Giovani e periferie
9. La condizione dei giovani nelle periferie di Milano
- A Milano i giovani di età compresa tra i 10 e i 19 anni sono l'8,8% della popolazione.
- Le famiglie con figli che si trovano in potenziale disagio economico sono l'1,4% del totale.
- Nel comune, gli abbandoni precoci della scuola riguardano il 12,4% dei giovani tra 18 e 24 anni.
- A Milano i Neet sono il 20,4% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni.
Nel comune di Milano la quota di giovani adolescenti è al di sotto della media nazionale (9,6%). Gli abitanti che hanno tra 10 e 19 anni rispetto al totale dei residenti nel comune sono l’8,8%.
Il report completo, in formato pdf
All’interno del territorio, l’area subcomunale con più adolescenti è quella del centro dove sono il 10% del totale dei residenti, seguito dal municipio comprendente Forze Armate – San Siro – Baggio (9,4%). Mentre quella con meno con meno ragazzi e ragazze di 10-19 anni è il municipio comprendente Porta Venezia-Lambrate-Città Studi dove sono l’8,2%.
Nel comune di Milano vivono quasi 120mila adolescenti
Percentuale di residenti tra 10 e 19 anni (2021)
FONTE: elaborazione Openpolis – Con i bambini su dati Istat censimento permanente
(ultimo aggiornamento: venerdì 31 Dicembre 2021)
Scendendo a un livello di disaggregazione ulteriore è possibile ricostruire alcuni aspetti della condizione sociale ed educativa di ragazze e ragazzi sul territorio del comune. A partire dall’analisi delle famiglie che si trovano in condizioni di potenziale disagio economico. Grazie ai dati rilasciati da Istat per la Commissione periferie, per quanto riguarda il capoluogo lombardo si riesce ad arrivare fino al livello di 88 nuclei di identità locale.
Nel comune in media l’1,4% si trova in potenziale disagio economico. Questo indicatore, che considera la quota di nuclei con figli dove la persona di riferimento ha meno di 64 anni e nessuno dei componenti è occupato o pensionato, è utilizzato come misura di una vulnerabilità potenziale. Tuttavia non sempre riesce a cogliere questo aspetto del fenomeno: l’area con più nuclei con figli dove la persona di riferimento ha fino a 64 anni e nessuno è occupato o in pensione è Tre Torri (3%), che però è anche la terza del comune per valori immobiliari medi. La mancanza di redditi da lavoro o da pensione e la presenza di figli, se di solito è verosimile che segnali una situazione di potenziale disagio, non in tutti i contesti è in grado di restituire un’informazione adeguata.
Ciò non significa che l’indicatore, in altri casi, non riesca a perimetrare più efficacemente il disagio potenziale delle famiglie con figli. Altre aree in cui la quota è elevata sono, nell’ordine, Triulzo Superiore (2,6%), Parco Monluè – Ponte Lambro (2,3%), Quarto Oggiaro (2,2%).
Al contrario, nelle aree di Quarto Cagnino e Muggiano le famiglie in tale condizione sono lo 0,7%. Da notare che sebbene la quota di famiglie in potenziale disagio sia piuttosto contenuta, Milano non è il capoluogo metropolitano a riportare il dato medio più basso. Genova, Venezia (1,3%) e Bologna (1,2%) infatti fanno registrare valori ancora più contenuti.
La condizione sociale delle famiglie è un elemento ancora determinante nelle possibilità educative a disposizione dei più giovani. Una dinamica che può incidere in particolare sul fenomeno dell’abbandono scolastico. Nel comune di Milano gli abbandoni precoci della scuola riguardano il 12,4% dei giovani tra 18 e 24 anni. Si tratta di persone che hanno lasciato la scuola con al massimo la licenza media, prima del diploma o di una qualifica. Tra i figli delle persone senza diploma il dato sale al 19,3% a livello comunale.
Nell’area delle Tre Torri il fenomeno dell’abbandono scolastico è molto contenuto.
Complessivamente, la quota raggiunge il 28,2% nel nucleo di identità locale di Triulzo Superiore; mentre risulta molto più contenuta nella già citata zona delle Tre Torri (3,8%). Le stesse aree risultano agli estremi opposti anche considerando esclusivamente gli abbandoni precoci tra i figli delle persone senza diploma. In questo caso, il dato di Triulzo Superiore si attesta sul 33,3% mentre quello di Tre Torri è pari a zero.
Per i giovani che hanno lasciato la scuola precocemente è più alto il rischio di ricadere nell’esclusione sociale. Ad esempio nella condizione di Neet, ovvero ragazze e ragazzi che non studiano e non lavorano. Da questo punto di vista, la quota di giovani tra 15 e 29 anni in questa situazione è pari al 20,4% nel comune. Con forti differenze interne: l’area subcomunale dove il fenomeno incide maggiormente è Parco Monluè-Ponte Lambro (32,1%), mentre quella dove è più contenuto è Ripamonti (14,6%).
Nella zona di Triulzo Superiore il 28,3% dei giovani ha lasciato la scuola precocemente
Percentuale di residenti tra 18 e 24 anni che hanno al massimo la licenza media e non sono iscritti a percorsi di studio (2021)
FONTE: elaborazione Openpolis – Con i bambini su dati Istat per la Commissione periferie
(ultimo aggiornamento: lunedì 16 Dicembre 2024)
Nel contrasto di questi fenomeni la scuola, e in generale la comunità educante, possono avere un ruolo cruciale. Ad esempio, l’apertura anche pomeridiana degli istituti può contribuire a limitare fenomeni di disagio sociale ed educativo. In questo senso un indicatore importante da monitorare è la quota di alunni che nelle scuole del territorio hanno accesso al tempo pieno, fin dalle elementari. Nelle primarie statali, la quota di studenti iscritti in scuole che consentono il rientro pomeridiano è pari al 96,7% nel comune. Si tratta del dato più alto nel confronto con i comuni capoluogo di città metropolitana.
I dati sui giovani nelle periferie
96,7% l’incidenza degli alunni di scuole primarie che hanno accesso al tempo pieno nel comune di Milano.
Nel territorio vi sono ben 48 nuclei di identità locale dove la copertura è totale, a cui se ne aggiungono altri 10 dove l’incidenza è superiore all’87%. Viceversa in 10 zone non risultano scuole che offrano ai propri alunni la possibilità di frequentare anche il pomeriggio.