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Dichiarazione di Massimo Cacciari
Petrolchimico. «Qualcuno vuole affossare Marghera»
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(03 maggio 2009) - fonte: Il Gazzettino - Venezia - Alvise Sperandio - inserita il 03 maggio 2009 da 31
Rilancio l’invito al Governo di convocare le parti.
Mestre - «Non è scritto nel libro del destino che il ciclo del cloro, opportunamente riconvertito, debba chiudere. Se questo sta accadendo, è perché c’è una precisa scelta di dismissione. La crisi di tantissime fabbriche di questa città porta un nome e un cognome preciso». Va giù durissimo il sindaco Massimo Cacciari parlando del futuro di Porto Marghera, dal palco del primo maggio, a metà pomeriggio, in piazza Ferretto. Il primo cittadino, in tenuta casual, prende la parola a sorpresa nel corso della manifestazione pubblica in cui Cgil, Cisl e Uil, assieme, chiamano a raccolta i lavoratori nel cuore della città. La risposta è tiepida visto che in piazza, sotto il palco allestito dalla parte del cinema, non c’è la folla delle grandi occasioni. Attorno alle bandiere dei sindacati e a qualche vessillo comunista, con la falce e il martello, tra i presenti arriva anche il prosindaco, Michele Mognato.Cacciari, invece, sale la scaletta con l’assessore comunale al Piano strategico, Laura Fincato, e provinciale alle Attività produttive, Giuseppe Scaboro. Appena si avvicina al microfono, non fa giri di parole. «La crisi è globale e profonda, però è necessario distinguere tra chi di fronte ad essa fa il suo dovere e chi la sfrutta. Bisogna fare un discorso di verità. In certi casi siamo di fronte a responsabilità chiare. Per esempio la Sirma è stata una speculazione mentre la Montefibre avrebbe avuto un altro futuro se soltanto una politica industriale seria ne avesse affrontato la situazione. Così, non è scritto nel libro del destino che il ciclo del cloro debba chiudere. Questo non è un esito naturale, come nel caso di una casa che crolla a seguito del terremoto. Niente affatto, è una scelta politica ed è giusto dirlo», spiega, con vigore, il sindaco. Il quale non cita mai esplicitamente l’Eni, anche se, evidentemente, il suo riferimento su quanto sta succedendo a Porto Marghera, è anzitutto al colosso energetico. «Da anni le istituzioni e i sindacati, lavorando assieme – prosegue – indicano strade di riconversione possibile, rispetto a cui, però, emergono in continuazione ostacoli. Ostacoli che vengono fuori adesso e che però venivano fuori sistematicamente anche prima della crisi che stiamo attraversando. L’amministrazione da anni sta lottando contro la precisa scelta di dismissione e già ancora da prima di questa difficile fase».
Cacciari attacca: «Non mi pare intellettualmente onesto che qualcuno pianga per la chimica mentre prima promuoveva i referendum per affossarla. Mi riferisco anche ad alcune forze politiche di sinistra che si sono comportate esattamente in questo modo. Non è ammissibile giocare con la crisi, ma bisogna essere responsabili fino in fondo». Chi ascolta, applaude. Il sindaco difende a spada tratta, anche nel tono della voce, il polo industriale rilanciando la partita. «Il ciclo del cloro opportunamente riconvertito è strategico per la città e non solo e chi condivide questa considerazione è chiamato a comportarsi coerentemente. Il ministro Claudio Scajola convochi un tavolo nazionale su Porto Marghera e si faccia il possibile per ritirare l’istanza di fallimento presentata dall’imprenditore Fiorenzo Sartor. Lo stesso impegno però lo chiediamo a Unidustria, che dovrebbe muoversi ad affrontare questa crisi frutto di politiche sbagliate e della precisa volontà di dismissione di chi ha sfruttato l’area, ma adesso se ne vuole andare senza pagare dazio». Alla fine del discorso, il battimano, in piazza, diventa fragoroso.
Fonte: Il Gazzettino - Venezia - Alvise Sperandio | vai alla pagina » Segnala errori / abusi