Il calo delle nascite nell’Abruzzo interno e gli strumenti per contrastarlo Abruzzo Openpolis

La regione, come tutto il resto del paese, soffre di un drammatico calo delle nascite. Per arginare questo fenomeno è stato istituito anche un assegno di natalità finanziato da fondi regionali. Vediamo quali sono i primi dati rispetto all’attuazione della misura.

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Non accenna a interrompersi il calo delle nascite nel nostro paese. È quanto certificano gli ultimi dati disponibili recentemente pubblicati da Istat. Nel 2024 infatti i nuovi nati sono stati circa 370mila, cioè 10mila in meno rispetto al 2023, con una riduzione del 2,6% in un solo anno. Rispetto al 2008 il calo è addirittura di oltre 200mila nati. Vale a dire oltre un terzo in meno dell’anno che ha segnato il “picco” nella serie storica recente. Una tendenza che purtroppo colpisce anche l’Abruzzo.

-4.165 nati in Abruzzo nel 2023 rispetto al 2008.

Lo stesso istituto di statistica specifica come il fenomeno abbia molteplici spiegazioni. Alcune cause sono strutturali (sono diminuiti i potenziali genitori) altre no. È proprio su queste ultime che sarebbe necessario intervenire con delle politiche pubbliche mirate per cercare di arginare il fenomeno. Specie nelle aree interne, particolarmente colpite dalla denatalità e dallo spopolamento.

Da questo punto di vista possiamo notare come l’Abruzzo sia una delle regioni italiane ad aver introdotto, nel 2021, un assegno di natalità finanziato con risorse proprie e dedicato specificamente ai residenti dei comuni più piccoli e che sorgono in area montana. Oltre all’analisi dei dati sull’andamento delle nascite, abbiamo approfondito le prime evidenze che emergono dall’introduzione di questa misura.

La situazione delle nascite nei territori

Per quanto riguarda i nuovi nati, l’ultimo anno per cui sono già disponibili dati consolidati è il 2023. Complessivamente a livello nazionale in quest’anno le nascite sono state 379.890. In valori assoluti nel confronto fra le varie regioni, l’Abruzzo si posiziona al quattordicesimo posto con 7.578 bambine e bambini nati vivi sul proprio territorio in quell’anno.

Come già detto nell’introduzione, rispetto al 2008 la diminuzione della natalità è piuttosto evidente ma non riguarda solo l’Abruzzo. In tutte le regioni infatti si registra un calo più o meno significativo. A livello nazionale nel periodo considerato la diminuzione si attesta su circa 197mila nuovi nati in meno, pari a un calo del 34%. Il dato abruzzese risulta essere superiore rispetto alla media nazionale. Parliamo infatti di una riduzione del 35,5%. Da notare però che, tenendo in considerazione la differenza percentuale, ci sono 9 regioni con una diminuzione ancora più marcata. Tra queste ce ne sono 3 in particolare in cui si registra una diminuzione superiore al 40%. Si tratta di Sardegna (-46,2%), Valle d’Aosta (-44,6%) e Umbria (-42,4%).

Restringendo il periodo di osservazione agli anni della pandemia, possiamo osservare come la diminuzione delle nascite sia proseguita. Facendo un confronto in valori assoluti si nota che nel 2023, rispetto al 2019, in Italia sono nati oltre 40mila bambini in meno.

-922 nuovi nati in Abruzzo nel 2023 rispetto al pre-Covid.

Anche in questo caso si registra una diminuzione in tutte le regioni del paese. Se a livello nazionale la diminuzione è stata del 9,6%, l’Abruzzo si attesta sul -10,8% rispetto ai bambini nati nel 2019. La regione si colloca all’ottavo posto, mentre la Sardegna si conferma l’area con la percentuale più elevata (-18,2% di nuovi nati nel 2023 rispetto al pre-Covid). Seguono Basilicata (-15%) e Valle d’Aosta (-14,6%).

FONTE: elaborazione Abruzzo Openpolis su dati Istat
(consultati: martedì 29 Aprile 2025)

Mantenendo il focus sull’andamento registrato negli ultimi anni ma spostandoci sul livello provinciale possiamo notare che, con la sola eccezione di Gorizia (+8,6%), in tutti i territori si conferma la tendenza alla denatalità.

La provincia di Pescara ha registrato un calo delle nascite marcato rispetto al pre-Covid.

Per quanto riguarda l’Abruzzo si registra il dato particolarmente elevato di Pescara (-15,5%) che pone la provincia al sesto posto tra i territori con una riduzione di nuovi nati più marcata nel periodo considerato. Sopra il 10% anche le province dell’Aquila (-10,9%) e Chieti (-10,3%). Pur con un dato negativo, invece la provincia di Teramo fa registrare una percentuale inferiore rispetto alla media nazionale (-6,5%).

L’assegno di natalità e il suo impatto nei territori

L’assegno di natalità in Abruzzo è stato istituito a decorrere dall’1 gennaio 2022 dalla legge regionale 32/2021. L’obiettivo dell’intervento è quello di favorire l’incremento delle nascite e valorizzare la genitorialità nei piccoli comuni montani. Il supporto è valido fino al compimento del terzo anno d’età del minore

I territori potenzialmente beneficiari di questa iniziativa sono quelli caratterizzati da una popolazione residente inferiore alle 200 unità o compresa tra 200 e 3mila abitanti purché il calo demografico registrato nei 5 anni precedenti sia superiore alla media regionale. Il perimetro dei territori potenzialmente beneficiari è quindi variabile. Attualmente, sulla base della deliberazione della giunta regionale 85/2023, parliamo di 176 comuni su 305.

Alcune importanti novità sono state introdotte con la legge regionale 5/2023. Questa norma ha infatti rivisto i requisiti per l’accesso all’assegno eliminando il limite Isee, inizialmente fissato a 25mila euro annui, rendendo così la misura accessibile a tutte le famiglie. Altre modifiche di rilievo sono state: 

  • la semplificazione nella quota dell’assegno che adesso è di 2.500 euro per tutti (mentre in precedenza erano previsti degli scaglioni);
  • l’estensione del limite di tempo per presentare la domanda a 180 giorni dalla nascita del minore (in precedenza era di 90).

Analizzando la relazione sull’attuazione pubblicata nel marzo scorso è possibile avere un primo riscontro dei risultati raggiunti nel periodo compreso tra il 2022 e il 2024. In questo periodo sono pervenute in totale 1.103 istanze delle quali 878 ammesse. Per quanto riguarda le istanze respinte, nella maggior parte dei casi si tratta di duplicati. Dalla relazione emerge come in 154 comuni sia stata presentata almeno un’istanza. 

Da notare però che in 46 comuni ancora non è stato erogato il beneficio. Tra le istanze accolte, risulta che quelle per cui le famiglie beneficiarie hanno già ricevuto almeno una parte dei fondi loro assegnati sono in totale 369 (pari al 42% delle istanze ammesse).

878.150,66 € i fondi dell’assegno di natalità già liquidati alle famiglie abruzzesi tra il 2022 e il 2024.

La maggior parte delle risorse già erogate allo stato attuale è andata al comune aquilano di Scurcola Marsicana con oltre 45mila euro. Seguono i comuni di Tornareccio (circa 29mila euro) e Barisciano (circa 28mila euro).

La mappa rappresenta, per ogni comune, il numero di istanze ammesse per le annualità 2022, 2023 e 2024 e il totale di fondi già erogati alle famiglie sulla base di una relazione pubblicata dalla giunta regionale nel marzo del 2025. Il documento si riferisce all’avviso 2024 ma tiene conto anche delle istanze presentate e ammesse negli anni precedenti per cui è ancora in corso l’erogazione dell’assegno fino al compimento del terzo anno di età del minore. In grigio sono rappresentati i territori che non rientrano tra quelli che potevano beneficiare della misura. I territori potenzialmente beneficiari di questa iniziativa sono quelli caratterizzati da una popolazione residente inferiore alle 200 unità o compresa tra 200 e 3mila abitanti purché il calo demografico registrato nei 5 anni precedenti sia superiore alla media regionale. Il perimetro è quindi variabile. I dati riguardanti le istanze ammesse nel 2024 devono interdersi come non consolidati in quanto le famiglie hanno 180 giorni di tempo per presentare l’istanza. Per i nati a fine anno quindi c’è ancora tempo.

FONTE: elaborazione Abruzzo Openpolis su dati Regione Abruzzo
(pubblicati: giovedì 20 Marzo 2025)

Aggregando i dati a livello provinciale possiamo osservare che il numero più consistente di istanze presentate arriva dall’aquilano (470). Seguono Chieti (342), Pescara (157) e Teramo (134). Con riferimento alla percentuale di istanze ammesse, L’Aquila si conferma al primo posto tra le province abruzzesi con il 44,9%. Seguono Pescara (35,7%), Teramo (35,1%) e Chieti (32,8%).

Anche per quanto riguarda gli importi già erogati L’Aquila si trova al primo posto con circa 126mila euro. A Chieti sono arrivati oltre 58mila euro mentre nelle altre 2 province gli importi erogati sono più contenuti: circa 24mila euro per Teramo e 10mila per Pescara. Logicamente su questo incide anche il diverso numero di comuni potenzialmente interessati dall’intervento che sono 77 in provincia dell’Aquila, 57 in quella di Chieti, 23 nel pescarese e 19 nel teramano.

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