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Dichiarazione di Antonio DI PIETRO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) 


 

«Isolato io? Vedrete presto. Sono gli altri che hanno tradito» - INTERVISTA

  • (22 agosto 2012) - fonte: Corriere della Sera - Alessandro Trocino - inserita il 22 agosto 2012 da 31

    «Isolato io? Ma sono i partiti che si sono isolati dai loro elettori, che hanno scelto di tradire il mandato e la Costituzione. Il governo è sostenuto da tutti e dal contrario di tutto. Noi siamo fermi a dove eravamo e rispettiamo il mandato degli elettori».

    Antonio Di Pietro non ci sta a farsi da re dell’isolato. Tornato contadino, come ogni anno, nella sua Montenero di Bisaccia, risponde con il fiatone: «Mi dia 10 minuti, sto mettendo fuori gli animali per il pascolo». Due anni fa ha reimpiantato la vigna, uvaggio Montepulciano e Aglianico, e presto ci sarà il vino Di Pietro: «sto cercando di rimettere nella masseria il ciclo produttivo di mio padre: ora la chiamano biodinamica, prima era necessità dinamica di autosufficienza. Coltivo orzo, farro, avena, abbiamo anche un piccolo mulino».

    Meglio della politica?

    «Questo alla fine della fiera è quello che mi riesce meglio».

    Non dica così, regala un assist agli avversari…

    «E perchè? Come si dice: Contadino, scarpe larghe e cervello fino».

    Torniamo alla politica. Si dipinge un Di Pietro marginalizzato, un po’ all’angolo, autosufficiente e autarchico. Come la masseria?

    «Che sia isolato è un luogo comune. All’inizio ero solo io e qualche giornalista. Ora ci sono anche intellettuali come Zagrebelsky e Onida, che fanno rilevare le anomalie di rilievo costituzionale. Nel silenzio assordante, acquiescente e complice della politica».

    Tutta la politica complice?

    «Certo, ma il Paese si sta rendendo conto dell’ipocrisia del Palazzo. E della violazione della volontà popolare: per Monti l’emegenza poteva valere tre mesi, ma non ora. Non è altro che un Berlusconi rivestito a festa».

    Nel suo partito qualcuno la contesta.

    «La parola ‘contesta’ non ci azzecca. Fa comodo vedere lo stuzzicadenti e non la trave. Massimo Donadi e altri si pongono il problema di cercare forze affini, perchè siamo forza di governo. E meno male, fanno bene. Ma ora è un momento delicato, non possiamo andare al governo tanto per andarci».

    Le contestano la vicinanza ai grillini.

    «E che sono, delinquenti, assassini? Loro sono le vittime di questa politica, alle quali guardo con rispetto. Ma noi siamo diversi: oltre alla protesta, vogliamo dare qualcosa di più. Il 21 settembre, a Vasto, proporremo un programma di governo, a chi ci sta».

    Pochi, se esclude chi sta con Monti.

    «Lei dice? Vedremo. Sel ci penserà due volte a tradire i suoi elettori. Quanto a Bersani, vediamo se vuole andare a letto con chiunque. Un Casini o un casino si trova sempre, ma è la storia di una notte. Il primo test lo facciamo in Sicilia, alle regionali».

    Pochi si alleano con chi attacca il capo dello Stato.

    «Io difendo la Costituzione, ricordo che a Cossiga non gliene hanno risparmiata una, e già con Scalfaro si era posto il problema di un vuoto legislativo».

    Lei crede che il capo dello Stato abbia qualcosa da nascondere?

    «Sul piano penale, le intercettazioni sono irrilevanti».

    E dunque, perchè attaccarlo con questi toni?

    «C’è un’inopportunità politica grande come una casa. Napolitano, che per sette anni non si è posto il problema, nonostante altre intercettazioni, se ne ricorda quando un potente gli chiede di intervenire sulla magistratura. Dovrebbe scusarsi con gli italiani per la sua prepotenza e non pretendere di metterci sopra la cappa per non farlo sapere».

    Per Luciano Violante lei con Grillo e il Fatto avete creato un ‘blocco di populismo giuridico’.

    «Capisco Violante, tra veterani dello stasso partito ci si difende, come in Unione Sovietica. Evviva Visjinsky. La sua è una posizione prepotente, irridente, strafottente».

    Anche chi, come Eugenio Scalfari, è sempre stato vicino ai magsitrati, ora non risparmia critiche.

    «Mi vengono i conati di vomito a vedere queste penne brillanti, queste barbe bianche che parlano dall’alto della loro onniscenza. Si offende la storia, la cronaca, la verità. Mi metto nei panni del povero Caselli, di Ingroia, delle procure e penso alle centinaia di condanne che vengono fatte passare come un bicchiere d’acqua».

    E Monti? Nulla di buono da lui?

    «Ogni giorno ci ripetono, sobriamente, che va meglio. Ma per chi? La classe politica ci ha portato alla bancarotta economica e al fallimento etico, la gente si ammazza per disperazione e loro dicono che va meglio. Forse con qualche bocca in meno da sfmare pensano di risolvere i problemi dell’economia».

    Fonte: Corriere della Sera - Alessandro Trocino | vai alla pagina

    Argomenti: intercettazioni, magistratura, centrosinistra, alleanze, presidente Napolitano, Costituzione, Presidente della Repubblica, Grillo e dei grillini, governo Monti, procura di Palermo | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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