Dove si trovano i migranti nelle province italiane Migranti

Gli ospiti dei centri di accoglienza rappresentano solo lo 0,13% della popolazione italiana. Analizzare i dati a livello locale aiuta a capire come è distribuita la presenza di rifugiati e richiedenti asilo sul territorio.

|

Tra il 2018 e il 2020, anche a seguito di un marcato calo negli sbarchi e alla chiusura di numerosi centri, le presenze di migranti registrate nei circuiti dell’accoglienza italiana si sono dimezzate, come stiamo raccontando da settimane attraverso l’analisi dei dati in Centri d’Italia e approfondimenti tematici.

Al 31 dicembre del 2020 gli ospiti dei centri erano infatti poco più di 76mila in tutto il paese. Ovvero quasi 12mila in meno rispetto alla stessa data dell’anno precedente (quando erano 87.920) e ben 55mila in meno rispetto a dicembre 2018, quando invece ne sono stati registrati 131.425.

Le strutture per richiedenti asilo e rifugiati.

Esplora il sistema di accoglienza.
Scarica i dati.

Le strutture per richiedenti asilo e rifugiati.
Esplora il sistema di accoglienza.
Scarica i dati.

Si tratta di una cifra molto contenuta. Soprattutto se rapportata alla popolazione italiana, che supera i 59 milioni di persone.

0,13% della popolazione italiana, i migranti presenti nei centri di accoglienza (al 31 dicembre 2020).

Una percentuale che sale appena allo 0,21% se consideriamo solo gli abitanti dei comuni di insediamento di centri di accoglienza (circa 37 milioni). Dati che nel 2020 come negli anni precedenti smentiscono il falso “teorema dell’invasione”.

Il calo delle presenze nelle province italiane

Analizzando i dati a livello locale, vediamo che la situazione dell’accoglienza nelle province italiane è eterogenea. Sia rispetto al numero di presenze e al loro rapporto con il numero di residenti che rispetto alla variazione registrata negli ultimi 2 anni.

Il rapporto tra ospiti dei centri e popolazione italiana è passato da 0,29% nel 2018 a 0,13% nel 2020.

Nel passaggio dal 2018 al 2020, il periodo analizzato nel rapporto “Centri d’Italia, l’emergenza che non c’è”, le presenze totali registrate nei centri di accoglienza sono diminuite, a livello nazionale, del 42%. Come proporzione rispetto alla popolazione residente in Italia, sono quindi passate dallo 0,29% nel 2018 allo 0,13% nel 2020 (meno della metà).

Un calo che però risulta fortemente differenziato da provincia a provincia. Raggiungendo ad esempio oltre il 90% a Belluno e circa l’80% a Caltanissetta. Mentre l’unica provincia ad aver registrato un andamento positivo, seppure di entità molto lieve, è stata Bari: +3,6%.

-94% le presenze registrate nei centri di accoglienza in provincia di Belluno, tra 2018 e 2020.

È indicato il calo, come variazione percentuale, del numero di presenze giornaliere registrate nei centri di accoglienza. Con “presenze giornaliere” si intendono le presenze rilevate al 31 dicembre di ogni anno, per ogni tipo di centro considerato. Ad eccezione del 2020, per cui la data di riferimento è il 30 ottobre (nel caso dei centri Sprar/Siproimi). Sono stati considerati i centri di accoglienza straordinaria (Cas), i centri del sistema Sprar/Siproimi e i centri di prima accoglienza attivi nei rispettivi anni.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Centri d'Italia
(ultimo aggiornamento: mercoledì 2 Marzo 2022)

A Belluno oltre il 70% dei centri ha cessato la propria attività.

Questa differenza così netta nelle presenze in provincia di Belluno è dovuta alla chiusura di 37 centri in due anni. Nel 2018, infatti, erano 52 le strutture attive sul territorio. Due anni dopo, invece, 15. Questo ha portato a un ridimensionamento forte delle presenze, passate da 383 ad appena 23.

Un calo notevole si è verificato anche a Caltanissetta (-80,2%), in Sicilia, dove 10 strutture hanno cessato la propria attività ma dove soprattutto si è verificata una drastica riduzione delle presenze nel centro di prima accoglienza (passate da 405 a 5). Non è chiaro se si tratti di un mutamento strutturale o contingente, relativo al momento della rilevazione. I dati in nostro possesso, infatti, si riferiscono alle presenze giornaliere al 31 dicembre e sono quindi suscettibili di variabilità. Più stabile invece è l’indicatore della capienza, ossia i posti complessivi di cui è dotato ciascun centro in base a quanto stabilito dal bando di affidamento. Nel caso di Caltanissetta, infatti, la capienza si è ridotta ma in modo meno significativo, passando da 821 a 667 posti nei 2 anni considerati.

Un'altra provincia che ha registrato un calo significativo è Macerata (-79,5%), nelle Marche, dove invece hanno chiuso 28 centri, pari alla metà del totale.

Anche se in numeri assoluti è stata Roma ad aver registrato la maggiore contrazione, pari a 1.871 presenze in meno nel 2020 rispetto al 2018. In confronto alle cifre del 2018, parliamo di un calo pari al 32,7%.

La distribuzione delle presenze nelle province

Ma come sono distribuite ad oggi le presenze tra le varie province italiane?

A riportare le cifre più elevate sono, evidentemente, i territori delle grandi città. In primis Roma, con 3.844 presenze giornaliere nel 2020, seguita dalle altre città metropolitane, in particolare Torino (3.783), Milano (2.824) e Napoli (2.081).

Le mappe mostrano il numero di presenze nelle province italiane, dal 2018 al 2020. Per “posti disponibili” si intende la capienza di ciascun centro, indipendentemente dal fatto che in quel momento i posti siano occupati o meno. Per “capienza media per centro” si intende il numero di posti mediamente disponibili nella provincia di riferimento. Con “presenze giornaliere” si intendono le presenze rilevate al 31 dicembre di ogni anno, per ogni tipo di centro considerato. Ad eccezione del 2020, per cui la data di riferimento è il 30 ottobre (nal caso dei centri Sprar/Siproimi). Sono stati considerati i centri di accoglienza straordinaria (Cas), i centri del sistema Sprar/Siproimi e i centri di prima accoglienza attivi nei rispettivi anni.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Centri d'Italia
(ultimo aggiornamento: mercoledì 2 Marzo 2022)

 

Se però rapportiamo queste cifre alla popolazione residente nella provincia di riferimento, vediamo che la prima provincia italiana è Trieste, dove le presenze ammontano allo 0,47% dei residenti - una cifra comunque molto contenuta. La seguono Rieti, con lo 0,4%, e Crotone (0,36%).

La disponibilità di posti nei centri di Isernia si è più che dimezzata tra 2018 e 2020.

Sotto questo aspetto, Trieste era la prima provincia italiana anche nel 2019 (con 0,44 presenze ogni 100 abitanti), mentre nel 2018 al primo posto figurava Isernia, con lo 0,7% della popolazione residente composto da ospiti di centri di accoglienza. Isernia, in particolare, era anche la prima provincia per disponibilità di posti nei centri: 1,4 ogni 100 abitanti. Una cifra che però nel 2020 si è più che dimezzata, scendendo a 0,56.

Mentre a riportare il rapporto più basso tra ospiti e residenti è Belluno (0,01%), seguita da Oristano (0,02%) e Macerata (0,03%).

Foto: Andrea Mancini

PROSSIMO POST