La fragile crescita della cooperazione italiana nel 2021 Numeri alla mano

|

I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche. Con Numeri alla mano facciamo proprio questo. Una rubrica settimanale di brevi notizie, con link per approfondire. Il giovedì alle 7 in onda anche su Radio Radicale. Vai a Cooperazione Italia 2023

175,9 miliardi $

l’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) dei paesi Ocse Dac nel 2021 (a prezzi costanti 2020). Un valore in crescita di circa l’8% rispetto all’anno precedente. Tuttavia se si confrontano queste risorse con il reddito nazionale lordo (Rnl) complessivo dei paesi Dac, il rapporto Aps/Rnl risulta pari allo 0,33%. Ovvero la stessa quota dell’anno precedente. Attualmente solo 5 paesi raggiungono l’obiettivo dello 0,70% Aps/Rnl. Vai al grafico.

0,29%

il rapporto Aps/Rnl dell’Italia nel 2021. Stando ai dati definitivi Ocse quindi le risorse sono in deciso aumento rispetto al 2019 e 2020 quando il rapporto si era fermato allo 0,22%. A ogni modo il dato è ancora al di sotto della media dei paesi donatori, oltre a essere molto distante dall’obiettivo di arrivare allo 0,70% entro il 2030. Inoltre il rischio è che la crescita osservata non sia strutturale ma piuttosto il frutto di aumenti episodici. Vai al grafico.

73%

delle risorse aggiuntive del canale bilaterale riguarda voci di spesa che sono per loro natura instabili oltre a essere definibili come aiuto gonfiato. Si tratta in particolare delle risorse destinate ai rifugiati nel paese donatore (470 milioni) e di operazioni di cancellazione del debito (410 milioni in buona parte destinati alla Somalia). Vai al grafico.

16°

il posto occupato dall’Italia nella classifica dei paesi Ocse Dac per risorse destinate ai paesi a più basso livello di sviluppo (Ldcs). Roma infatti destina a questo gruppo di paesi solo lo 0,08% dell’Rnl nonostante l’impegno sia quello di raggiungere una quota compresa tra lo 0,15 e lo 0,20%. Vai al grafico.

il posto occupato dall’Italia nella classifica dei paesi che hanno donato più risorse per la lotta alla pandemia. Un risultato certamente importante ma rispetto al quale sono necessarie alcune considerazioni. Intanto, al contrario di quanto fatto dagli Stati Uniti, la donazione di vaccini ha riguardato esclusivamente dosi avanzate rispetto alle scorte nazionali. Inoltre c’è da chiedersi se l’Italia manterrà queste risorse aggiuntive per l’Aps anche quando, ci si augura il prima possibile, dovesse rientrare l’emergenza pandemica. Vai al grafico.

Ascolta il nostro podcast su Radio Radicale

PROSSIMO POST