La condizione dei minori stranieri non accompagnati in Italia #conibambini

I msna necessitano particolari tutele e servizi in termini di accoglienza. Per questo è importante monitorare la loro presenza sul territorio e indirizzare fondi statali e misure d’aiuto, per far sì che questi bambini e ragazzi abbiano le stesse opportunità dei loro coetanei.

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Negli anni l’Italia è diventata sempre più meta di arrivo o di passaggio verso l’Europa, per i flussi migratori provenienti sia dall’Africa che dall’Asia. Un processo che nel tempo ha visto approdare sulle coste del nostro paese migliaia di rifugiati ogni anno. Tra questi anche minori, molti dei quali non accompagnati né dai propri genitori né da altri adulti.

Con l’espressione “minore non accompagnato”, in ambito europeo e nazionale, si fa riferimento allo straniero (cittadino di Stati non appartenenti all’Unione europea e apolide), di età inferiore ai diciotto, che si trova, per qualsiasi causa, nel territorio nazionale, privo di assistenza e rappresentanza legale.

Bambini e ragazzi che necessitano di tutele speciali, come quelle garantite dalla legge n. 47/2017, che stabilisce principalmente il divieto di respingimento e di espulsione. Il primo è assoluto: lo stato non può in nessun caso respingere alla frontiera i minori stranieri non accompagnati (msna). Il secondo invece è derogabile solo per motivi di ordine pubblico e di sicurezza dello stato e, anche in quel caso, si può procedere all’espulsione solo se essa non comporta il rischio di danni gravi per il minore.

Oltre al divieto di respingimento e di espulsione dal paese, ai msna viene garantita la possibilità di accedere ai diversi servizi territoriali di accoglienza, principalmente attraverso 2 fondi statali: il fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo e il fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Entrambi sostengono le amministrazioni comunali nelle spese che sono chiamate ad affrontare per l’accoglienza dei minori.

Chi e quanti sono i minori non accompagnati

Per monitorare la presenza dei minori non accompagnati in Italia e quindi indirizzare fondi e misure di aiuto, il ministero del lavoro e delle politiche sociali ogni mese censisce i msna presenti in tutto il territorio nazionale. Ad aprile 2021 sono 6.633 in totale, di cui 6.392 maschi (96,4%) e 241 femmine (3,6%).

I msna in Italia sono perlopiù maschi 17enni.

Per quanto riguarda l’età dei minori stranieri che arrivano soli in Italia, la maggior parte di loro sono quasi maggiorenni. I 17enni sono infatti 4.290 su 6.633 (64,7%), mentre man mano che si considerano fasce d’età inferiori, il numero di msna cala. Il 22,5% ha 16 anni, il 7,5% ne ha 15 e il 5,1% è tra i 7-14 anni, fino ad arrivare a 22 bambini tra 0 e 6 anni d’età, su 6.633 totali (0,3%).

I dati mostrano i minori stranieri non accompagnati, presenti e censiti in Italia, a marzo 2021.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Mlps
(ultimo aggiornamento: mercoledì 31 Marzo 2021)

Dove si trovano e da dove vengono i msna

Oltre ad avere un quadro del numero complessivo dei minori non accompagnati e di come questo varia nel corso del tempo, è necessaria una mappatura dei territori che ospitano il maggior numero di msna. Per capire come gestire al meglio l'accoglienza di questi bambini e ragazzi.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Mlps
(ultimo aggiornamento: mercoledì 31 Marzo 2021)

Sono 1.946 su 6.633 i minori stranieri non accompagnati che si trovano attualmente in Sicilia. Si tratta del 29,3% del totale, la quota maggiore tra quelle delle regioni italiane. Questo è sicuramente dovuto al ruolo del territorio siculo come approdo dei flussi migratori provenienti dalle coste del nord Africa. E quindi come primo luogo in cui molti dei minori stranieri non accompagnati vengono accolti e identificati nelle strutture governative di prima accoglienza, specificatamente destinate ai minori. In una seconda fase, tutti i msna entrano nel sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e minori non accompagnati - Siproimi e vengono trasferiti in altre apposite strutture.

Nella scelta del posto in cui collocare il minore, tra quelli disponibili, si deve tenere conto delle esigenze e delle caratteristiche dello stesso minore, in relazione alla tipologia dei servizi offerti dalla struttura di accoglienza.

La seconda regione che conta più msna dopo la Sicilia è il Friuli-Venezia Giulia (11,5%), seguita da Lombardia (10,3%) e Emilia-Romagna (7,9%). Tutte e 3 del nord Italia, mentre al sud troviamo la quota più alta in Puglia (5,6%) e al centro nel Lazio (5,4%).

Tra i territori che invece ospitano meno msna, troviamo le province autonome di Bolzano (0,8%) e Trento (0,3%), l'Umbria (0,4%) e la Valle d'Aosta, dove attualmente si trovano solo 3 dei 6.633 minori stranieri non accompagnati (quasi lo 0%).

Una sfida in termini educativi

Quella dei minori stranieri non accompagnati è una condizione delicata, che richiede tutela e attenzione. Si tratta di bambini e ragazzi che vivono una duplice difficoltà. Da un lato, affrontano gli ostacoli tipici del trovarsi in un paese straniero, in primis la mancata conoscenza della lingua. Dall'altro, devono farlo senza il sostegno di una rete familiare, fondamentale nel percorso di crescita e sviluppo del minore. Questo rende ancora più essenziale il ruolo del sistema scolastico, per favorire la socializzazione dei msna e la loro inclusione all'interno della comunità. La scuola rappresenta infatti il primo luogo di socialità, di confronto e quindi anche di appianamento delle disuguaglianze. Un luogo dove a tutti i bambini e ragazzi, indipendentemente dal loro luogo di origine, devono essere garantite pari opportunità educative e formative.

Educazione di qualità e opportunità di apprendimento permanente sono centrali per garantire una vita piena e produttiva a tutti gli individui e per la realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile.

Per i minori stranieri il rischio di povertà educativa è più alto. Non solo per i limiti linguistici, ma anche perché spesso vengono inseriti in ritardo rispetto all'età nel sistema scolastico. Queste difficoltà strutturali devono essere bilanciate da servizi educativi di qualità e da un processo efficace di accoglienza e inclusione. Per evitare che influenzino negativamente il percorso scolastico del minore, aggravando il rischio di esclusione sociale. Un esito da contrastare, per far sì che bambini e ragazzi provenienti da contesti di difficoltà abbiano gli strumenti per uscirne e per accedere, al pari dei propri coetanei, al percorso di studio o di lavoro che desiderano.

 

Foto credits: Unsplash Julie Ricard - Licenza

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