I comuni commissariati per mafia nel 2022 Mappe del potere

Ogni anno in Italia vengono commissariati in media poco meno di 12 comuni per infiltrazioni della criminalità organizzata. Il 2022 non ha fatto eccezione e a tutt’oggi sono diverse le città a guida commissariale, tra cui anche un capoluogo di provincia, Foggia.

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In Italia, nel caso in cui si ritenga che le decisioni di un ente locale siano influenzate da interessi criminali, il governo può commissariare l’ente. Il procedimento prende avvio con una commissione di indagine prefettizia e, nel caso si emergano elementi concreti, si conclude per decisione del ministro dell’interno o del consiglio dei ministri (Tuel, articoli 143 e seguenti). Una volta adottata la decisione è con decreto del presidente della repubblica che vengono effettivamente sciolti gli organi politici del comune in questione.

La gestione del comune passa dunque sotto la guida di una commissione straordinaria di tre componenti nominati dal ministro dell’interno per un massimo di 18 mesi, prorogabili a 24.

È una misura di prevenzione straordinaria. Si applica quando esiste il reale pericolo che l’attività di un comune o di un’altra amministrazione locale sia piegata agli interessi dei clan mafiosi. Vai a “Come funzionano i commissariamenti per infiltrazioni mafiose”

Ma i comuni possono essere commissariati anche per ragioni completamente diverse, perlopiù di natura politica. Come le dimissioni della metà più uno dei consiglieri, oppure la mancata approvazione del bilancio. In questo caso però viene nominato un unico commissario che ha il compito di gestire l’ordinaria amministrazione fino alle elezioni, che dovranno tenersi alla prima occasione utile.

Si tratta dunque di due tipi di commissariamento molto diversi, che come tali devono essere interpretati. In questa occasione ci limiteremo ad analizzare i casi in cui il commissariamento è stato decretato a seguito di infiltrazioni criminali. A inizio luglio di questo stesso tema si è occupata una relazione del ministro dell’interno.

I comuni commissariati tra il 1991 e oggi

Nel corso del 2022 sono stati disposti 11 commissariamenti per infiltrazioni della criminalità organizzata. Un dato sostanzialmente in linea con la media degli ultimi 30 anni.

11,75 la media dei comuni commissariati ogni anno per infiltrazioni criminali tra il 1991 e il 2022.

Un dato in leggero calo rispetto al 2021, quando i comuni commissariati sono stati 14. I dati più recenti poi sembrano confermare che anche nel 2023 ci si potrebbe assestare su un numero simile. Tra gennaio e luglio 2023 risulta che siano stati commissariati altri 5 comuni.

FONTE: openpolis, ministero dell’interno e presidenza della repubblica
(pubblicati: martedì 4 Luglio 2023)

Tra il 1991 e oggi comunque il dato annuale ha subito variazioni considerevoli, da un massimo di 34 commissariamenti nel 1993 a un minimo di tre solo pochi anni più tardi, nel 1995.

Guardando alla media di ciascun decennio si può osservare che il valore più alto risale al periodo 2010-2019, quando in media si sono registrati 14,5 commissariamenti l’anno. Al secondo posto gli anni ’90 (12,22). In questo caso però il dato è frutto di un uso estensivo dello strumento nei primi anni dopo la sua istituzione, mentre nel periodo successivo si è molto ridotto.

La relazione del ministero dell’interno e i commissariamenti al 2022

Nel corso del 2022 sono stati 36 gli enti che, almeno per un periodo, sono stati sottoposti a una gestione commissariale. Come abbiamo visto 11 sono stati sottoposti a questo provvedimento proprio nel corso del 2022, mentre gli altri 25 derivano da commissariamenti adottati negli anni precedenti.

36 i comuni con una gestione commissariale nel 2022.

Questo dato può sembrare tutto sommato contenuto se si considerano i quasi 8mila comuni Italliani. Tuttavia i residenti di comuni così amministrati nel 2022 sono stati quasi 750mila, ovvero l’1,3% di tutta la popolazione italiana.

A essere particolarmente esposte risultano la Calabria, con 11 comuni commissariati, la Campania (8), la Sicilia e la Puglia (entrambe 7). Ma anche 2 comuni del Lazio hanno seguito questo stesso percorso (Anzio e Nettuno) e 1 della Valle d’Aosta (Saint-Pierre). Come si può notare dunque il fenomeno riguarda principalmente regioni del mezzogiorno, anche se non solo. Negli scorsi anni in effetti i commissariamenti hanno riguardato anche altre regioni settentrionali come il Piemonte, la Lombardia, la Liguria e l’Emilia-Romagna.

Nella maggior parte dei casi si tratta di comuni piccoli, sotto i 10mila abitanti (18), tra cui Cosoleto di soli 916 abitanti. Quindici invece i comuni sotto i 50mila abitanti e 3 quelli più grandi. Si tratta di due realtà campane (Castellammare di Stabia e Marano di Napoli) nonché di una grande città capoluogo di provincia, ovvero Foggia.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell’interno
(pubblicati: martedì 4 Luglio 2023)

La prassi delle proroghe e altri possibili esiti

Come anticipato il procedimento che può portare al commissariamento inizia con una relazione prefettizia. Dalle conclusioni tratte possono quindi delinearsi 3 percorsi.

Se dalla disamina non emergono gli elementi richiesti il procedimento ha termine con un decreto del ministero dell’interno che ne accerta la conclusione. Nel 2022 però nessuna delle relazioni prefettizie ha avuto questo esito.

Il secondo caso riguarda quelle situazioni in cui sono stati rilevati condizionamenti dell’attività amministrativa del segretario generale o di altri dirigenti o funzionari dell’ente. In questi casi vengono presi tutti i provvedimenti necessari a interrompere i condizionamenti. Tra questi la sospensione o la destinazione ad altro incarico dei funzionari in questione. Nel corso del 2022 sono stati adottati tre provvedimenti di questo tipo, nei confronti di altrettanti enti commissariati (San Giuseppe Vesuviano, Soriano Calabro e Nettuno). L’adozione di questi provvedimenti tuttavia può essere disposta anche in assenza del commissariamento.

Le proroghe dovrebbero rappresentare delle eccezioni ma nella pratica rappresentano la prassi più frequente.

Quanto al commissariamento vero e proprio, come anticipato questo dovrebbe avere una durata massima di 18 mesi. Tuttavia dei 36 comuni in questione ben 26 hanno ricevuto un provvedimento di proroga. In altri 9 invece la scadenza è prevista per la fine del 2023 o l’inizio del 2024. Eventuali proroghe quindi verranno emesse durante i prossimi mesi. Attualmente quindi si può dire che di 36 comuni commissariati solo 1, Ostuni, ha concluso il periodo commissariale entro i 18 mesi previsti. Malgrado la legge preveda che le proroghe siano adottate solo in casi eccezionali quindi sembra questa la prassi effettivamente seguita in via ordinaria.

Il decreto di scioglimento conserva i suoi effetti per un periodo da dodici mesi a diciotto mesi prorogabili fino ad un massimo di ventiquattro mesi in casi eccezionali.

In ogni caso trascorsi 24 mesi la gestione commissariale deve necessariamente terminare. È quanto accadrà ad esempio per il comune di Foggia ,che andrà alle urne il prossimo 22 e 23 ottobre. E questo nonostante la commissione abbia descritto un “ambiente reso estremamente difficile per la presenza della criminalità organizzata”.

Il coinvolgimento della macchina amministrativa, del resto, appare cruciale nel ritorno alla normalità dell’ente. Sotto questo punto di vista, il 45% delle commissioni ha riscontrato un atteggiamento ambivalente nelle Pa locali. Con una parte del personale collaborativa ed aperta, e un’altra parte indifferente o addirittura ostruzionistica. Al contempo nel 48% dei casi un atteggiamento inizialmente distaccato è divenuto col tempo sempre più collaborativo.

Foto: Foggia

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