La tutela dell’ambiente passa anche dai comuni Bilanci dei comuni

Le amministrazioni possono contribuire a ridurre gli effetti delle azioni dell’uomo gestendo progetti su scala locale di protezione ambientale e sviluppo sostenibile.

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Le gravi conseguenze dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti. Sono infatti in aumento fenomeni climatici estremi come ad esempio frane e alluvioni, pericolose non solo per l’uomo ma anche per le perdite che causano a livello ambientale, economico e sociale.

Da tempo nel dibattito pubblico si discute l’urgenza di un impegno politico a livello internazionale e nazionale nel contrasto ai cambiamenti climatici. Ma anche nel piccolo, a livello locale, i comuni possono già contribuire a mitigare gli effetti di queste variazioni e ridurne gli impatti sulle comunità e sui territori.

Le spese per tutela, valorizzazione e recupero ambientale per i comuni

Il principale compito dei comuni in questa materia è quello di monitorare e amministrare i progetti su scala locale, seguendo i principi guida delineati a livello statale.

Per questo tipo di attività sono previste delle uscite nei bilanci delle amministrazioni. La nona missione di bilancio è relativa allo sviluppo sostenibile e alla protezione del territorio. All’interno ci sono diversi programmi dedicati alla protezione dell’ecosistema naturale tra cui quello legato alla tutela, alla valorizzazione e al recupero ambientale.

Nel dettaglio, questa voce riporta le uscite per le attività di protezione ambientale, compresi i sussidi dedicati agli enti che si occupano di questo ambito e il monitoraggio dei programmidelle politiche sul territorio e degli interventi legati allo sviluppo sostenibile. Sono comprese inoltre le spese per alcuni aspetti specifici come il recupero di miniere e cave abbandonate e la manutenzione del verde urbano.

I dati mostrano la spesa per cassa riportata nella voce di bilancio relativa alla tutela, alla valorizzazione e al recupero ambientale. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti non sono disponibili i dati di Palermo perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2021.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2021
(ultimo aggiornamento: martedì 3 Gennaio 2023)

Considerando le grandi città italiane, è Venezia quella che riporta le spese maggiori, pari a 67,76 euro pro capite. Seguono Bologna (45,92), Firenze (42,80) e Padova (41,60). I comuni che spendono di meno sono Messina (10,74 euro pro capite), Napoli (8,95) e Verona (6,34).

I dati mostrano la spesa per cassa riportata nella voce relativa al la tutela, valorizzazione e recupero ambientale. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con popolazione superiore a 200mila abitanti, sono state considerate le 5 che hanno speso di più per la voce considerata nel 2021.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2016-2021
(ultimo aggiornamento: martedì 3 Gennaio 2023)

Gli andamenti di spesa tra 2016 e 2021 subiscono diverse variazioni. Nonostante ciò, a Venezia si è sempre speso di più per l’ambiente, ad eccezione del 2019. Tra 2016 e 2021 tutti i comuni considerati mostrano una crescita. L’aumento maggiore si è registrato a Padova (+72,4%), seguita da Bologna (+60,07%) e Venezia (19,65%). Le variazioni più contenute sono invece quelle dei comuni di Firenze (+13,85%) e Milano (+5,68%).

Spostando l’attenzione sull’intera penisola, i comuni italiani spendono in media 39,29 euro pro capite per la salvaguardia ambientale. Sono le amministrazioni valdostane quelle con le uscite medie maggiori (326,67 euro per residente) a cui seguono quelle trentine (78,43) e quelle liguri (72,56). Al contrario, mediamente le spese minori si registrano nei comuni del Friuli- Venezia Giuli (22,46 euro pro capite), della Calabria (21,92) e della Puglia (15,47).

I dati mostrano la spesa per cassa riportata nella voce relativa alla tutela, alla valorizzazione e al recupero ambientale. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2021
(ultimo aggiornamento: martedì 3 Gennaio 2023)

Tra le amministrazioni italiane, quella che spende di più è il piccolo comune di Emarèse (Aosta) con 19.200,15 euro pro capite. A questo fanno seguito Balocco (Vercelli, 14.740,43), Ginestra degli Schiavoni (Benevento, 6.155,11) e Malfa (Messina, 5.309,85). Sono in tutto 31 le amministrazioni che riportano uscite superiori a 1.000 euro pro capite.

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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da Openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un’attività di monitoraggio civico dei dati, con l’obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto: Nicola Pavanlicenza

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