di paradigma sociale e culturale profondo per aumentare la consapevolezza sulla violenza di genere. Essenziale il ruolo di tutele legali e centri antiviolenza. Vai all’articolo.

3,97

case rifugio ogni 10mila vittime di violenza in Lombardia, la regione dove sono più presenti. La presenza di case rifugio in questo territorio spicca sia rispetto alle donne residenti (0,29 case ogni 10mila donne) che rispetto alle vittime di violenza (3,97). Segue il Friuli-Venezia Giulia (0,24 ogni 10mila residenti e 3,74 ogni 10mila vittime). Per quanto riguarda la diffusione di centri antiviolenza la prima regione è il Molise (0,26 ogni 10mila donne, 3,28 rispetto alle vittime). Segue l’Umbria, considerando entrambi gli indicatori. Vai al grafico.

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