Al sud si spende di più contro la marginalizzazione sociale Bilanci dei comuni

Le azioni di contrasto all’esclusione sociale sono fondamentali per i poveri ma anche per migranti, ex detenuti e chi soffre di dipendenze. In questo i comuni devono avere un ruolo importante per tutelare queste persone particolarmente fragili.

|

La povertà è una condizione complessa, definita da molti fattori. Per il contrasto a questa e altre situazioni a rischio di esclusione sociale, i comuni si possono occupare degli interventi più diretti per un sostegno mirato alle persone più bisognose. Dai dati dei bilanci comunali, le spese maggiori per la specifica voce di spesa sono mediamente sostenute dai comuni del sud.

Chi si trova in queste condizioni non viene soltanto influenzato sul piano del reddito. Risulta infatti molto complesso anche l’accesso alle opportunità e ai servizi della comunità, con il rischio di non riuscire ad essere parte integrante della vita economica e sociale del paese.

Per promuovere una sempre maggiore inclusione, a livello comunitario si utilizzano tre indicatori principali per monitorare queste situazioni. Si tratta della povertà relativa (ovvero della quota di persone che riportano un reddito inferiore al 60% del valore mediano della popolazione di riferimento), l’incidenza di persone in condizioni di grave deprivazione materiale e l’incidenza degli individui che vivono in nuclei familiari a intensità lavorativa molto bassa. Una persona è definita “a rischio di esclusione sociale” se vive almeno una di queste condizioni.

1,8% la quota di italiani a rischio di esclusione sociale (Eurostat, 2021).

I piani per l’integrazione di questa fascia di popolazione così vulnerabile possono essere messi in atto a qualsiasi livello di governo. I comuni però possono fare molto in quanto enti di prossimità per agire direttamente sui territori.

La spesa per il sostegno a chi è a rischio marginalizzazione

All’interno del capitolo di spesa dedicato alle politiche sociali c’è una voce specifica per gli interventi dedicati a persone particolarmente fragili. Sono spese dedicate a individui in situazioni molto diverse tra loro, da chi ha un reddito basso (o è indigente) a migranti, ex detenuti e persone con dipendenze.

In questa voce sono considerate le uscite per vitto, alloggio e indennità di denaro per sostenere chi è in difficoltà. Sono anche incluse tutte le spese relative alla gestione di strutture e servizi per la riabilitazione e l’inclusione di chi è a rischio di esclusione sociale.

I dati mostrano la spesa per cassa per gli interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti non sono disponibili i dati di Palermo perché alla data di pubblicazione non risulta accessibile il bilancio consuntivo 2021.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2021
(consultati: venerdì 21 Aprile 2023)

A Bologna si registrano 98,48 euro pro capite di spesa per ridurre il rischio di esclusione sociale. Tra le altre grandi città seguono Messina (68,72), Roma (63,11) e Venezia (56,95). Sono invece tre i comuni che spendono meno di 20 euro pro capite. Si tratta di Trieste (17,67), Firenze (16,08) e Bari (3,82).

I dati mostrano la spesa per cassa per gli interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati. Tra le città italiane con popolazione superiore a 200mila abitanti, sono state considerate le 5 che hanno speso di più per la voce considerata nel 2021.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2016-2021
(consultati: venerdì 21 Aprile 2023)

Tutte le città riportano una crescita per questa voce di spesa, anche se negli ultimi tre anni considerati Bologna registra sempre le uscite maggiori. Andando però a vedere gli incrementi dal 2016, la città che ha aumentato di più le spese è Messina (+436,52%) a cui segue la già citata Bologna (+220,31%). Anche gli altri grandi comuni considerati hanno riportato spese maggiori. A Genova l’incremento è stato pari al 64,08%, a Venezia del 51,78% e a Roma del 10,21%.

Questa spesa impegna mediamente i comuni italiani con 17,33 euro pro capite. A spendere di più sono le amministrazioni del sud, in particolare quelle sarde (44,67), seguite da quelle lucane (41,41) e siciliane (40,14). Tutte le regioni del sud registrano mediamente degli importi superiori rispetto a quelle del nord. Al contrario, si riportano valori medi inferiori per i comuni del Piemonte (7,03 euro pro capite), della Valle d’Aosta (6,31) e della provincia autonoma di Bolzano (2,63).

Per sapere quanto viene speso nel tuo territorio, clicca sulla casella Cerca… e digita il nome del tuo comune. Puoi cambiare l’ordine della tabella cliccando sull’intestazione delle colonne.

I dati mostrano la spesa per cassa per gli interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati.

FONTE: openbilanci – consuntivi 2021
(consultati: venerdì 21 Aprile 2023)

Carunchio, in provincia di Chieti, è il comune italiano che spende di più per le persone più marginalizzate con 1.936,4 euro pro capite. Seguono Camini (Reggio Calabria, 1.746,93), Bellosguardo (Salerno, 1.374,04) e Sant’Angelo a Scala (Avellino, 1.218,73). Si tratta delle amministrazioni in cui si superano i mille euro pro capite.

Scarica, condividi e riutilizza i dati

I contenuti di questa rubrica sono realizzati a partire da Openbilanci, la nostra piattaforma online sui bilanci comunali. Ogni anno i comuni inviano i propri bilanci alla Ragioneria Generale dello Stato, che mette a disposizione i dati nella Banca dati amministrazioni pubbliche (Bdap). Noi estraiamo i dati, li elaboriamo e li rendiamo disponibili sulla piattaforma. I dati possono essere liberamente navigati, scaricati e utilizzati per analisi, finalizzate al data journalism o alla consultazione. Attraverso openbilanci svolgiamo un’attività di monitoraggio civico dei dati, con l’obiettivo di verificare anche il lavoro di redazione dei bilanci da parte delle amministrazioni. Lo scopo è aumentare la conoscenza sulla gestione delle risorse pubbliche.

Foto: Jon Tysonlicenza

PROSSIMO POST