L’importanza dello sguardo di genere nelle scelte amministrative Openbilanci

Nella lotta alle disparità di genere, le amministrazioni locali necessitano di dati aperti, disaggregati per genere e liberi da stereotipi per politiche più eque. Nell’ottica di monitorare questi nuovi percorsi nasce la collaborazione fra Openpolis e Period.

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Period: chi siamo e cosa facciamo

In Italia manca una contaminazione fra il mondo che studia, analizza e richiede dati aperti e pubblici come bene comune e il mondo dei movimenti, associazioni, gruppi, collettivi che lottano per eliminare le disuguaglianze di genere e altre forme di discriminazione che ledono la dignità umana.

Con il termine Open Data si fa riferimento ad alcuni tipi di dati (informazioni, dati numerici, ecc.) che possono essere liberamente utilizzati, riutilizzati e redistribuiti, secondo le indicazioni presenti nella licenza d’uso.

I dati possono essere un importante strumento di cambiamento sociale.

In questo senso, i bilanci delle amministrazioni locali come e quanto hanno un impatto differente sugli uomini, sulle donne e sulle persone che si identificano in altri generi? Quando si realizzano investimenti in infrastrutture o in servizi, chi prende le decisioni  pensa a come tali scelte incideranno sulle donne? Da quelle che vogliono avviare un’attività commerciale alle anziane che vivono da sole in periferia. Quante donne non si sentono sicure a utilizzare il trasporto pubblico da sole la sera? Quali sono i servizi, i centri, gli spazi di aggregazione a disposizione delle migranti? Quali le scelte di consumo di giovani e giovanissime?

L’accesso ai dati permette di costruire policy più inclusive e volte a garantire la sicurezza per tutta la popolazione.

A queste domande spesso non siamo state in grado di rispondere come cittadinə e come attivistə* con dati aperti e di qualità, perché le istituzioni mancano di raccoglierli in modo sistematico o esercitano in modo discrezionale la decisione di renderli pubblicamente accessibili e condivisibili.

Il think tank Period nasce per questo motivo, per richiedere, cercare questi dati, per valorizzarli e per supportare le pubbliche amministrazioni nell’individuare politiche e misure finalizzate all’eliminazione di tante disuguaglianze esistenti tra donne, uomini e persone di altri generi, integrando all’interno dei documenti di programmazione e di bilancio i dati di genere contenuti nei flussi informativi.

Perchè una collaborazione tra Openpolis e Period?

Period ha un obiettivo di lungo periodo estremamente ambizioso, che nasce nel solco del data feminism, vale a dire di un approccio femminista ai dati capace di portare alla luce le oppressioni e le dinamiche di potere e di innescare consapevolezza e un percorso di cambiamento verso sistemi equi e giusti.

Period è un think tank femminista che, attraverso open data,  ricerca, report data driven e policy, lavora per il raggiungimento dell’equità di genere.

La comunità di Period si arricchisce di nuove esperienze e competenze di giorno in giorno grazie alle collaborazioni con singole persone e realtà che si occupano da un lato di cultura dei dati aperti e di monitoraggio civico, dall’altro di valorizzare la diversità dei corpi e delle emozioni come strumenti di conoscenza utili a un pluralismo di sguardi e saperi. L’associazione si propone di partire dal monitoraggio dei dati attualmente disponibili per riutilizzarli e per creare indicatori di impatto di genere come leve per contribuire alla trasformazione della cultura organizzativa e della governance delle amministrazioni e degli enti pubblici e privati.

Period e Openpolis hanno in comune una visione e i valori su cui questa si fonda: viviamo nel tempo dei dati ma i dati, per essere aperti, devono essere di qualità, accessibili, sistematicamente raccolti e conservati. Devono diventare “bene comune”. Oggi ogni aspetto della vita viene trasformato in dati e dai dati pertanto  è indispensabile che la loro tipologia e il modo in cui vengono raccolti e analizzati parta da uno sguardo critico e consapevole verso gli stereotipi di genere che alimentano le diseguaglianze.

Lavoriamo in rete per tessere la nuova trama delle comunità del futuro valorizzando la cura tra le persone e dell’ambiente e riappropiandoci dei dati e delle tecnologie per rendere i nostri territori a dimensione di tutte le persone che le abitano e non solo dell’uomo, bianco, agiato, abile e eterosessuale. Adottiamo un metodo di analisi dei fenomeni e un approccio, che fonda le attività e orienta le nostre pratiche, di tipo intersezionale che non guarda cioè  solo al genere, ma anche a tutte le altre dimensioni su cui si fondano le discriminazioni esistenti.

 

* Nel dibattito in corso da alcuni anni su come rendere l’italiano una lingua più inclusiva e meno legata al predominio del genere maschile, una delle soluzioni più citate riguarda l’utilizzo del simbolo ə, chiamato schwa, al posto della desinenza maschile per definire un gruppo misto di persone.

Foto credit: Jen TheodereUnsplash

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