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Dichiarazione di Giuliano Pisapia
«No a liste dei sindaci. Per vincere serve una sinistra aperta» - INTERVISTA
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(06 agosto 2012) - fonte: l'Unità - Rinaldo Gianola - inserita il 08 agosto 2012 da 31
«Quello compiuto da Bersani e Vendola è un primo passo che propone un cambiamento nel modo di tare politica, che vuole condividere con un’ampia coalizione un programma, che vuole che il candidato premier sia scelto da tutti coloro che si ritrovano in quel programma. È importante che la proposta sia aperta ai cittadini che intendono impegnarsi in prima persona, a realtà associative, al volontariato, ad altri partiti che intendono sottoscrivere un patto per un futuro migliore. Questa può essere la chiave per rinnovare i partiti».Quale percorso vede?
«Vedo, anche sulla spinta della nuova legge elettorale, un rinnovamento dei partiti, che vuol dite uscire dalle logiche del manuale Cencelli, dalla segregazione delle donne e dei giovani, dalla esclusione di chi non ha il pedigree della politica e aprire alle forze vive della società. E vedo i sindaci del rinnovamento impegnati alla costruzione di questo diverso patto per l’Italia aperto a tutti coloro, con o senza tessere in tasca, che vogliono contribuire a edificare un Paese più giusto. Il punto essenziale del progetto che sta nascendo è di edificare un’alleanza elettorale su un programma di governo basato su alcuni fondamentali punti irrinunciabili. E condiviso in partenza».
Ci si mette d’accordo sul programma e poi si sceglie il candidato premier con le primarie?
«Certo, le primarie con regole chiare e condivise da tutti. Chi si candida al governo al di fuori di questo percorso si autoesclude dalla coalizione. Spero che i candidati alle primarie vadano oltre il centrosinistra tradizionale. La società civile può dare una mano, a patto che i partiti non se ne dimentichino il giorno dopo il voto».
E se le primarie diventano una resa dei conti tra opzioni politiche diverse?
«Per evitare questo rischio sono indispensabili regole e paletti. I candidati devono condividere il programma di governo e si devono impegnare, in caso di sconfitta, a sostenere lealmente il vincitore. Non mi piace chi si candida da solo perché i risultati delle primarie non gli sono piaciuti»
È brutto dirlo, ma la coalizione come garantirà la governabilità del Paese?
«La coalizione che – mi auguro, e ne sono convinto – vincerà le elezioni dovrà essere autosufficiente. Avere cioè, anche grazie al premio di maggioranza, i voti necessari in Parlamento per governare sulla base del programma sottoscritto. Si discuterà, si medierà, ma non ci si potrà perdere in sfiancanti trattative come avvenuto in brutte esperienze passate: la governabilità va assicurata. Il programma, agile, ma non negoziabile a posteriori, dovrà essere accettato da tutti coloro che intendono partecipare alle primarie».
Ci possono essere liste civiche, diverse dai sindaci, accanto a Pd e Sel?
«Molto dipenderà dalla legge elettorale e dalla capacità dei partiti di riuscire a fare quella che è una scelta obbligata per battere l’antipolitica e il qualunquismo (anche quando si tinge di sinistra), cioè a rinnovarsi e ad accogliere il contributo di quanti hanno voglia di impegnarsi ma non fanno parte della nomenclatura. Se non sarà così, allora sarà necessario spingere il cambiamento dall’esterno con nuovi schemi di gioco».
Le piace l’idea di una lista unica Pd-Sel qualora ci fosse una legge elettorale con premio di maggioranza al primo partito?
«Non mi piace la lista unica e mi pare difficile da realizzare. Rischia di eliminare le differenze che, invece, sono preziose, sono la ricchezza della coalizione».
Fonte: l'Unità - Rinaldo Gianola | vai alla pagina » Segnala errori / abusi