A chi sono andati i fondi Pnrr per i servizi digitali della Pa #OpenPNRR
Il piano nazionale di ripresa e resilienza prevede diverse misure volte a potenziare e migliorare i servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni. I fondi già assegnati in questo ambito sono circa 1,6 miliardi. Vediamo a cosa servono e come si distribuiscono sul territorio.
lunedì 2 Ottobre 2023 | Potere politico
- Sono 8 gli investimenti del Pnrr e del fondo complementare pensati per rafforzare e migliorare i servizi digitali della pubblica amministrazione.
- I fondi già assegnati ammontano a circa 1,6 miliardi. La Lombardia è la regione che riceve più fondi (202,7 milioni). Seguono il Piemonte (124,5) e il Veneto (97,3).
- Se si escludono i progetti di ambito nazionale, alle regioni del mezzogiorno va il 35,8% delle risorse stanziate finora.
- A livello comunale, Palermo è il territorio che riceve la maggior quota di risorse (circa 3,5 milioni di euro). Seguono i comuni di Roma (2,9), Venezia (2,7) e Verona (2,5).
La pandemia ha dimostrato come poter interagire con le persone anche a distanza, per motivi di lavoro o svago, sia una necessità. Poter effettuare operazioni da remoto infatti ci consente di velocizzare quelle procedure che non è strettamente necessario svolgere in presenza. Inoltre permette di azzerare il tempo richiesto per gli spostamenti. Elementi che aiutano a conciliare meglio gli ambiti lavorativi con quelli privati contribuendo così al miglioramento della qualità della vita di ognuno di noi.
È per questi motivi che il Pnrr italiano stanzia una massiccia quota di fondi (circa 48 miliardi di euro) a favore della digitalizzazione del paese. Le misure previste in questo senso sono molteplici e vanno dallo sviluppo delle infrastrutture all’implementazione di strumenti digitali nelle pubbliche amministrazioni. E proprio il miglioramento dell’esperienza del cittadino nei suoi rapporti con la Pa ricopre un ruolo molto rilevante negli investimenti previsti dal Pnrr. Parliamo di 2,6 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri 800 milioni del fondo complementare.
33.748 i progetti per la digitalizzazione e il miglioramento dei servizi offerti dalla Pa già finanziati dal Pnrr.
Una parte importante di questi interventi sarà gestita a livello centrale ma anche comuni, province, città metropolitane e altri enti territoriali avranno un ruolo fondamentale nella “messa a terra” di questi progetti.
La digitalizzazione della Pa e i fondi del Pnrr
Il tema della digitalizzazione abbraccia sostanzialmente tutti gli ambiti su cui insistono investimenti del Pnrr. Dalla sanità alla scuola, dalla mobilità alla transizione ecologica. L’obiettivo è quello di rendere il paese più efficiente e moderno. In questo caso ci soffermeremo su quelle misure che abbiamo classificato come di “cittadinanza digitale”. Vale a dire tutti quegli investimenti che puntano a potenziare la presenza online delle pubbliche amministrazioni, ad aumentare i servizi erogati e a migliorare l’esperienza degli utenti.
8 le misure e sottomisure del Pnrr e del fondo complementare dedicate alla “cittadinanza digitale”.
L’intervento più consistente dal punto di vista economico riguarda proprio il miglioramento della qualità e dell’utilizzabilità dei servizi pubblici digitali. Con questo investimento, del valore complessivo di 813 milioni di euro, si punta a migliorare la user experience dei servizi digitali. Ciò dovrà avvenire armonizzando le pratiche di tutte le pubbliche amministrazioni verso standard comuni di qualità. Il secondo investimento più rilevante invece è denominato Polis – case dei servizi di cittadinanza digitale. Questa misura, che assorbe tutti gli 800 milioni previsti dal fondo complementare, punta a creare uno sportello unico di prossimità. Tale sportello dovrà assicurare ai cittadini residenti nei comuni più piccoli la possibilità di fruire di tutti i servizi pubblici in modalità digitale.
Altri 580 milioni poi sono destinati al rafforzamento dell’adozione delle piattaforme nazionali PagoPA (lo strumento per i pagamenti tra la pubblica amministrazione e cittadini e imprese) e Io, app che dovrà diventare il punto di accesso unico per i servizi digitali della pubblica amministrazione. Invece 556 milioni sono stati stanziati per la creazione di una piattaforma nazionale dati (Pnd). Questa servirà a interconnettere i database della Pa in modo che il cittadino non sia più costretto a fornire la stessa informazione molteplici volte.
Il Pnrr stanzia risorse per il miglioramento dei servizi digitali offerti ai cittadini dalla Pa.
Sono poi previsti investimenti complessivi per 255 milioni per il rafforzamento delle piattaforme nazionali di identità digitale (come Spid, carta d’identità elettronica e anagrafe nazionale). Mentre 245 milioni serviranno per la digitalizzazione degli avvisi pubblici. Con quest’ultimo intervento si punta alla creazione di una piattaforma unica di notifiche che permetta di inviare messaggi con valore legale.
Da segnalare infine l’investimento da 90 milioni per la creazione di uno sportello digitale unico che consentirà la digitalizzazione di un insieme di servizi essenziali (come la richiesta del certificato di nascita). E gli 80 milioni che saranno utilizzati per migliorare l’accessibilità dei servizi pubblici digitali, in modo che tutti possano usufruirne.
Come si distribuiscono i fondi del Pnrr sul territorio
Non tutti i fondi che abbiamo appena passato in rassegna sono già stati effettivamente assegnati. Grazie all’ultimo rilascio di dati da parte del governo, risalente allo scorso 13 giugno, possiamo valutare quali sono i progetti che hanno già ricevuto un finanziamento e come questi si suddividono sul territorio.
Non abbiamo indicazioni sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati.
Prima di passare all’esame degli interventi già avviati però sono necessarie alcune precisazioni. Innanzitutto, i dati messi a disposizione dal governo ci forniscono l’elenco dei progetti finanziati finora ma non ci dicono niente sul loro stato di avanzamento. Non possiamo quindi dire se questi interventi sono già partiti o meno.
In secondo luogo, molti dei progetti finanziati (quasi mezzo miliardo di euro) sono classificati come “nazionali” e non è quindi possibile una loro localizzazione. Questo perché sono affidati alla diretta gestione delle amministrazioni centrali o perché si ritiene possano avere un impatto sull’intero territorio nazionale. Rientrano in questa categoria, per esempio, gli investimenti sulla creazione dello sportello digitale unico e i fondi per l’inclusività dei servizi digitali della Pa. Da segnalare infine che non sono a oggi disponibili informazioni sui progetti legati alla misura Polis, l’unica finanziata con il fondo complementare.
455,1 milioni € gli investimenti Pnrr per il miglioramento dei servizi digitali della Pa che non possono essere territorializzati perché nazionali.
Fatte queste premesse, possiamo osservare che complessivamente i fondi Pnrr già assegnati per progetti in ambito di cittadinanza digitale ammontano a circa 1,6 miliardi di euro. A livello regionale è la Lombardia l’area a cui sono stati assegnati più fondi (202,7 milioni). Seguono il Piemonte (124,5) e il Veneto (97,3).
Servizi digitali della Pa, alla Lombardia oltre 200 milioni
Il riparto tra le regioni italiane dei fondi Pnrr per la digitalizzazione dei servizi della pubblica amministrazione
FONTE: elaborazione openpolis su dati OpenPNRR
(ultimo aggiornamento: martedì 13 Giugno 2023)
La Campania è la prima regione del mezzogiorno per quantità di risorse attribuite (95,6 milioni) seguita dalla Sicilia (80,4 milioni). Escludendo i fondi di carattere nazionale, possiamo osservare che al sud sono state attribuite risorse inferiori alla quota minima del 40% prevista dal Pnrr.
35,8% i fondi Pnrr per la cittadinanza digitale attribuiti alle regioni del mezzogiorno rispetto al totale delle risorse già assegnate.
Anche se ovviamente stiamo parlando di un dato parziale, visto che non tutti i fondi sono già stati assegnati, tale tendenza è comunque preoccupante e deve essere tenuta sotto controllo. Visti gli ampi divari anche in tema di digitalizzazione tra il sud e il resto del paese.
A livello di singole misure, quella con la quota più significativa di risorse già attribuite riguarda il miglioramento della user experience degli utenti (787 milioni). Seguono il potenziamento nell’utilizzo della piattaforma PagoPa e dell’app Io (245,4 milioni) e la digitalizzazione degli avvisi pubblici (183,6 milioni).
L’impatto del Pnrr a livello locale
Spingendo l’analisi a livello locale, possiamo osservare che sono 7.506 (su 7.901) i comuni che ricevono fondi Pnrr per progetti legati al miglioramento dei servizi digitali della Pa. Quasi la totalità dei territori quindi (il 95%) si è già visto assegnare finanziamenti più o meno consistenti per realizzare interventi in questo ambito.
Trasparenza, informazione, monitoraggio e valutazione del PNRR
Il tuo accesso personalizzato al Piano nazionale di ripresa e resilienzaTrasparenza, informazione, monitoraggio e valutazione del PNRR
Il tuo accesso personalizzato al Piano nazionale di ripresa e resilienzaÈ il territorio di Palermo quello che riceve la maggior quota di risorse, pari a circa 3,5 milioni di euro. Seguono i comuni di Roma (2,9), Venezia (2,7) e Verona (2,5). Tra i comuni non capoluogo il primo che incontriamo nella graduatoria è Giugliano in Campania con circa 728mila euro. Seguono Cava de’ Tirreni (671mila euro) e Pomezia (606mila euro).
Pnrr e digitale: Palermo, Roma e Venezia i comuni più finanziati
Il riparto tra i comuni italiani dei fondi Pnrr per la digitalizzazione dei servizi della Pa
Un progetto può interessare più di un comune. In quei casi l’importo del progetto viene attribuito a tutti i territori coinvolti, perché non è possibile una divisione delle risorse. Nella mappa non sono rappresentati i progetti di ambito nazionale e provinciale.
FONTE: elaborazione openpolis su dati OpenPNRR
(ultimo aggiornamento: martedì 13 Giugno 2023)
A livello di singoli progetti, logicamente, i più onerosi sono quelli che hanno una portata su tutto il territorio nazionale e che assorbono l’intero importo stanziato dalla misura. Anche per gli investimenti che hanno un riparto territoriale delle risorse tuttavia in alcuni casi il soggetto attuatore è rappresentato da amministrazioni centrali dello stato. I progetti gestiti da queste ultime assorbono somme consistenti. Alla presidenza del consiglio dei ministri, ad esempio, sono affidati 72 milioni di euro per la diffusione della piattaforma PagoPa e dell’app Io e altri 38,5 per la digitalizzazione degli avvisi pubblici. Altri 36,6 milioni sono assegnati al ministero dell’interno ancora per progetti legati a PagoPa e app Io. Al ministero delle infrastrutture infine vanno circa 8,1 milioni per interventi nell’ambito della piattaforma nazionale digitale dati.
Vedi
tutti i progetti finanziati dal Pnrr nell’ambito della cittadinanza digitale.
Considerando invece i progetti “territorializzati”, i più onerosi in assoluto riguardano interventi per il miglioramento dell’esperienza degli utenti e saranno realizzati a Genova, Palermo, Catania, Bologna, Verona, Venezia e Torino. In tutti questi casi l’importo stanziato è pari a circa 1,3 milioni di euro. Nello stesso ambito, a Bari sarà realizzato un progetto da 1,2 milioni di euro e a Firenze un altro da 1,1 milioni.
Il nostro osservatorio sul Pnrr
Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.
Foto: Unsplash – Tim van der Kuip