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Dichiarazione di Diego BOTTACIN

Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: L' Ulivo) 


 

"Le piccole e medie imprese lasciate sole dal Governo" - INTERVISTA

  • (17 aprile 2009) - fonte: redazione - partitodemocraticoveneto.org - inserita il 17 aprile 2009 da 31

    Consigliere Bottacin, come aiutare famiglie e imprese a superare la crisi?
    L’Italia, e il Veneto in particolare, è composta per più del 90% da piccole e medie imprese, spesso tagliate fuori dagli aiuti del Governo e i cui dipendenti non hanno diritto a tutele come cassa integrazione e mobilità. E’ a queste imprese e ai loro lavoratori che dobbiamo pensare.

    Quali proposte fa il Partito Democratico?
    La prima cosa da fare è sostenere le famiglie che si ritrovano senza un reddito a causa dei numerosi licenziamenti degli ultimi mesi. Il Partito Democratico ha proposto un assegno mensile di disoccupazione per i lavoratori esclusi dagli ammortizzatori sociali che hanno perso il posto di lavoro.

    E per le imprese?
    Fondamentali sono i pagamenti che le pubbliche amministrazioni devono alle imprese fornitrici e che sono bloccati a causa del patto di stabilità. Si parla di 70 miliardi di euro. Noi proponiamo che gli enti paghino ogni debito entro 60 giorni: questa operazione aiuterebbe molti soggetti a superare la crisi, non solo le imprese ma anche le famiglie il cui reddito è ad esse collegato.

    Il patto di stabilità va cambiato?
    Bisogna rivedere i parametri del patto di stabilità applicando un criterio meritocratico e rovesciando la logica che premia i comuni “spendaccioni” e penalizza quelli più “virtuosi”. Gli esempi si sprecano...

    Dica.
    Roma, Palermo e Catania, comuni ai quali il Governo ha sganciando centinaia di milioni di euro mentre altri, che al contrario hanno i bilanci sani, non possono nemmeno realizzare una rotonda per aumentare la sicurezza stradale perché hanno i fondi ingiustamente bloccati. Ma i 500 milioni di euro a Roma e i 140 a Catania sono solo la punta dell’iceberg: finora il Governo ha stanziato ben 2688 milioni di euro, soprattutto alle amministrazioni “amiche” del sud Italia. E del Veneto ci si dimentica sempre, forse perché il Governo di centrodestra considera questa regione una sua roccaforte inespugnabile, tanto che ne dimentica l'esistenza.

    Cosa vuol dire in concreto "punire i comuni virtuosi"?
    Che l'attuale patto di stabilità influisce pesantemente non solo sulla spesa sociale dei comuni (assistenza, scuola, anziani, disabili), ma anche sulla realizzazione di opere pubbliche e quindi sulle imprese fornitrici degli enti locali che spesso non vengono pagate. Tutto questo meccanismo si scarica ovviamente sui lavoratori e sulle famiglie.

    Esistono tutele per chi perde il lavoro...
    E’ vero solo per i lavoratori delle grandi aziende. Il nostro sistema di protezione sociale (cassa integrazione, mobilità) non tiene conto di chi lavora in aziende con meno di 15 dipendenti né dei lavoratori precari, soggetti esclusi dalle tutele degli ammortizzatori.

    Soluzioni a questo problema?
    Riformare lo stato sociale perché tutti i lavoratori, indipendentemente dalla grandezza dell’azienda o dal tipo di contratto, possano avere le stesse tutele. Servono anche più soldi ai Comuni per asili nido, assistenza agli anziani non autosufficienti, messa in sicurezza degli edifici scolastici.

    Pare che i soldi non ci siano.
    Diciamo che preferiscono spenderli per qualcos’altro. Basta pensare alla possibilità, ormai sfumata, dell’election day: il Governo poteva concentrare referendum e altre votazioni in un unico giorno risparmiando ben 373 milioni di euro. Ma Bossi ha detto di no: uno spreco di risorse che non potevamo permetterci, soprattutto dopo il terremoto in Abruzzo.


    Fonte: redazione - partitodemocraticoveneto.org | vai alla pagina
    Argomenti: welfare, lavoro, enti locali, disoccupazione, imprese, roma, election day, veneto, PMI, comuni, Governo Berlusconi, catania, patto di stabilità, ammortizzatori sociali | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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