I divari tra nord e sud nella gestione degli uffici tecnici comunali Bilanci dei comuni

L’ufficio tecnico è un organo importante nelle amministrazioni locali, perché si occupa del coordinamento degli investimenti per opere pubbliche ed è centrale anche per l’utilizzo dei fondi del Pnrr.

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I comuni non si occupano soltanto della gestione di interventi ordinari ma hanno anche delle competenze in materia di realizzazione delle opere pubbliche. Un aspetto cruciale anche all’interno dell’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza. A livello amministrativo, l’ufficio tecnico è il comparto che si occupa di coordinare gli interventi necessari per i lavori di questo tipo. Le uscite dei comuni per questa voce mostrano però dei divari tra il nord e il sud dell’Italia.

Anche i comuni, infatti, hanno voce in capitolo per quel che riguarda la costruzione di opere di interesse pubblico, per le quali vengono fatti degli investimenti. Per definizione, queste sono uscite che determinano con l’andare avanti del tempo un incremento del patrimonio dell’ente, come ad esempio una nuova struttura. Le amministrazioni possono realizzare questi beni immobili attraverso delle entrate proprie oppure con l’apertura di debito pubblico, al quale i comuni possono fare ricorso solo per questo tipo di spese.

Il grafico rappresenta la spesa delle pubbliche amministrazioni per gli investimenti in opere pubbliche e la rispettiva quota comunale. In quest’ultima si considerano le amministrazioni, le unioni di comuni e le comunità montane. Tra le Pa sono considerate le università, lo stato, le regioni e le provincie autonome, le provincie e le città metropolitane, gli enti che fanno capo al Ssn, gli enti comunali e altri enti di natura locale. Il dato è espresso in miliardi di euro.

FONTE: elaborazione openpolis su dati openbdap.
(ultimo aggiornamento: giovedì 29 Settembre 2022)

L'andamento della spesa della pubblica amministrazione ha visto un picco rilevante nel 2015 (39,26 miliardi di euro) e una crescita tra 2019 e 2021, fino ad arrivare a 69,14 miliardi di euro. Le uscite delle amministrazioni locali per le opere pubbliche sono però rimaste piuttosto stabili nel tempo, con valori che vanno dai 9,57 miliardi del 2015 ai 12,77 registrati sia nel 2021 che nel 2013. Da notare che dal 2016 il patto di stabilità interno per gli enti locali è stato superato in favore di un processo semplificato: un comune si considera in pareggio nel momento in cui le entrate e le uscite totali riportano un saldo non negativo.

In questo ambito hanno una loro importanza anche i contributi statali e i fondi europei. È questo il caso dei lavori strutturati dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Come abbiamo già analizzato, uno degli obiettivi del Pnrr è l'appianamento dei divari territoriali attraverso dei finanziamenti mirati alla realizzazione e al potenziamento di strutture di pubblica utilità. Una parte di questi investimenti deve essere attuata dagli enti locali, che hanno l'incarico di presentare dei progetti in cui illustrano come verrebbero gestiti i fondi stanziati.

Che si tratti di entrate proprie oppure di finanziamenti a livello extra comunale, la gestione dei progetti avviene nell'amministrazione, a livello di ufficio tecnico. Come risulta evidente dalla gestione locale dei fondi del Pnrr, la mancanza di personale e di qualifiche si sta mostrando un limite nella capacità degli enti locali nel fornire delle proposte di progetto attuabili. Questa è una condizione che colpisce maggiormente i piccoli comuni che non hanno avuto modo di supplire a queste carenze in tempo rispetto alla partenza del piano.

Le spese dei comuni per l'ufficio tecnico

All'interno della prima missione di spesa relativa ai servizi istituzionali, c'è una voce relativa alle uscite per questo particolare ufficio. Sono qui comprese tutte le uscite legate agli atti di autorizzazione come i permessi di costruzione, le attività di vigilanza e controllo legate a questo ambito e le certificazioni di agibilità. Si includono tutte le spese legate alla programmazione e al coordinamento di interventi riguardanti le opere pubbliche e tutte le uscite riguardanti le sedi istituzionali, gli uffici del comune e i monumenti di competenza non classificati come beni artistici e culturali.

Non si comprendono tutte le spese legate alla realizzazione e alla gestione delle suddette opere pubbliche, che vengono inserite nei programmi specifici a seconda dell'ambito considerato.

I dati mostrano la spesa per cassa relativa all’ufficio tecnico. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti non sono disponibili i dati di Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2020.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: mercoledì 28 Settembre 2022)

Se si considerano le uscite delle grandi città, Padova è quella caratterizzata dagli importi maggiori (82,13 euro pro capite). Un valore particolarmente alto rispetto agli altri comuni considerati. Seguono Venezia (49,23), Firenze (46,95) e Genova (45,71). Al contrario, le spese minori sono tutte registrate dalle amministrazioni del sud: Palermo (19,39), Bari (13,43), Messina (8,58) e Napoli (4,43).

Andando invece ad analizzare tutti i comuni italiani nel complesso, la spesa media per questa voce ammonta a 62,97 euro pro capite. Le amministrazioni che mediamente registrano le uscite maggiori sono tutte appartenenti a regioni autonome: Valle d'Aosta (363,48), della Sardegna (108,38) e del Friuli-Venezia Giulia (91,89). In coda si trovano invece i comuni veneti (50,04 euro pro capite), lombardi (39,65) e pugliesi (36,61).

La Valle d'Aosta è la regione in cui i comuni spendono di più per l'ufficio tecnico nonostante nei piccoli comuni possa risultare più complesso portare avanti le attività di questo comparto. Analizziamo quindi nello specifico le spese delle amministrazioni valdostane.

I dati mostrano la spesa per cassa legata all’ufficio tecnico. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: mercoledì 28 Settembre 2022)

Tutti i comuni riportano una spesa per questa voce. Il capoluogo registra delle uscite pari a 55,56 euro pro capite. Un'uscita inferiore alla media nazionale (62,97) e a quella regionale (363,48). Tra le amministrazioni che spendono di più, quattro registrano importi superiori ai 1.000 euro pro capite. Si tratta di Rhemes-Notre-Dame (2.839,45), Rhemes-Saint-Georges (2.820,46), Saint-Oyen (1.349,69) e Ollomont (1.342,84). Sono comunque tutti comuni in cui la popolazione non supera i 200 abitanti.

I dati mostrano la spesa per cassa legata all’ufficio tecnico. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa.

FONTE: openbilanci - consuntivi 2020
(ultimo aggiornamento: mercoledì 28 Settembre 2022)

Il comune che più di tutti spende per questa voce è L'Aquila con 3.207,09 euro pro capite. Un valore così alto rispetto alla media nazionale potrebbe essere dovuto alle maggiori spese affrontate dall'ufficio tecnico del capoluogo abruzzese motivate dalla ricostruzione post-sisma. Seguono Rhemes-Notre-Dame (Aosta, 2.839,45), Rhemes-Saint-Georges (Aosta, 2.820,46) e Castelsantangelo sul Nera (Macerata, 1.958,27). Sono 14 i piccoli comuni che riportano valori superiori ai 1.000 euro pro capite.

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I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un'attività di monitoraggio civico dei dati, con l'obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto: Anci

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