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Nel comune di Bologna la quota di giovani adolescenti risulta essere al di sotto della media nazionale (9,6%). Nel 2022 infatti i residenti di età compresa tra i 10 e i 19 anni erano il 7,9% rispetto al totale degli abitanti. Si tratta del secondo valore più basso nel confronto fra i 14 comuni capoluogo di città metropolitana. Solo Cagliari riporta una quota di giovani più bassa (7,6%).

Il report completo, in formato pdf

7,9% i giovani di 10-19 anni rispetto al totale dei residenti nel comune di Bologna.

All’interno del territorio l’area subcomunale con più adolescenti presenti fa riferimento al quartiere di Borgo Panigale-Reno, dove sono l’8,5% dei residenti. Mentre quella con meno ragazzi e ragazze di 10-19 anni è Porto-Saragozza dove sono il 7,1%.

FONTE: elaborazione Openpolis – Con i bambini su dati Istat censimento permanente
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2022)

Scendendo a un livello di disaggregazione ulteriore è possibile ricostruire alcuni aspetti della condizione sociale ed educativa di ragazze e ragazzi sul territorio del comune. A partire dall’analisi della famiglie che si trovano in condizioni di potenziale disagio economico. Grazie ai dati rilasciati da Istat per la Commissione periferie, per quanto riguarda il capoluogo felsineo si riesce ad arrivare fino al livello di 90 aree statistiche.

Detto che l’incidenza di famiglie con figli in potenziale disagio economico è la più bassa tra i 14 comuni capoluogo presi in considerazione (1,2%), possiamo osservare che l’area relativamente più critica da questo punto di vista è quella di Via del Vivaio. In questa zona la quota di nuclei con figli dove la persona di riferimento ha fino a 64 anni e non ci sono componenti occupati o pensionati raggiunge il 4,6%. Si tratta di un dato superiore di 3,4 punti percentuali rispetto alla media comunale. Al contrario nell’area di Stradelli Guelfi non risultano nuclei in questa situazione.

La condizione sociale delle famiglie è un elemento ancora determinante nelle possibilità educative a disposizione dei più giovani. Una dinamica che può incidere, tra l’altro, sul fenomeno dell’abbandono scolastico. Nel comune, gli abbandoni precoci della scuola riguardano il 12% dei giovani tra 18 e 24 anni. Parliamo di ragazze e ragazzi che hanno lasciato la scuola con al massimo la licenza media, prima del diploma o di una qualifica. Una situazione generalmente più frequente nelle famiglie svantaggiate in termini educativi e sociali. A Bologna, il dato infatti sale al 20,1% tra i figli delle persone senza diploma.

Complessivamente, tale quota raggiunge addirittura il 55,1% nell’area del Centro agro-alimentare di Bologna (Caab); un dato particolarmente alto si riscontra anche nella zona dell’ex mercato ortofrutticolo (53,8%). Viceversa nelle aree Aeroporto, Scandellara e San Luca tale quota è pari allo 0%. Tra i figli delle persone senza diploma, l’abbandono scolastico precoce si conferma più frequente nell’area del Caab (60%). Viceversa il fenomeno non è presente in 12 diverse aree statistiche.

A Bologna la quota di Neet è la più bassa tra i comuni capoluogo di città metropolitana.

Per i giovani che hanno lasciato la scuola precocemente è più alto il rischio di ricadere nell’esclusione sociale. Ad esempio nella condizione di Neet, ovvero ragazze e ragazzi che non studiano e non lavorano. Da questo punto di vista, la quota di giovani tra 15 e 29 anni in tale situazione è pari al 17,3% nel comune. Anche in questo caso si tratta del dato più contenuto tra i comuni capoluogo delle 14 città metropolitane. Si riscontrano anche su questo fronte significative differenze interne. L’area statistica dove il fenomeno incide maggiormente è quella dell’ex mercato ortofrutticolo (con il 47,2%), mentre quella dove è più contenuto è Scandellara (5,6%).

FONTE: elaborazione Openpolis – Con i bambini su dati Istat per la Commissione periferie
(ultimo aggiornamento: lunedì 16 Dicembre 2024)

La scuola e, più in generale, la comunità educante possono avere un ruolo cruciale nel contrasto di questi fenomeni. Ad esempio, l’apertura anche pomeridiana degli istituti può contribuire a limitare fenomeni di disagio sociale ed educativo. In questo senso un indicatore importante da monitorare è la quota di alunni che nelle scuole del territorio hanno accesso al tempo pieno, fin dalle elementari. Nelle primarie statali, la quota di studenti iscritti in scuole che consentono il rientro pomeridiano è pari al 72,7% nel comune.

I dati sui giovani nelle periferie

Da notare che in questo caso si registrano significative differenze tra le aree in cui i bambini e le bambine residenti iscritti in scuole primarie con il tempo pieno sono il 100% (ben 22 diverse aree statistiche) e quelle in cui invece il dato risulta essere pari allo 0% (38).

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