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Dichiarazione di Alessandro ZAN

Alla data della dichiarazione: Assessore  Comune Padova (PD) (Partito: Sel) 


 

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  • (24 settembre 2010) - fonte: Sinistra, Ecologia e Libertà - inserita il 06 ottobre 2010 da 2313
    Il leader di SEL Alessandro Zan rivela: terraferma veneziana giudicata idonea, per morfologia e suolo, a ospitare un reattore «L’Enel ha incluso Mestre tra i siti nucleari» Veneto escluso, invece, dalla mappa dei depositi di scorie. Oggi network ambientalista a Marghera VENEZIA. Secondo l’Enel, il territorio di Mestre è idoneo a ospitare un reattore nucleare, tanto da figurare nell’elenco dei siti segnalati al Governo dalla holding energetica in vista dell’avvio del programma di costruzione di centrali atomiche. Viceversa, il Veneto è escluso dalla mappa dei possibili depositi di scorie radioattive (52 in totale) stilata dall’agenzia Sogip. A rivelarlo è Alessandro Zan, assessore all’Ambiente a Padova, già consulente di Prodi, leader veneto di Sinistra Ecologia Libertà. «Ho appreso queste notizie da fonti qualificate dell’Enel e un’ulteriore verifica ne ha confermato la correttezza», dichiara. Perché Mestre? «La sua morfologia offre asset decisivi: ampia disponibilità idrica, stabilità del sottosuolo». In altri termini, se la vicinanza dell’Adriatico consentirebbe di soddisfare l’ingente consumo d’acqua (fino a 100 mila litri al secondo) necessaria al raffreddamento degli impianti, il profilo geologico – assenza di movimenti di faglia negli ultimi 35 mila anni e sismicità inferiore al settimo grado Mercalli da cinque secoli a questa parte – risponderebbe ai criteri basilari di sicurezza. Sembra un’eco indiretta del “patto” Pdl-Lega di cui vocifera l’opposizione: centrali al Nord, scorie radioattive al Sud. «Sì ma l’aspetto più grave è un altro. A Mestre, il ministro dell’Economia Tremonti ha affermato che l’opzione nucleare è indispensabile per soddisfare il fabbisogno nazionale e ridurre la dipendenza dall’estero. Ebbene, ciò è falso: l’energia prodotta in Italia nel 2009 ammonta complessivamente a 103 gigawatt di potenza installata e fronte di un picco di consumi – registrato l’estate scorsa – non superiore ai 53 GW. Il fatidico import, poi, ammonta al 5% del totale. Questi sono i numeri. Ufficiali, non smentibili». Se è così, perché l’Italia compra energia all’estero? «E’ solo una questione di prezzi. Il nostro fornitore e partner, la Francia, produce un notevole surplus nucleare e per garantire la stabilità del sistema energetica è costretta a svendere l’eccedenza: così all’Enel conviene mantenere chiusi alcuni impianti, idroelettrici ad esempio, e comprare e prezzi stracciati. Altro che dipendenza, è soltanto business». I nuclearisti, Galan e Brunetta in primis, vi tacciano di oscurantismo. Non è che alimentate spauracchi irrazionali? «Da ingegnere, per formazione, non nutro pregiudizi verso la scienza. Anzi guardo con estremo interesse al nucleare di quarta generazione, quello sperimentato da Rubbia, a produzione minima di plutonio. La verità è che il Governo Berlusconi insegue tecnologie superate e “sporche”, il cui indice di rischio rimane elevato. Negli Stati Uniti l’ultima centrale è stata costruita nel 1978, in Germania il programma di investimenti in energie rinnovabili ha già fruttato 300 mila nuovi posti di lavoro». Tremonti dice che non basta “qualche mulino a vento” e il Veneto, imitato da Lombardia e Friuli, ha aderito allo svolta atomica. Luca Zaia, però, ha fatto sapere che non gradisce centrali nella regione che l’ha eletto governatore. «Tremonti si fa portavoce dei poteri forti che fiutano un business colossale: 30 miliardi di investimento decennale, appalti giganteschi. A spese dei contribuenti, però, ai quali l’Enel farebbe pagare il conto attraverso addizionali e rincari. Quanto a Zaia, deve uscire dall’ambiguità: da ministro ha votato a favore, da governatore dice nì. Sbandiera sempre il federalismo? Allora svolga il suo mandato e tuteli il Veneto – che oltretutto produce molta più energia di quanta ne consumi – dall’affarismo romano, questo sì centralista. Se davvero crede nell’ambiente, cominci a dedicargli qualche risorsa: perché la Regione non incentiva l’uso dei veicoli a motore elettrico, nuova frontiera della mobilità?». Oggi, a Marghera, un folto network di associazioni illustrerà la proposta di legge d’iniziativa popolare in favore delle energie rinnovabili e contro l’ atomo. Relatore, Alfiero Grandi. Non sa di rito antiquato? «Lo chieda alla cancelliere Merkel, che certo non è rossoverde. Noi diciamo prima un sì – a fotovoltaico, bioelettrico, eolico, biomasse – e poi un no, a un residuo degli anni ’80 pericoloso e antieconomico, che un referendum ha bocciato senza appello».
    Fonte: Sinistra, Ecologia e Libertà | vai alla pagina
    Argomenti: Energia nucleare, regione veneto, comune di Venezia | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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