Scarseggiano le donne alla guida di partiti in Europa Europa

Sono uomini i leader di oltre il 70% dei partiti presenti nei parlamenti degli stati Ue. Una posizione di assoluta disparità di genere che, in misura diversa nei vari paesi, limita la possibilità delle donne di incidere con rilevanza nella sfera legislativa.

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L’Italia, così come molti altri paesi europei, sconta un grave ritardo rispetto al conseguimento della parità di genere. Tra i vari ambiti in cui si registra questa condizione, il potere politico è sicuramente uno dei più espliciti.

Come abbiamo approfondito in numerosi articoli precedenti, da un lato la politica italiana si è aperta negli ultimi anni a una maggiore presenza di donne: in parlamento, al governo, nelle amministrazioni locali. Dall’altro, tuttavia, il dato che emerge troppo spesso è che la presenza femminile in queste istituzioni è relegata a posizioni di minor potere decisionale, mentre i vertici restano ancora appannaggio quasi esclusivo degli uomini. Uno squilibrio che trova spazio anche nei partiti politici e che si riscontra, in misura diversa, in quasi tutti i paesi europei.

La situazione negli stati membri

L’istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige) raccoglie e pubblica i dati relativi alla presenza di donne ai vertici dei principali partiti dei 27 membri Ue. L’indicatore considera come leader: coordinatori, presidenti, segretari, a seconda delle diverse strutture partitiche esistenti nei vari stati e come principali partiti, quelli che occupano almeno il 5% dei seggi nei parlamenti nazionali.

26,1% le donne leader dei principali partiti in Ue – contro il 73,9% di uomini – nel 2021.

Una percentuale che cala nella maggior parte dei paesi e che solo in pochi raggiunge livelli di parità, rispetto alla quota di uomini nelle stesse posizioni.

Sono stati considerati i partiti che, al momento della rilevazione, occupavano almeno il 5% dei seggi nei parlamenti nazionali. Per leader si intende la persona al vertice, che può essere segretario, coordinatore, presidente, a seconda delle diverse organizzazioni e di come cambiano tra i paesi. Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Malta, Polonia e Romania mancano perché non hanno nessuna donna leader di partito.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eige
(ultimo aggiornamento: mercoledì 23 Giugno 2021)

In 6 paesi nessuna donna è ai vertici dei principali partiti.

Come abbiamo già riscontrato in altri approfondimenti, sono i paesi del nord Europa a registrare, anche in questo caso, i migliori risultati in termini di parità di genere. Secondo i dati 2021 infatti, le donne leader di partito costituiscono il 66,7% in Finlandia, il 57,1% in Svezia e il 50% in Danimarca.

Una situazione diametralmente opposta è quella che si registra in Francia, Croazia, Repubblica Ceca, Polonia, Romania e Malta. Qui nessuna donna è ai vertici dei maggiori partiti presenti in parlamento.

2 su 7 le donne leader dei principali partiti in Italia, nel 2021.

Cioè una quota del 28,6%, con cui l'Italia supera di 2,5 punti la media Ue del 26,1%. Le leader nello specifico sono Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia e Teresa Bellanova, coordinatrice di Italia viva insieme a Ettore Rosato. Gli altri partiti italiani analizzati da Eige, in quanto detentori di oltre il 5% dei seggi in parlamento, sono Forza Italia, Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Lega. Nessuno di questi è guidato da una donna.

Un confronto nel tempo tra Italia e Ue

Analizzando i dati nel tempo, è dal 2018 che la presenza femminile ai vertici dei maggiori partiti italiani supera la media Ue. Tuttavia, è necessario sottolineare che negli anni precedenti, nessuna donna in Italia aveva mai ricoperto simili posizioni.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eige
(ultimo aggiornamento: mercoledì 23 Giugno 2021)

Meno del 30% le donne ai vertici di partito negli ultimi 10 anni, sia in Italia che in Ue.

I dati resi disponibili da Eige monitorano la presenza di donne leader di partito nell'ultimo decennio. Come emerge dal grafico, dal 2011 al 2017 nessuno dei principali partiti presenti nel parlamento italiano era guidato da donne. La situazione cambia solo nel 2018, con le elezioni che hanno portato Fratelli d'Italia, guidato da Giorgia Meloni, ad avere una presenza in parlamento complessivamente superiore al 5% dei seggi. Un successivo aumento si verifica poi nel 2020, con la fuoriuscita dal Partito democratico dei parlamentari guidati da Matteo Renzi e la conseguente nascita di Italia Viva che, come abbiamo detto in precedenza, ha Teresa Bellanova come coordinatrice.

Anche negli stati membri - considerati complessivamente - la presenza femminile a capo di organizzazioni partitiche è andata in media crescendo negli anni, passando dal 16% nel 2011 al 26% nel 2021.

Tuttavia, al di là dei confronti tra Italia e media Ue, il dato più rilevante è la distanza che ancora separa il nostro e gli altri paesi europei da un'effettiva parità di genere su questo fronte. Nel grafico appena visto, la percentuale di donne ai vertici di partiti che hanno più rilevanza e potere in parlamento non arriva mai neanche al 30%, né in Italia né - in media - in Ue. Una posizione minoritaria dunque, che vede le donne perlopiù escluse dalla guida delle organizzazioni partitiche con più potere decisionale in parlamento.

I leader e i loro vice in Italia

Nel monitoraggio Eige sul potere decisionale delle donne nei partiti, vengono considerate anche le posizioni di vice oltre a quelle di leader. A seconda del paese e della struttura che si danno le diverse organizzazioni, si può trattare di vicesegretari, vicepresidenti, vicecoordinatori.

Abbiamo considerato i dati in valore assoluto, per capire come si sono distribuiti tra uomini e donne, i ruoli di leader e di vice dei partiti principali del parlamento italiano nell'ultimo decennio.

Sono stati considerati i partiti che, al momento della rilevazione, occupavano almeno il 5% dei seggi nei parlamenti nazionali. Per leader si intende la persona al vertice, che può essere segretario, coordinatore, presidente, a seconda delle diverse organizzazioni e di come cambiano tra i paesi.

FONTE: elaborazione openpolis su dati Eige
(ultimo aggiornamento: mercoledì 23 Giugno 2021)

Nel 2021, oltre a Meloni e Bellanova di cui abbiamo già parlato in precedenza, si conta Irene Tinagli, vicesegretaria del Partito democratico. Va inoltre aggiunto che a ottobre 2021 - quindi 4 mesi dopo la rilevazione di Eige e per questo mancante nei dati - Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, ha nominato tra i suoi vice Paola Taverna e Alessandra Todde.

Anche tra i vice, le donne restano in una posizione minoritaria.

Rispetto alle donne leader dei principali partiti presenti in parlamento - la prima come abbiamo già detto è stata Giorgia Meloni nel 2018 - quelle in posizione di vice compaiono prima, in particolare nel 2015 secondo i dati Eige, ma non risultano essere di più.

Che si parli dell'una o dell'altra posizione di vertice infatti, questo grafico rende solo più evidente la sproporzione della presenza maschile rispetto a quella femminile alla guida delle organizzazioni partitiche più rilevanti. E nonostante il lieve miglioramento che si è registrato negli anni, i dati rilevano quanto ancora lunga sia la strada verso la parità di genere, su questo come su altri fronti.

 

Foto: Facebook - Fratelli d'Italia Camera

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